Ogni giorno milioni sprecati per mancanza di strutture post-acuzie
In Sardegna, oltre 100 pazienti ogni giorno occupano inutilmente posti letto negli ospedali, pur essendo clinicamente dimissibili. Si tratta dei cosiddetti bed-blocker, persone che non possono tornare a casa per assenza di una rete familiare o che non trovano posto in RSA e strutture di lungodegenza. Questa situazione genera un grave sovraccarico sul sistema sanitario, consumando risorse destinate alle cure specialistiche e aumentando lo stress su medici e personale sanitario. Enrico Fresu, caposervizio della redazione di UnioneSarda.it, è intervenuto in studio per analizzare la notizia.
Ospedale (Pixabay)
Costi milionari e mancanza di alternative
Secondo i dati raccolti dal consigliere regionale Francesco Agus e dal presidente Fadoi Carlo Usai, solo tra Cagliari e Sassari si spendono circa 14 milioni di euro l’anno per mantenere in ospedale pazienti che potrebbero essere assistiti altrove. Un ricovero ospedaliero costa circa 450 euro al giorno, contro i 100-150 euro necessari in RSA o ospedali di comunità. A fronte di questi numeri, la Sardegna resta fanalino di coda per attivazione di cure domiciliari e strutture intermedie.
Bed Blocker: soluzioni urgenti per un’emergenza silenziosa
Agus propone un piano emergenziale ispirato alla gestione del Covid, utilizzando presidi chiusi come l’ospedale Binaghi per creare reparti post-acuti. Anche i Comuni, come Cagliari, hanno mostrato apertura a percorsi extra-ospedalieri. Usai suggerisce di investire su case protette, strutture intermedie tra RSA e case di riposo. Il vero nodo è la mancanza di una medicina territoriale strutturata, senza la quale i bed-blocker continueranno a bloccare letti, risorse e assistenza sanitaria nell’isola.
Intervista a cura di Carlo Alberto Melis
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