L’estate, si sa, è la cornice perfetta per gli amori vacanzieri. Alcuni sono destinati a durare una stagione, altri sono destinati all’eternità. E non c’è spunto migliore per le rom-com che affollano le piattaforme di questi tempi.


Sono veloci, si possono portare in ferie e si lasciano guardare sotto l’ombrellone o in cima ai monti senza doversi muovere. Un delivery di contenuti no stop in cui a volte è difficile perdersi, ma ci sono tre titoli da tenere particolarmente d’occhio perché interpretate dagli attori più amati della loro generazione, grazie a ruoli iconici.



Tutti tranne te


Il primo, Tutti tranne te, è appena approdato su Sky Cinema e NOW e propone una strana coppia alle prese con un’infinita saga di tira e molla, qualche messinscena e tanti fraintendimenti. Lui è Glen Powell di “Top Gun: Maverick” e interpreta Ben, che ha la fama di rubacuori seriale e un debole per i guai e le trovate a effetto. Lei è Sydney Sweeney di “Euphoria”, che di recente ha indignato mezza America per il gioco di parole su una pubblicità dei jeans ritenuto razzista.


Affrontano un triangolo che a tratti diventa un quadrato e devono fare i conti con l’invito a un matrimonio a Sydney che li costringerà a venire a capo delle proprie emozioni. L’incontro di una notte può cambiare le loro vite per sempre. Peccato per alcune scene da comedy un po’ forzate e sopra le righe!



Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente


Il secondo film è il prequel della saga fantasy distopica con Jennifer Lawrence. In attesa del secondo e più avvincente capitolo (L’alba sulla mietitura, sempre tratto dall’omonimo romanzo di Suzanne Collisn), “Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente” (su Prime Video) mette in scena la gioventù del tiranno del regno di Panem, Coriolanus Snow. Qui ha il volto dello sconosciuto Tom Blyth e al suo fianco troviamo Rachel Zegler (la controversa interprete del nuovo “Biancaneve”), nei panni di Lucy Gray Baird, uno dei tributi nei giochi della fame istituiti dal governo per punire le regioni (chiamate distretti) ribelli del Paese. Tra loro scocca un’insolita e proibitissima scintilla: lui ha il compito di farla uscire vincitrice dallo scontro dell’Arena, lei quello di rimanere in vita.

Hanno obiettivi comuni, ma per scopi diversi: il ragazzo è deciso a ripristinare la ricchezza di famiglia vincendo il premio messo in palio dall’accademia prestigiosa che frequenta, la fanciulla invece proviene dal luogo più povero della zona, quello dei minatori, anche se la sua è una famiglia di musicisti itineranti.

Ma non siamo ne “La bella e la bestia” né in “Twilight” e l’aderenza alla realtà – seppure nella finzione – mette i due a confronto con la propria natura e arriva la resa dei conti. Così come il libro, anche la trasposizione cinematografica impedisce una vera e propria identificazione con i protagonisti, lasciando lo spettatore a un palmo di distanza dai loro sentimenti. Un’occasione sprecata.



Il mio anno a Oxford


La terza – e più riuscita – proposta streaming di queste settimane è “Il mio anno a Oxford” che si è immediatamente piazzata al primo posto nella classifica dei titoli più visti di Netflix.


Anche in questo caso i protagonisti sono attori noti: lui, Corey Mylchreest, è stato re Giorgio nella serie “La regina Carlotta: una storia di Bridgerton”, mentre lei, Sofia Carson, è una ex stellina Disney. I loro personaggi, Jamie e Anna, s’incontrano nel prestigioso college inglese dove lei, un’americana con un anno sabbatico in corso, si ritrova a studiare nella classe dove insegna lui. L’incontro/scontro è classico e romanticissimo, con una svolta inaspettata che prende in contropiede e spezza il cuore ai puristi delle rom-com. Spoiler alert: quando la svolta vira verso “Colpa delle stelle” e la sick lit lo spettatore resta totalmente spiazzato. Ed è questo che ha permesso d’incoronarla come commedia dell’estate perché sa far sognare ma resta ancorata, per quanto possibile, alle amare scoperte della vita.


Se è vero, come si dice nella storia tratta dal romanzo di Julia Whelan, che nella vita contano gli attimi di felicità, per quanto effimeri e non duraturi, allora non importa la durata di una storia d’amore ma la sua intensità. Per chi ci crede o vuole crederci, questa è la pellicola ideale. Leggera al punto giusto, spensierata per molti versi e drammatica in altri, lascia un sapore agrodolce, che potrebbe diventare il gusto preferito di questa parentesi estiva.




Ultimo aggiornamento: giovedì 7 agosto 2025, 16:46





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