Il décor diventa progetto. Succede a Torino, dove Barbara Brondi & Marco Rainò, fondatori dello studio BRH+, hanno scelto di confrontarsi con il tema della ristrutturazione di una piccola abitazione puntando sul colore, sulle fantasie della carta da parati e sulla customizzazione. Ricordate l’existenzminimum dei movimenti modernisti come il Bauhaus e la trasposizione personale e poetica che ne fece Le Corbusier attraverso la progettazione del suo Cabanon? Ogni elemento dell’abitazione era studiato nei dettagli per rispondere ai bisogni essenziali dell’uomo moderno. Nel caso dell’appartamento torinese lo spazio minimo viene riorganizzato in base alle necessità d’uso e tradotto attraverso l’uso di colori pastello e superfici trasparenti.

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L’intervento, pensato per razionalizzare lo spazio abitabile e valorizzare il ruolo della luce naturale, trasforma l’elemento cromatico in strumento di regia spaziale, inserendolo all’interno di un linguaggio coerentemente unitario che “incanala” l’articolazione degli spazi dentro un elemento polifunzionale: una quinta scenica fatta di trasparenza e opacità che si apre e si chiude, svelando l’ambiente cucina e permettendo la rimodulazione e la riconfigurazione dello spazio. È l’idea su cui si fonda il progetto, che sblocca la rigida distribuzione funzionale e converte la ridotta quantità di metri quadri in opportunità espressiva. I pannelli scorrevoli in ferro e vetro inquadrano la zona cucina. Regalano profondità al living. Modificano il paesaggio domestico, contaminandolo con l’accento cromatico delle ceramiche verdi e il pattern botanico della carta da parati.

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Come mondi paralleli comunicanti le due realtà raccontano storie di separazione funzionale e condivisione spaziale. Il risultato è un ambiente di ampio respiro, misurato e adeguato. La cucina con penisola, progettata e realizzata su misura, gode della luce naturale proveniente da un piccolo bovindo, all’interno del quale è stato ricavato un angolo studio intimo e appartato, affacciato sul cortile interno. Una scala custom made, che integra vani contenitori, collega alla zona superiore. Qui si trova la camera da letto, uno spazio silenzioso e raccolto, in continuità cromatica e materica con il piano inferiore: il parquet lascia posto a una moquette dai toni dorati, mentre il tema botanico ritorna con una nuova carta da parati, in continuità concettuale ed estetica con gli ambienti sottostanti.

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www.brh.it

Headshot of Marco Valenti

Architetto romano animato da una innata vocazione cosmopolita e da una sfrenata curiosità, considera il design la sua personale lente di ingrandimento per interpretare il flusso di cambiamenti sociali e culturali che attraversa il nuovo millennio. Alterna l’amore per la progettazione alla passione per il racconto, nella convinzione che la parola possa contribuire a sciogliere le intricate dinamiche del processo creativo. Interessato da sempre all’interior design e alle connessioni tra comunicazione e architettura, si occupa delle relazioni tra spazio e immagine, lavorando sull’intersezione tra moda, food, arte e interni.