di
Giuseppe Di Bisceglie

La decisione del giornalista annunciata sui social, dopo la decisione del sindaco Leccese di dare le chiavi di Bari alla relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi occupati

«Porca miseria! Veramente? Mi state costringendo a cambiare città». Con queste parole, l’11 luglio scorso, Nicola Porro aveva reagito dal palco del Petruzzelli all’annuncio del sindaco Vito Leccese sulla futura consegna delle chiavi della città di Bari a Francesca Albanese, relatrice speciale dell’Onu per i territori palestinesi occupati. 
Una dichiarazione pronunciata a caldo, ma che oggi si traduce in un addio concreto: La Ripartenza, la rassegna ideata e diretta dal giornalista, lascia ufficialmente il capoluogo pugliese.

L’annuncio è arrivato tramite un video pubblicato sul suo profilo TikTok, due giorni dopo la cerimonia con cui Albanese ha ricevuto l’onorificenza cittadina. 
Per Porro, la decisione dell’amministrazione comunale è una rottura insanabile: «Sono contento di non essere più cittadino di Bari» afferma, aggiungendo di essere «ben contento di scegliere una nuova location per cercare di celebrare il Sud».
«Invece di dare la cittadinanza alla signora Albanese – prosegue – ci si potrebbe occupare delle cose serie che esistono nella regione pugliese, fantastica, fatta di lavoratori, di persone perbene, di borghesia che esiste e che è pessimamente rappresentata dai suoi politici».
A rendere definitiva la frattura, secondo il giornalista, sarebbe stata la richiesta avanzata dalla stessa Albanese durante la cerimonia del 4 agosto: «Non ospitare prodotti Made in Israele nei comuni della Puglia». Una proposta che Porro giudica ideologica e distante dal tono assunto dal sindaco di «finta bonomia, accoglienza, apertura» sul palco del Petruzzelli «a cui l’ho invitato gentilmente perché quella era casa mia pagata da me, almeno in quell’ora».



















































La Ripartenza, nata nel 2021 in pieno post-lockdown con l’intento di promuovere il pensiero libero e il dialogo tra giornalisti, imprenditori, politici e accademici, aveva scelto Bari come simbolo di rinascita e confronto. Ma ora quel legame si è spezzato. Il clima, del resto, era già teso nel corso dell’ultima edizione, quando durante l’intervento del ministro Guido Crosetto, alcuni presenti avevano urlato “Palestina libera”, segnando uno dei momenti più polemici della rassegna.
«Non mi vedrete più», ha ribadito Porro. La rassegna cerca ora una nuova città, un nuovo teatro e – implicitamente – un nuovo interlocutore istituzionale. 


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6 agosto 2025