Approvato in via definitiva dalla Camera, dopo il via libera del Senato, il Decreto Economia – nome ufficiale del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 95 – che introduce una serie di misure destinate ad avere un impatto significativo anche sul comparto sanitario. Il provvedimento, fortemente voluto dal Governo Meloni, si muove su più fronti: dal sostegno alla ricerca e all’innovazione tecnologica, fino alla gestione del contenzioso sui dispositivi medici e al potenziamento dell’INAIL in campo riabilitativo.

Vediamo nel dettaglio le principali novità in ambito salute.

Oncologia e neurologia

Tra gli interventi più rilevanti, spicca lo stanziamento triennale di 42 milioni di euro l’anno fino al 2027 per il trattamento di alcune neoplasie attraverso l’adroterapia e la protonterapia. Di questi fondi, 16,33 milioni saranno destinati ai centri che praticano l’adroterapia con ioni carbonio, mentre i restanti 2,67 milioni andranno alle strutture che effettuano la protonterapia. Si tratta di cure altamente tecnologiche, oggi accessibili in pochi centri in Italia, utilizzate in particolare per tumori resistenti ai trattamenti convenzionali.

Sempre in ambito oncologico e neurologico, il decreto prevede un contributo annuo di un milione di euro a partire dal 2026 per la Fondazione EBRI (European Brain Research Institute), impegnata nella ricerca su nuove strategie terapeutiche per le malattie neurodegenerative e gravi disturbi del sistema nervoso.

Potenziato il ruolo dell’INAIL

Il Decreto amplia anche la possibilità per l’INAIL, da anni attivo in ambito protesico, di partecipare alla costituzione di soggetti non profit dedicati alla riabilitazione, alla ricerca e allo sviluppo tecnologico nel campo della protesica avanzata. Si rafforza così il ruolo dell’Istituto come componente attiva del Servizio Sanitario Nazionale, in sinergia con le strutture pubbliche e private accreditate.

Dispositivi medici e payback

Una delle questioni più spinose riguarda il meccanismo del payback sui dispositivi medici. Il Decreto interviene sul contenzioso in corso tra aziende e Regioni, stabilendo che gli importi versati in eccesso rispetto alla quota del 25% (come previsto da norme precedenti) potranno essere scalati da eventuali contributi dovuti negli anni successivi. Inoltre, fino al 31 dicembre 2025, sono sospesi i termini di prescrizione e le azioni esecutive contro le aziende interessate. Una misura tampone, ma che apre la strada a una gestione più equilibrata del debito pregresso.

Contrasto alla povertà

Un’altra misura indirettamente legata alla sanità riguarda il rinvio al 2027 del potenziamento amministrativo degli ambiti territoriali sociali, previsto per gestire in maniera più efficiente le risorse del Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Il ritardo nell’attuazione potrebbe rallentare l’accesso a servizi integrati sociosanitari, soprattutto nei territori più fragili.

Ricerca nel Mediterraneo

Il provvedimento stanzia 1 milione di euro annui a partire dal 2025 per l’Istituto Tecnopolo Mediterraneo per lo Sviluppo Sostenibile, fondazione destinata a diventare un punto di riferimento per la ricerca ambientale e tecnologica. Il potenziamento potrebbe portare benefici anche in termini di innovazione applicabile alla salute e alla prevenzione.

Misure per la Sicilia

Tra le misure approvate, alcune riguardano direttamente la Sicilia, con effetti potenzialmente rilevanti per l’economia e i servizi nei territori isolani.

In primo luogo, negli aeroporti con meno di 5 milioni di passeggeri annui, tra cui Trapani Birgi e Comiso, dal 2026 non si applicherà più l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco. La misura, contenuta all’articolo 19-ter, punta a incentivare il traffico aereo e sostenere il turismo. In cambio, la Regione Siciliana si impegna a versare allo Stato 6,175 milioni di euro l’anno, e a ristorare i comuni interessati, che non riceveranno più i fondi legati all’addizionale.

Sempre all’articolo 2, si conferma esplicitamente il riferimento a Trapani e Gela tra i territori destinatari di interventi infrastrutturali e di coesione. Questo inserimento, formalmente una rettifica, lascia intendere l’inclusione anche di possibili progetti sanitari o sociali all’interno del piano di rilancio territoriale.

Infine, alcune misure più generali sopra citate, come il rafforzamento della rete riabilitativa INAIL o le risorse per la povertà, potrebbero produrre effetti anche in Sicilia, soprattutto nei territori dove sono presenti strutture accreditate o enti locali attivi nel welfare.

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