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Una foto dal valore di 50.ooo euro. È quella finita nelle mani di Caitlin Riley, un’esperta di libri rari, mentre stava sfogliando le immagini di alcuni volumi malridotti provenienti da una pulizia domestica. “Non potevo letteralmente credere ai miei occhi”, ha detto al New York Times, che ha riportato la storia di questo libro rarissimo messo all’asta.

La copertina è verde, intaccata da un’incisione dorata raffigurante un drago. Vi fa venire in mente qualcosa? E se vi dicessimo che quel drago ha un nome? E che questo nome è Smaug? Esatto, si tratta della prima edizione di Lo Hobbit, il prequel della trilogia del Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, un’opera che ha rivoluzionato non solo il fantasy, ma la letteratura. Quello stampato nel 1937 è un esemplare estremamente raro: nel settembre di quell’anno, furono realizzate appena 1.500 copie.

Lo Hobbit ha venduto oltre 100 milioni di copie in tutto il mondo e si trova al decimo posto della lista del Guinness World Records dei libri non religiosi per numero di copie vendute: sotto La Compagnia dell’Anello, il primo capitolo della Trilogia, ma pur sempre in Top Ten.

Lo Hobbit prima edizione, a quanto è stato venduto

Immaginate allora quanto prezioso può essere l’esemplare trovato da Riley e successivamente venduto sul sito di Auctioneum, la casa d’asta delle città inglesi di Bath e Bristol, per cui la donna lavora. Abbiamo seguito gli ultimi rilanci e possiamo darvi una notizia freschissima: la prima edizione di Lo Hobbit trovata a Bath è stata venduta a 43.000 sterline, poco meno di 50.000 euro, molto al di sopra del suo valore stimato, compreso tra le 10.000 e le 12.000 sterline.

Non è la prima volta che una prima edizione di Lo Hobbit viene riportata alla luce. Nel 2015, un esemplare fu venduto a 137.000 sterline (circa 157.000 euro), ma aveva l’autografo dell’autore a uno studente. Un altro volume raggiunse la cifra di 60.000 sterline (più o meno 69.000 euro, al tasso di cambio attuale).

j r r tolkienpinterestHaywood Magee//Getty Images

J.R.R. Tolkien

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Guardo film e gioco a videogiochi, da un certo punto della vita in poi ho iniziato anche a scriverne. Mi affascinano gli angolini sperduti di internet, la grafica dei primi videogiochi in 3D e le immagini che ricadono sotto l’ombrello per nulla definito della dicitura aesthetic, rispetto alle quali porto avanti un’attività di catalogazione compulsiva che ha come punto d’arrivo alcuni profili Instagram. La serie TV con l’estetica migliore (e quella migliore in assoluto) è comunque X-Files, che non ho mai finito per non concepire il pensiero “non esistono altre puntate di X-Files da vedere per il resto della mia vita”. Stessa cosa con Evangelion (il manga).