Più che la Città della Salute è la Città delle porti girevoli, per i manager che dovrebbero guidarla. Thomas Schael, commissario in carica dal primo marzo, resterà al timone ancora per qualche mese in attesa che trovi un nuovo incarico, probabilmente con il concorso della Regione, ma di fatto il suo mandato è terminato ieri, a meno di sei mesi dall’insediamento.

Fiducia venuta meno: la decisione della Regione

La Regione, ed ecco il fatto, gli ha comunicato che il rapporto fiduciario è venuto meno. Dirimente l’incontro al Grattacielo Piemonte, dove è stato convocato dall’assessore alla Sanità Federico Riboldi: presente, nella prima parte dell’incontro, il direttore della Sanità regionale Antonino Sottile. Incontro preceduto da un altro, tra Riboldi e Alberto Cirio. Unità di intenti, quindi. E volontà di chiudere un capitolo, evidentemente ritenuto infelice, in tempi brevi: un taglio netto, insomma.

Personaggio

Schael, il commissario decisionista tradito dallo scarso aplomb

Lodovico Poletto

07 Agosto 2025

Silenzio ufficiale, voci nei corridoi

Nessuno parla. Nessuna nota ufficiale da parte della Regione. Ma lungo i 40 piani del Grattacielo le voci corrono. E tra quelli che ospitano la “testa” della Sanità regionale – assessorato, direzione, uffici – circolano ancora più rapidamente.

La sentenza che ha pesato sul mandato

Che per il commissario, sempre silenzioso, tirasse una pessima aria, era noto. La sentenza del Tribunale del Lavoro di Torino – che a seguito del ricorso del sindacato medico Cimo-Fesmed ha condannato l’azienda, cioè lui e il suo gruppo di direzione, per attività antisindacale, delegittimandolo una volta di più – è stata la goccia che ha fatto traboccare il proverbiale vaso. Fanno fede le indiscrezioni di cui il nostro giornale ha dato conto negli ultimi giorni, non smentite.

Assenza strategica nelle riunioni

Peraltro, il commissario è stato in Regione anche martedì. Nè è intervenuto ieri mattina, durante la riunione in videocollegamento in cui la direzione regionale ha fatto il punto con i direttori generali di Asl/ospedali sull’avanzamento dei cantieri del Pnrr, al solito strigliandoli. Forse non era nemmeno collegato.

Un mandato finito in anticipo

Fine, molto anticipata, di un mandato che avrebbe dovuto durare cinque anni. Quanto ai torti e alle ragioni, da una parte e dall’altra, si potrebbe discutere a lungo. Schael ha avviato alcune azioni riconosciute come meritevoli da una parte degli stessi medici. Come la svolta sull’attività privata in libera professione, da riportare all’interno degli ospedali. Come la volontà di una maggiore efficienza: emblematica l’accelerazione nella consegna delle nuove sale chirurgiche del Cto. Due esempi tra gli altri.

Isolamento crescente del commissario

Ma forse ha confidato troppo in sé stesso, e nella copertura politica della Regione, manovrando senza curarsi di un muro che mattone dopo mattone si alzava e lo isolava: i sindacati, i medici, gli infermieri, le cliniche private. Il piglio, diciamo così, ha fatto il resto. Nè al Grattacielo è passata inosservata, tra le altre cose, la presenza discontinua del manager in azienda.

Un compito impossibile?

La Regione si aspettava, forse peccando di ingenuità, che riuscisse a risanare un colosso traballante, dove le posizioni di potere sono pari alle eccellenze, senza entrare in conflitto, o comunque mantenendolo a bassa intensità.

Analisi

Sfiducia a Schael, cosa succede adesso? I problemi irrisolti di Città della Salute

ale.mon .

07 Agosto 2025

La vera sconfitta: l’azienda

Sia come sia, una sconfitta per tutti. In primis per un’azienda sempre più frastornata, che avrebbe bisogno di un riferimento sicuro e invece si trova paracadutata nell’ignoto, ancora una volta. Non a caso, in Regione nessuno gioisce. Una cosa è certa: il successore, per quanto possa essere abile nel mediare, dovrà mettere le mani dove ha cominciato a metterle Schael. Per evitare che, riprendendo la celebre citazione nel «Gattopardo», alla Città della Salute tutto cambi perché nulla cambi.