Si chiama La Quinta Stagione e il titolo ha un forte significato simbolico. Stiamo parlando del docufilm nato da un’idea di Paola Valeria Jovinelli, diretto da Giuseppe Carrieri e prodotto da Fondazione Arte del Convivio con IULMovie LAB, che sarà presentato in anteprima il 2 settembre alla 22esima edizione delle Giornate degli Autori, nell’ambito dell’82ª Mostra del Cinema di Venezia.

Un nuovo documentario sulla professione della cuoca

Martina Caruso in un frame del film

Le donne coinvolte sono cinque importanti chef italiane e il compito della pellicola è quello di raccontarne la storia, il lavoro e il legame con il contesto entro il quale esso si è sviluppato. Tutte molto diverse tra di loro, vengono comunque considerate delle innovatrici, nonché delle voci di primo piano nel panorama gastronomico italiano. “Ho voluto fortemente contribuire al racconto di un vasto universo femminile, di cui non si è mai saputo o potuto parlare a sufficienza” ha dichiarato Paola Valeria Jovinelli, produttrice del film. “Le riprese sono state un viaggio intimo e coinvolgente, attraverso paesaggi, stagioni e stati d’animo. Entrare nelle loro vite è stato un privilegio raro”.

Cinque importanti chef italiane nel docufilm

La loncandina del docufilm

Le professioniste coinvolte sono Caterina Ceraudo, del ristorante Dattilo di Strongoli, che lavora nella tenuta agricola di famiglia, in una relazione costante con il paesaggio calabrese. Martina Caruso del Signum di Salina, che ha costruito la propria identità sull’isola della Sicilia in cui è nata, trasformando un luogo remoto in un punto di riferimento. Valeria Piccini del mitico ristorante Da Caino a Montemerano, cuoca di grandissima esperienza che incarna la Maremma e la Toscana più autentica e ha fatto scuola con la sua cucina. Antonia Klugmann del ristorante L’Argine a Vencò, che ha scelto di lavorare al confine (letteralmente e metaforicamente) tra Italia e Slovenia, trovando una quadra unica fra ingredienti, piatti e territorio. E in fine Cristina Bowerman di Glass Hostaria a Roma, partita dal suo ristorante a Trastevere per diventare un punto di riferimento innovativo per tutta la ristorazione italiana.

Che cos’è la quinta stagione

Insomma non si parla solo di cucina, ma anche di futuro e di passato, poiché con la quinta stagione si fa riferimento a un tempo simbolico, quello che viene prima del piatto, della tavola, dell’esperienza finale. Si scopre quindi un universo inatteso molto interessante che racconta dal punto di vista di cinque professioniste del campo gastronomico la relazione tra vita e persona, senza porsi come uno storytelling gastronomico (niente ricette, niente piatti, niente spadellamenti) ma realtà più intime che vogliono la persona nel suo ambiente naturale. La durata dell’intero docufilm è di 60 minuti.

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