Russia, la macchina economica del Cremlino che sostiene la guerra in Ucraina mostra segni di cedimento. A luglio 2025, le entrate statali di Mosca da petrolio e gas si sono fermate a 9,8 miliardi di dollari, segnando un crollo del 27% rispetto all’anno precedente. A comunicarlo è il Ministero delle Finanze russo, che certifica così un colpo pesante ai proventi energetici, fondamentali per finanziare il conflitto, giunto ormai al suo quarto anno. Il calo arriva in un momento in cui la pressione internazionale si intensifica: l’Unione Europea ha approvato nuove sanzioni mirate a ridurre i guadagni di Mosca sul petrolio esportato, mentre dagli Stati Uniti l’ex presidente Donald Trump minaccia dazi e penalità commerciali verso i Paesi che continuano a fare affari con la Russia, con l’India nel mirino.
Energia e stretta Usa, Trump minaccia l’India
Nonostante il calo dei ricavi, petrolio e gas continuano a rappresentare il motore finanziario dell’economia russa e del conflitto armato, giunto al quarto anno consecutivo. Tuttavia, questi introiti sono ora minacciati su più fronti: tra sanzioni europee, minacce commerciali americane e calo della domanda globale. A luglio, l’Unione Europea ha approvato il suo 18° pacchetto di sanzioni contro la Russia. Tra le misure principali, la sostituzione del tetto fisso di 60 dollari al barile con un meccanismo flessibile che impone un prezzo massimo pari al 15% in meno rispetto alla media globale. Una strategia che limita ulteriormente i ricavi russi da ogni barile esportato.
La pressione però non arriva solo dall’Europa. L’ex presidente americano Donald Trump, che ha già annunciato la sua intenzione di porre fine alla guerra entro l’8 agosto, ha alzato i toni contro l’India, uno dei principali acquirenti di petrolio russo. Durante un’intervista alla CNBC, Trump ha annunciato una tariffa del 25% sui prodotti indiani, minacciando ulteriori rincari se Nuova Delhi continuerà a comprare greggio russo: «Penso che aumenterò ancora di più la tariffa nelle prossime 24 ore. Stanno comprando petrolio russo e alimentando la macchina da guerra», ha dichiarato martedì. Il Ministero degli Affari Esteri indiano ha risposto sostenendo che le importazioni energetiche hanno lo scopo di garantire «costi prevedibili e accessibili» per i propri cittadini. Sebbene la maggior parte degli analisti ritenga improbabile un drastico taglio delle importazioni indiane di greggio russo, alcuni esperti ipotizzano che Nuova Delhi possa usarle come merce di scambio nei negoziati con Washington. «Una certa riduzione delle importazioni non è da escludere, soprattutto se inserita in un accordo commerciale più ampio» ha scritto Vishnu Varathan, capo economista di Mizuho Bank, ricordando che la quota di greggio russo nelle importazioni indiane è passata da livelli marginali al 38% dal 2022.
La reazione dei mercati: il petrolio torna a salire
Le minacce tariffarie di Trump hanno avuto un immediato impatto sui mercati. I future sul petrolio greggio statunitense sono saliti dello 0,6%, raggiungendo quota 65,56 dollari al barile nella giornata di mercoledì. Tuttavia, il prezzo rimane comunque in calo del 9% da inizio anno, complice la robusta offerta globale e la domanda debole dalla Cina. Secondo gli analisti di ING, il mercato potrebbe reggere una parziale riduzione dell’offerta russa, ma avverte: «Se anche altri grandi acquirenti dovessero tagliare le importazioni dalla Russia, l’OPEC dovrebbe intervenire rapidamente con un aumento della produzione per evitare squilibri. In caso contrario, i prezzi potrebbero salire in modo significativo»
L’economia rallenta
Nonostante la pressione crescente, secondo Tatiana Orlova, economista senior di Oxford Economics, è improbabile che il Cremlino cambi rotta nel breve termine: «La leadership russa considera la resilienza dell’economia durante i primi tre anni e mezzo di guerra come prova di una sostanziale immunità alle sanzioni» ha scritto in una nota. Secondo le sue stime, c’è un 70% di probabilità che la guerra prosegua. Ma la tenuta dell’economia russa appare meno solida: «Ulteriori sanzioni incisive potrebbero spingere Mosca verso una nuova recessione», avverte Orlova.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il punto sui temi di attualità, ogni lunedì
Iscriviti e ricevi le notizie via email