di
Lara Sirignano
Palermo, il giallo della ragazza morta durante la festa in piscina. Oggi l’autopsia
Nella villa in cui sabato, durante una festa, è stata trovata senza vita Simona Cinà, l’alcol c’era. Lo scrivono in un verbale di poco più di due paginette i carabinieri che indagano sulla misteriosa morte della giovane pallavolista di Capaci. Una scoperta che cozza con quanto dichiarato dalla famiglia della ragazza che di tracce di alcolici, quando il 2 agosto all’alba è arrivata sul posto, non ne ha viste.
«Venticinque bottiglie vuote di gin, quattro di Aperol spritz, nove di spumante», tutte accatastate in due sacchi di plastica, poi la biancheria intima della ragazza, «la maglietta verde e i pantaloncini di jeans grigi» che indossava la sera della festa di laurea di due amici che, per l’occasione, avevano affittato la casa. E ancora altro gin e spumante da consumare.
L’elenco degli oggetti repertati dai carabinieri è dettagliato. E porta la data del 4 agosto. Cioè, a leggere dalle carte, i sequestri degli oggetti ritenuti utili alle indagini, sollecitati anche dal legale dei Cinà, l’avvocato Gabriele Giambrone, sarebbero stati fatti solo due giorni dopo la morte di Simona. Due giorni in cui la villa, a cui non sono mai stati messi i sigilli, è rimasta incustodita.
Cosa sia potuto accadere nella casa di Bagheria tra l’alba di sabato e lunedì non è possibile accertarlo, anche perché l’unica telecamera di sorveglianza piazzata in giardino non è funzionante. Di certo c’è che, a poche ore dai sequestri (che risultano effettuati alle 9.10 e alle 14.12 del 4 agosto) la Procura di Termini Imerese, con una nota, ha voluto precisare che nelle indagini non c’era stata alcuna anomalia, che gli oggetti significativi per gli accertamenti erano stati acquisiti (in realtà a dire del verbale solo qualche ora prima), che i ragazzi che erano alla festa, a differenza di quel che dicono i familiari di Simona, avevano collaborato alle indagini. E avevano comunque tentato, invano, di soccorrere l’amica.
Precisazioni puntuali a cui, martedì, ha fatto seguito un incontro tra i magistrati, i carabinieri e la famiglia della ragazza. Per alcune ore gli inquirenti hanno cercato di ricostruire quali fossero le condizioni di salute dell’atleta, se avesse sofferto di patologie (possibili cause della morte). Domande a cui i genitori di Simona hanno risposto ribadendo che la ragazza era sana e sottoposta a regolari controlli medici vista l’attività sportiva che praticava.
Un contributo importante alla soluzione del giallo, però, potrebbe arrivare stamattina con l’autopsia, fissata per le 9 all’istituto di medicina legale del Policlinico di Palermo. La Procura ha incaricato 4 consulenti, tra cui un anatomopatologo che dovrà eseguire gli esami tossicologici per capire se, come sospettano i familiari, qualcuno abbia dato alla ventenne una droga che l’ha poi uccisa. Fondamentale sarà anche capire se nei polmoni di Simona ci siano tracce di acqua, circostanza che proverebbe l’annegamento. La ragazza, cioè, avrebbe avuto un malore, magari per una patologia silente di cui soffriva, e potrebbe essere annegata. E un aiuto agli inquirenti potrebbe arrivare anche dalle analisi degli oggetti sequestrati: i vestiti, il costume che Simona indossava quando è morta, bottiglie, bicchieri e piatti portati via dai carabinieri. Materiale, specificano i magistrati nella convalida del provvedimento, notificata ieri ai Cinà, che è stato utilizzato da tutti gli ospiti della festa.
7 agosto 2025
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