Nel videomessaggio diffuso oggi, 6 agosto, per i partecipanti al terzo Congresso cattolico panafricano su teologia, società e vita pastorale, in Costa d’Avorio, il Papa incoraggia a costruire la famiglia delle Chiese locali, perché “vi siano reti di sostegno disponibili per tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle in Cristo, e anche per la società in generale, specialmente per quanti vivono nelle periferie”. Il congresso proseguirà fino al 10 agosto

Antonella Palermo – Città del Vaticano

La Chiesa come luce del mondo. È la chiamata fondamentale sottolineata dal Pontefice nel videomessaggio diffuso oggi, 6 agosto, indirizzato ai 350 partecipanti (delegati e rappresentanti dall’intero continente e dalla Chiesa mondiale) al terzo Congresso cattolico panafricano su teologia, società e vita pastorale che si apre oggi e prosegue fino al 10 agosto ad Abidjan, in Costa d’Avorio. Intitolata “Camminare insieme nella speranza come Chiesa Famiglia di Dio in Africa”, l’assise – il più grande raduno di teologi cattolici africani, guide pastorali, esperti, vescovi, laici – si tiene nella sede dell’Università Cattolica dell’Africa Occidentale (UCAO) di Abidjan Cocody, ed è uno dei momenti salienti della celebrazione dell’Anno giubilare per la Chiesa in Africa, l’occasione per esprimere i sogni sul suo futuro.

Costruire reti di sostegno

Leone XIV ricorda la “responsabilità di prenderci cura gli uni degli altri” come dimensione essenziale della vita ecclesiale. Tanto più in un contesto come quello del continente africano che “affronta una serie di difficoltà particolari”.

Vi incoraggio a continuare a costruire la famiglia delle Chiese locali nei vostri diversi Paesi e aree, affinché vi siano reti di sostegno disponibili per tutti i nostri fratelli e le nostre sorelle in Cristo, e anche per la società in generale, specialmente per quanti vivono nelle periferie.

Dal sito della Rete Cattolica Panafricana di Teologia e Pastorale

Dal sito della Rete Cattolica Panafricana di Teologia e Pastorale

La speranza è vitale

Il Papa spiega il valore della speranza: “ha un ruolo vitale nel nostro pellegrinaggio terreno”, grazie ad essa si raggiunge la pienezza della “felicità in Cielo”, ispira e sostiene “per avvicinarci sempre più a Dio, anche quando ci troviamo di fronte alle difficoltà della vita”. 

Di fronte a queste sfide, e alla percezione che le cose non cambiano, è facile scoraggiarsi. Tuttavia, è proprio il ruolo della Chiesa essere la luce del mondo, una città posta su una collina, per essere un faro di speranza per le nazioni.

Vivere ciò in cui si crede

“Dobbiamo vivere ciò in cui crediamo”, insiste infine il Pontefice. A questa coerenza, affianca poi l’esortazione a vedere l’unità tra la teologia e il lavoro pastorale. Chiarisce a quale compito sono chiamati coloro che si adoperano in questo solco:

Lavorare insieme per attuare programmi pastorali che dimostrino come gli insegnamenti della Chiesa aiutino ad aprire i cuori e le menti delle persone alla verità e all’amore di Dio.

La ricchezza di storie e testimonianze al congresso

Sotto l’egida del Simposio delle Conferenze Episcopali d’Africa e Madagascar (SECAM), in collaborazione con la Santa Sede e con organizzazioni, atenei e agenzie cattoliche partner, il ricco programma delle giornate contempla la condivisione di storie e testimonianze, di progetti missionari, di esperienze ecclesiali, in ottica anche ecumenica, raccontate da giovani, donne e leader africani che lavorano in diverse parti del continente. Come si legge dalla presentazione in rete, intende proporre “passi e azioni concrete affinché la Chiesa in Africa, i suoi leader e il suo popolo possano adempiere al mandato missionario del Signore” e “spezzare il ciclo della sofferenza e della dipendenza”.