In Somalia centrale oltre 22.000 persone, tra cui più di 11.000 bambini, sono fuggite a causa del conflitto sempre più violento a Mahas. Inoltre, nella regione di Hiran il conflitto ha interrotto i servizi salvavita per i bambini, soprattutto per quelli in cura per malnutrizione, costretti a fuggire dai centri sanitari con le loro famiglie.
Conflitto in Somalia: bambini e famiglie sfollate
In Somalia centrale, negli ultimi due mesi si e dopo una significativa escalation il 27 luglio scorso, si sono intensificati gli scontri tra milizie locali, forze governative e gruppi armati non statali nella regione di Hiraan. I combattimenti hanno causato lo sfollamento di oltre 22.800 persone nel solo distretto di Mahaas. Più della metà sono bambine e bambini, circa 11.000.
Gli sfollati vivono nei villaggi vicini da alcune famiglie ospitanti, in condizioni di sovraffollamento o in campi aperti senza alcun servizio essenziale. La nostra preoccupazione cresce anche per la sospensione di 21 centri sanitari supportati dalla nostra Organizzazione. Tra questi c’è anche un centro di stabilizzazione per bambini e bambine affetti da malnutrizione acuta grave.
Al momento dell’escalation erano oltre 150 i bambini che ricevevano cure per malnutrizione acuta grave a Mahaas e nei villaggi circostanti. Ma i combattimenti li hanno costretti a fuggire con le loro famiglie a Bulo Burte e Beledweyne dove, i nostri operatori stanno cercando di rintracciarli per riattivare le cure.
Somalia: danni e conseguenze del conflitto
Il conflitto in Somalia ha causato danni alle fonti d’acqua, ostruito le strade e portato a un significativo aumento dell’insicurezza alimentare. Donne, bambini e gruppi vulnerabili di persone non hanno alloggi dignitosi e soffrono di disagio psicologico. Aumentano sempre di più le segnalazioni di giovani reclutati da entrambe le parti per combattere.
Negli ultimi due mesi, secondo i partner umanitari e le autorità locali, in Somalia centrale e meridionale il conflitto ha causato lo sfollamento di circa 100.000 persone nelle regioni di Hiraan e Gedo, mettendo ulteriormente a dura prova le già limitate risorse locali, con carenza di alloggi, cibo, acqua pulita e assistenza sanitaria.
“Finora non sono stati forniti aiuti umanitari significativi, il che evidenzia l’urgente necessità di un’assistenza umanitaria coordinata e senza impedimenti, per rispondere a bisogni indispensabili. Save the Children ha constatato che le famiglie sfollate che arrivano a Beledweyne, spesso senza cibo, riparo o beni di prima necessità, si trovano ad affrontare gravi condizioni umanitarie. La maggior parte vive in insediamenti di fortuna sovraffollati, con un supporto limitato da parte delle comunità ospitanti, già in difficoltà. C’è urgente bisogno di alloggi, cibo, acqua, servizi sanitari e di protezione, in particolare per i gruppi vulnerabili come donne, bambini e anziani” dichiara Mohamud Mohamed Hassan, Direttore di Save the Children in Somalia.
Il recente sfollamento grava ulteriormente su una comunità già messa a dura prova da una grave siccità che ha portato a un forte aumento della malnutrizione, mentre l’accesso ai servizi sanitari salvavita risulta sempre più limitato a causa dei tagli agli aiuti. Dall’inizio di quest’anno, infatti, nella regione di Hiran 32 delle strutture sanitarie che supportiamo sono state chiuse a causa dei tagli agli aiuti. Leggi di più Tagli aiuti umanitari: quale impatto sui bambini.
Il nostro intervento
Operiamo in Somalia e nel Somaliland dal 1951 e abbiamo programmi a supporto dell’assistenza sanitaria, dell’istruzione e delle esigenze alimentari dei bambini in tutto il Paese. Lo scorso anno abbiamo raggiunto 3,2 milioni di persone, tra i quali 1,9 milioni di minori.
C’è bisogno di assistenza immediata per rispondere a bisogni essenziali. Ciò include la distribuzione di alloggi di emergenza e di beni non alimentari, cibo e acqua, l’impiego di servizi sanitari mobili e servizi di protezione, incluso il supporto psicosociale. Gli operatori umanitari dovrebbero coordinarsi con le autorità locali e le comunità ospitanti per garantire interventi inclusivi e mirati, pianificando al contempo interventi di recupero tempestivi, come istruzione e mezzi di sussistenza, per sostenere la resilienza a lungo termine nelle comunità.
Per approfondire, leggi il comunicato stampa.