La casa di Nini Bonavoglia in Puglia, un luogo di affetto e creatività.
Dalle scale che collegano i due piani di questa casa non lontana da Bari, circondata da alberi che sembrano abbracciarla proteggendola dal vento che soffia dal mare fuori dalla porta, il giorno di Natale di molti anni fa prendeva il via una privatissima processione: la famiglia, tutta la famiglia, seguiva il suo più piccolo esponente a cui era affidato il bambinello che, prima di essere deposto nella mangiatoia, attraversava tutte le stanze accompagnato dalla luce tremula delle candele e dal canto di Tu scendi dalle stelle. «Eravamo tutti stonati, il bambinello – affidato a me dal momento che ero il più piccolo – arrivava a destinazione tra le risate», ricorda lo scultore Nini Bonavoglia, che nella vecchia casa costruita negli anni ’60 dai suoi nonni è venuto a vivere, in un’operazione di bilancio sentimentale prima ancora che intellettuale.
Davanti alla scala, Eames Lounge Chair vintage di Charles & Ray Eames (Vitra). Sullo sfondo, un’opera di David Gardner. Poltrone Camaleonda di Mario Bellini, anni ’70 (B&B Italia).Foto Simon Watson. Styling e produzione Francesca Santambrogio
Un luogo di riflessione, lavoro e affetti
«Quando sono tornato in Puglia, qualche anno fa, ci ho portato i mobili che avevo collezionato nel tempo, dal letto di Gio Ponti ad alcuni pezzi di design italiano, a cui ho aggiunto le mie sculture perché questo è diventato un luogo di riflessione e di lavoro, oltre che un posto legato alla memoria degli affetti». Della grande casa dei nonni, suddivisa in due appartamenti, rimangono i volumi, le altezze, gli archi, il pavimento in piastrelle dal disegno geometrico anni ’60 e qualche arredo, come lo chandelier in cristallo nel living o la grande libreria notarile nello studio.