La Russia ha colpito con dei droni un compressore di gas nella stazione di Orlivka, vicino Odessa, danneggiando la rotta transbalcanica del gas appena inaugurata. A essere minata non è soltanto l’indipendenza energetica dell’Ucraina, ma anche quella degli altri paesi europei. 

Il progetto della nuova rotta transbalcanica

Il progetto, infatti, è stato inaugurato lo scorso luglio per fronteggiare il deficit energetico dell’Ucraina, che si prevede sarà particolarmente difficile nell’inverno 2025-2026. Le risorse ormai scarseggiano e il corridoio di gas transbalcanico sarebbe stato di grande aiuto per la popolazione attaccata dai russi. La stazione è gestita da GTS, il gestore del sistema di trasmissione del gas dell’Ucraina, e si trova nei pressi di Odessa, a due passi dal confine con la Romania. Secondo un canale di monitoraggio di attacchi aerei locale, nella stessa data l’attacco congiunto di 20 droni russi avrebbe colpito anche Izmail, Reni e Artsyz, sempre nella regione di Odessa. La stazione di Orlivka fino al 2025 era attraversata dal gas russo che doveva raggiungere la Romania (e il resto d’Europa), ma dall’inizio dell’anno la stazione opera solo in maniera inversa, importando esclusivamente gas in Ucraina dai terminali europei. La conferma dei danni arriva da un comunicato stampa, divulgato il 6 agosto dal Ministero dell’Energia ucraino, che notifica il danneggiamento a opera dei russi delle infrastrutture che garantiscono il flusso di gas. Attualmente è in corso di valutazione della gravità dei danni, ma i resoconti completi si attendono non solo in Ucraina.

Il ruolo dell’Europa

A luglio, il colosso energetico statale ucraino Naftogaz Group ha firmato il suo primo accordo con la privata SOCAR Energy Ukraine, segnando il primo accordo di trasporto del gas firmato per la rotta transbalcanica. Questo nuovo corridoio energetico è destinato al transito di gas in Ucraina dai terminali di gas naturale liquefatto (GNL) della Grecia: l’Unione Europea, quindi, ha interessi sull’infrastruttura, perchè rappresenta un’alternativa al trasporto di energia proveniente dalla Russia. Il corriodoio è servito anche per consegnare il gas naturale liquefatto di origine americana e volumi di prova di gas azero ai depositi sotterranei dell’Ucraina. Secondo i dati ExPro, nel mese di agosto le importazioni hanno raggiunto circa 0,4 milioni di metri cubi al giorno.

L’alternativa alle rotte russe

Il ministro dell’Energia ucraino Svitlana Hrinchuk ha affermato che l’ultimo attacco di Mosca dimostra la sua volontà di minare l’indipendenza energetica europea. «Il massiccio attacco dei droni russi su una stazione di compressione transbalcanica chiave dimostra che Mosca sta usando tutti gli strumenti per minare l’indipendenza energetica dell’Europa e le rotte alternative del gas», ha affermato Hrinchuk nel comunicato stampa del 6 agosto. La questione diventa ancora più ampia, perchè questa facilità di attacco alle infrastrutture energetiche ucraine, secondo Hrinchuk, dovrebbe mettere in allarme anche l’Unione Europea. «Se la Russia può colpire impunemente le infrastrutture energetiche dell’Ucraina, nessuna struttura europea sarà al sicuro. L’impunità alimenta solo il terrore. Ecco perché la Russia deve essere ritenuta responsabile» ha aggiunto Hrinchuk. L’indipendenza energetica europea dal gas dei russi è ancora una chimera?


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