OROTELLI – Un’assemblea infuocata ha visto questa mattina gli allevatori sardi scontrarsi duramente con l’assessore regionale alla Sanità, Armando Bartolazzi, a Orotelli. Al centro del dibattito, l’emergenza della dermatite nodulare contagiosa (Lumpy Skin Disease) che sta mettendo in ginocchio decine di aziende agricole in Sardegna. Gli allevatori chiedono a gran voce una deroga per la vaccinazione controllata e, soprattutto, di non sopprimere i bovini sani, una pratica invece prevista negli allevamenti colpiti dal virus per arginare l’epidemia.
La situazione è critica: sono già 33 i focolai accertati in Sardegna, ma il numero è destinato a crescere, con oltre 200 animali tra morti per la malattia e abbattuti e molti di più a rischio. Di fronte a questa emergenza, la richiesta principale degli allevatori è chiara: “Perché non si è chiesta una deroga per fare una vaccinazione controllata?”.
La posizione del Ministero, tuttavia, non lascia margini a compromessi: per evitare la diffusione del virus, l’unica alternativa considerata è la vaccinazione massiva. “Dal punto di vista pratico questa malattia, come possiamo vedere, è sottolineata come di tipo A”, ha spiegato Bartolazzi, indicando che l’unica via per ottenere un’eventuale deroga ed evitare gli abbattimenti indiscriminati è la vaccinazione di tutti i capi.
Gli allevatori, pur non essendo “contro o a favore dei vaccini”, chiedono garanzie. “La gente chiede solo garanzie: vuole capire se un capo vaccinato e ha la malattia si capisce se è da vaccino o da virus”, ha dichiarato Leonardo Salis, presidente Coldiretti Nuoro, ribadendo che il pensiero degli allevatori sugli abbattimenti è “solo su quelli selettivi”.
Dal canto suo, Daniela Falconi, Presidente Anci Sardegna, ha avanzato la proposta di istituire un’unità di progetto, sulla scorta di quanto fatto per la peste suina. L’obiettivo è creare “una voce univoca che dia informazioni chiare e precise agli allevatori, che sono evidentemente molto preoccupati”. La preoccupazione è accentuata dall’incertezza su quando partiranno le vaccinazioni, come verranno gestite, come saranno gestiti gli abbattimenti e, soprattutto, chi tratterà con il Ministero per ottenere le deroghe per gli animali sani.
Il dibattito rimane aperto e la tensione palpabile, con gli allevatori che chiedono risposte concrete e un piano d’azione che tuteli il loro patrimonio zootecnico e la loro sussistenza.