La telenovela estiva che ha per protagonisti Raoul Bova e Rocío Muñoz Morales si arricchisce di continuo di nuovi capitoli. Come noto, il caso è esploso quando Fabrizio Corona ha diffuso nel podcast Falsissimo i messaggi del cinquantatreenne attore alla ventenne modella Martina Ceretti. Quei messaggi – ora al centro di un’indagine della Procura di Roma, contro ignoti, per tentata estorsione – li aveva avuti dal ventinovenne imprenditore Federico Monzino, ultimo erede di una delle famiglie più influenti di Milano. Monzino ha sempre dichiarato di aver passato lo scottante materiale a Corona con l’approvazione (almeno iniziale) di Ceretti: «L’idea era quella di far diventare famosa Martina, cosa che lei desiderava. Io ho fatto solo da tramite».

Ora il ventinovenne imprenditore, intervistato da Oggi, è tornato a parlare del caso Bova e anche dei suoi rapporti con la presunta amante dell’attore: «C’eravamo incontrati circa due anni fa, poi non ci siamo più visti. Un mese e mezzo fa ci siamo ritrovati e abbiamo cominciato a chattare. Da amichevole la comunicazione s’è fatta più flirty (ammiccante, ndr), abbiamo iniziato a vederci con frequenza, e il rapporto ha preso una piega sentimentale. Non era una relazione vera e propria. Ci siamo frequentati, è nato qualcosa tra noi e lì sono nati anche gli errori…». Col senno di poi, Monzino ammette che inviare i famigerati audio a Corona è stata «una cavolata colossale e non ho scuse… Ho una formazione, una famiglia, un’esperienza che avrebbero dovuto darmi la lucidità per decidere, e invece ho perso di vista ogni razionalità e mi sono comportato da imbecille… Manco sapevo che Bova fosse impegnato e avesse dei figli. Martina avrebbe dovuto dirmelo… O ci voleva poco: la ricerca di un secondo su Google. Ma non ci ho pensato».

Nella nuova intervista l’imprenditore ha poi confermato che Ceretti era d’accordo sull’invio del materiale a Corona: «L’abbiamo fatto perché pensavamo che potesse aiutare Martina a ottenere la visibilità che desiderava… Non volevo fare soldi da questa vicenda, non ero “alla canna del gas” in senso economico, non ho mai avuto problemi di soldi e penso che mai li avrò… la mia scelta è stata dettata da un desiderio, per quanto ingenuo, di aiutare Martina». Eppure lei adesso «manco si sta facendo viva con me per sapere come sto, dato che comunque mi ha lasciato da solo in questo casino mediatico, tutto nato dal suo desiderio di avere visibilità».

Le parole di Monzino arrivano a poche ore dai nuovi sviluppi del caso Bova. Gli avvocati dell’attore, Annamaria Bernardini de Pace e David Leggi, hanno depositato una nuova denuncia per stalking contro Corona, insieme a un reclamo al Garante della Privacy per ottenere la rimozione dai social del fotografo di ogni riferimento alla vita privata del loro assistito. In parallelo, Rocío Muñoz Morales ha chiesto l’affido esclusivo delle due bambine, Luna e Alma, nate dalla relazione con Bova. Immediata la replica dei legali dell’attore, che al Corriere della Sera hanno dichiarato: «Apprendiamo non senza stupore il perseverare della signora Rocío nel sostenere la richiesta di affido esclusivo (…) È una richiesta alla quale ci opporremo in tutte le sedi (…) Le bambine hanno passato sempre molto più tempo con il papà, ed è tutto documentabile». Non a caso, sottolineano, «anche attualmente sono insieme in vacanza».