KARPACZ (Polonia) – Il nome che non ti aspetti con un colpo da navigato finisseur. Paul Lapeira vince la seconda tappa del Tour de Pologne con arrivo in salita a Karpacz grazie ad un guizzo secco negli ultimi cento metri che ha lasciato tutti di sasso. Esulta in modo curioso facendo girare le dita attorno alle tempie mantenendo poi segreto il motivo in mixed zone.

Forse mimava il riavvolgimento di un nastro della memoria. Il 25enne francese della Decathlon Ag2R La Mondiale a distanza di un anno ritrova il successo che gli consente anche di indossare la maglia gialla di leader della generale con una manciata di secondi su Vacek, Langellotti (rispettivamente secondo e terzo anche al traguardo). Dietro di loro si è visto un brillante Tiberi, quarto all’arrivo e ora quinto in classifica a 12”, che probabilmente nel finale ha pagato il minor cambio di ritmo rispetto ad avversari più “scattisti” di lui.

Lapeira anticipa tutti negli ultimi 100 metri con un grande guizzo. Per lui anche la maglia gialla da leader

Lapeira anticipa tutti negli ultimi 100 metri con un grande guizzo. Per lui anche la maglia gialla da leader

Velocità e attenzione

Sul finire della tappa inizia leggermente a piovere, le previsioni meteo locali erano state precise. E così il fondo stradale verso Karpacz diventa umido, quindi pericoloso, anche perché bisogna andare a riprendere Walker della EF Education-EasyPost, ultimo superstite della fuga di giornata. Il gruppo torna compatto a 5 chilometri dalla fine e si formano i treni delle squadre per prendere davanti l’ultima rampa. Tiberi rivive i momenti precedenti.

«Negli ultimi chilometri – spiega il 24enne della Bahrain-Victorious – sono stati velocissimi, già da quando siamo entrati nel circuito finale. Il primo giro è stato fatto molto forte. E devo dire che avevo anche un po’ di paura perché le strade erano strette, molto tecniche, tortuose, qualche buca e in penombra nella zona alberata. Ho cercato di stare molto attento.

Tiberi chiude quarto alle spalle di Vacek (secondo) e Langellotti. Nella generale il laziale è quinto a 12″

Tiberi chiude quarto alle spalle di Vacek (secondo) e Langellotti. Nella generale il laziale è quinto a 12″

A tutta fino in cima

Curva secca a sinistra e gli ultimi mille metri sono da fare tutti d’un fiato. Pendenza media attorno al 9 per cento, per la gente del posto è un “muro”. Tutti quelli che sentono di avere la gamba giusta lo affrontano come se fosse una volata.

«Con la squadra – racconta Tiberi – abbiamo dato il massimo fino agli ultimi 3 chilometri per cercare di rimontare il gruppo perché prima era stato veramente impossibile. Poi quando si è un po’ scremato in salita, sono risalito piano piano fino all’ultimo chilometro dove ero nelle prime dieci posizioni. Sentivo che la gamba era buona e Pello Bilbao mi ha aiutato per restare davanti. Quando poi è partita la volata sono andato a tutta fino all’arrivo.

«Lapeira – prosegue – era lì con noi. E’ risalito più o meno ai 500 metri o forse anche dopo. In quel tratto la pendenza era alta così come la velocità. Quindi una volta che scatti e prendi un paio di metri, ci vuole una grande gamba per chiudere. Però per me va bene così, sono contento».

Nel finale di tappa le squadre tirano forte per i propri leader. C’è fermento per prendere davanti la rampa che porta al traguardo di Karpacz

Nel finale di tappa le squadre tirano forte per i propri leader. C’è fermento per prendere davanti la rampa che porta al traguardo di Karpacz

Obiettivi polacchi e spagnoli

Tiberi al Polonia non ci è venuto solo in funzione della Vuelta, l’intento è quello di voler raccogliere qualcosa di buono e incoraggiante.

«Diciamo che l’obiettivo iniziale – ci dice mentre si ripara dalla pioggia più insistente – era quello di curare la generale in questa corsa. Ho corso sabato a San Sebastian dove le sensazioni sono state buone, ma non ottime. L’ultima gara era stata il Giro d’Italia e arrivavo da un periodo di altura. Devo ancora capire come sta e come reagisce il mio corpo, però dopo oggi ho sicuramente molto più morale. Cercherò di fare del mio meglio fino alla fine.

«Dopo il Tour de Pologne – ci anticipa i suoi programmi Tiberi – farò una settimana di altura a Sestriere per poi andare diretto a Torino per la Vuelta. Là cercherò di rifarmi della sfortuna patita al Giro, sperando che possa andare meglio. La voglia è di fare bene, cercando di curare la generale. Ecco, vedrò come il mio corpo si comporterà ad una gara di tre settimane per poi impostare il finale di stagione. Non sono ancora sicuro di andare al mondiale, vedremo. Comunque ci sono le classiche italiane come Emilia, Tre Valli e Lombardia dove poter fare qualcosa di importante».

La terza frazione del Tour de Pologne avrà partenza e arrivo da Walbrzych, però nel mezzo ci sono quasi 160 chilometri con sette gpm e 3540 metri di dislivello. Sarà ancora un banco di prova, forse il più duro, per gli uomini di classifica, ad iniziare proprio da Tiberi.