La magnifica attrice Golshifteh Farhani ha ricevuto l’Eccellence Award in apertura del Locarno Film Festival, mentre in Piazza Grande la sua grande amica Zar Amir era protagonista dell’armeno Le pays d’Arto.
Si erano incontrate in una vacanza scolastica, da adolescenti, in una Teheran che in quegli anni era ancora casa. Poi, a distanza di pochi mesi di distanza, nel 2008, sono state costrette all’esilio, a Parigi. Proprio fra le strade della città francese, da esuli, si sono aiutate e sono diventate grandi amiche. Stasera si sono ritrovate sul palco della Piazza Grande di Locarno in occasione dell’apertura della 78esima edizione del Festival. Sono Golshifteh Farahani, a cui è stato consegnato l’Excellence Award Davide Campari e Zar Amir, fra le interpreti del film che battezza la manifestazione sulle rive del Lago Maggiore, Le pays d’Arto di Tamara Stepanyan. Proprio Amir ha consegnato a sorpresa all’amica commossa il riconoscimento. Due simboli, oltre che grandi attrici, due esempi del talento e della libertà del popolo iraniano, che rappresentano da anni un esempio per chi nel paese lotta per rivendicare quella stessa libertà.
Parlando di grandi paesi pieni di bellezza che soffrono da secoli, come detto Locarno 78 è stato aperto dalla presidente Maja Hoffman e dal direttore artistico Giona A. Nazzaro, che hanno festeggiato l’esordio nel cinema di finzione di Tamara Stepanyan, documentarista apprezzata che proprio a Locarno aveva presentato il suo primo lavoro, Embers, nel 2012. “All’epoca ero in mezzo a questa magnifica sala all’aperto”, ha dichiarato presentato il film in Piazza Grande la regista, “e mi domandavo se sarei mai finita sul palco, a presentare io un mio lavoro davanti a migliaia di persone in questo scenario incredibile”.
La vita regala momenti belli, e stasera è stato uno di questi per un’emozionantissima regista nata a Yerevan, in Armenia, trasferitasi poi con i genitori in Libano e quindi in Francia, dove vive da molti anni. Le pays d’Arto è proprio un racconto che le permette di inseguire i suoi fantasmi, “quelli che popolano un paese con pochi abitanti ma molta storia e bellezza, ma anche molti fantasmi” come l’Armenia. La storia unisce infatti le sue due anime, quella francese come la nazionalità della protagonista, Céline, interpretata dalla magnifica Camille Cottin di Call my Agent, che sbarca nella repubblica ex sovietica per sistemare dei documenti e comunicare la morte del marito, Arto, con cui ha vissuto in armonia per molti anni a Parigi insieme ai loro due figli. Nel farlo scopre presto che l’uomo che amava le aveva sempre mentito, infatti avevo assunto un’altra identità dopo aver combattuto e, secondo molte persone che Céline incontra, anche disertato dalla lotta armena, prima di espatriare in Francia.
Un viaggio per dare anche formalmente una seconda patria ai figli diventa un percorso alla scoperta di un paese in cui precedentemente il marito aveva impedito di andare, ma soprattutto la caccia dei fantasmi che hanno provocato la sua fuga e la morte stessa di Arto. Come dice Stepanyan, ”Io non vivo più in Armenia, ma è un Paese che mi perseguita come un braccio amputato, che vive dentro di me come un fantasma. Perché ci ritorno così spesso, perché questo immenso desiderio di girare proprio lì? A spingermi sono l’ansia e le domande.”
Nel cast anche la già citata Zar Amir, nei panni di una combattente in una delle tante e periodiche guerre fra Armenia e Azerbaijan per il possesso dei territori della proverbiale regione di confine del Nagorno Karabach, e Denis Lavant.