Il dolore mestruale causa una perdita di produttività media pari a quasi 9 giorni all’anno soprattutto per colpa del fenomeno del presenteismo: essere presenti fisicamente al lavoro o a scuola, ma con una resa notevolmente ridotta
8 Luglio 2025
@leszekglasner/123rf
Il dolore mestruale è una condizione comune ma troppo spesso ignorata che colpisce fino al 90% delle donne. Si manifesta con crampi addominali, stanchezza, nausea, sbalzi d’umore e, in alcuni casi, anche sanguinamento intenso. Nonostante la sua diffusione, il dolore legato al ciclo viene raramente trattato con la serietà che merita, sia nel contesto lavorativo che medico.
Eppure secondo uno studio olandese pubblicato su BMJ Open, la vera perdita di produttività legata al ciclo mestruale non si misura solo in giorni di assenza, ma soprattutto attraverso il fenomeno del presenteismo: essere presenti fisicamente al lavoro o a scuola, ma con una resa notevolmente ridotta. Lo studio, condotto su oltre 32.000 donne di età tra i 15 e i 45 anni, ha mostrato che il dolore mestruale causa una perdita di produttività media pari a quasi 9 giorni all’anno.
Una realtà sommersa
Solamente una donna su sette ha dichiarato di essersi assentata dal lavoro o dalla scuola a causa dei sintomi mestruali. La maggioranza ha invece scelto di restare presente, anche se meno produttiva. Questo fenomeno è particolarmente diffuso tra le giovani sotto i 21 anni, che risultano più propense a segnalare assenze. Tuttavia solo una minima parte delle partecipanti ha comunicato apertamente il motivo dell’assenza al datore di lavoro o agli insegnanti.
Il bisogno di flessibilità
I dati parlano chiaro: l’81% delle intervistate ha ammesso di essere meno produttiva durante il ciclo, ma raramente ciò è accompagnato da politiche aziendali che offrano soluzioni. La maggioranza delle donne coinvolte nello studio ha espresso il desiderio di orari più flessibili, soprattutto nei giorni critici del mese. Un’esigenza che si scontra con una cultura lavorativa che tende ancora a minimizzare i sintomi mestruali.
Serve un cambiamento culturale: è una forma di discriminazione
I ricercatori sottolineano come il presenteismo causato dai sintomi del ciclo mestruale sia un problema sistemico, spesso ignorato. La mancanza di attenzione e di soluzioni concrete rappresenta non solo un costo sociale ed economico, ma anche una forma di discriminazione silenziosa. È tempo di smettere di trattare il ciclo come un fastidio minore e iniziare a considerarlo per quello che è: una realtà fisiologica che merita rispetto e supporto.
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Fonte: BMJ Open
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