Premessa necessaria: come sempre la storia non si fa con i se e con i ma. Però, allo stesso tempo, la fantasia a volte è importante per capire come si sarebbe potuta evolvere una situazione in assenza di un elemento interessante della realtà che viviamo. In questo caso l’elemento – assolutamente dirompente- è Marc Marquez. Il suo impatto sul mondiale 2025 è stato pari a quello di un asteroide che colpisce la terra, ma per capire meglio quanto valgono Ducati e i suoi avversari, non ci resta che affidarci a una gioco: toglierlo dalla classifica e vedere che succede.
Estate, voglia di giocare
Chiaramente si tratta di un esercizio fatto – metaforicamente parlando- sotto l’ombrellone. Anche perché, se ricordate bene, l’arrivo di Marquez nel team ufficiale ha fatto sì che Martin andasse in Aprilia. Se Marc non fosse approdato alla corte di Gigi Dall’Igna, lo schieramento della MotoGP oggi sarebbe piuttosto diverso. Ma noi faremo finta, per il tempo di questo articolo, di avere semplicemente una Desmosedici in meno sulla griglia.
Partiamo dalle vittorie: Marquez ha vinto 8 gare su 12, si tratta di rimescolare bene i podi. Suo fratello Alex avrebbe vinto 5 gare in più, a cui bisogna aggiungere il “vero” successo di Jerez, per un totale di 6 affermazioni. Meno sarebbe cambiata la classifica di Bagnaia, con una sola vittoria in più. Diverso invece il discorso per il suo amico Marco Bezzecchi: nel suo caso i successi diventerebbero 3, con Aprilia molto più protagonista. Cosa rimane: la vittoria di Johann Zarco con la Honda in Francia, un caso che resterebbe isolato, perché il suo secondo posto di Silverstone è arrivato dietro a Bezzecchi e non a Marc.
Anche sulle Sprint ci sarebbe un passo avanti netto di Alex: ben 9 vittorie in più, per un totale di 10, più una vittoria a testa per Bezzecchi e Acosta. Lo spagnolo di KTM nel complesso sarebbe anche salito sul podio delle gare lunghe una volta in più, per una classifica leggermente migliore.
Conclusioni
Ducati avrebbe insomma vinto comunque 8 gare su 12 e 10 Sprint: una superiorità netta, ottenuta però in larga parte con la “vecchia” GP24, che si sarebbe comunque aggiudicata la metà dei successi in calendario. Alex Marquez sarebbe leader del mondiale e i manager di Borgo Panigale si troverebbero con la brutta gatta da pelare di sentirsi dire che la nuova moto è sbagliata, oltre al fatto di trovarsi con un team clienti come Gresini a fare man bassa di vittorie. Certo, Bagnaia probabilmente sarebbe riuscito a incidere di più sulla squadra per ottenere una GP25 diversa – a cominciare dai test invernali- e anche la sua testa forse sarebbe stata capace di affrontare diversamente le sfide portate dal nuovo avversario. C’è poi da considerare Aprilia: nel mondiale “vero” il Bez ha fatto 108 punti da Silverstone in poi, solo 4 in meno di Alex Marquez, Bagnaia ne ha portati a casa 93, Acosta e Di Giannantonio 78.
Come ci dimentichiamo di Marc, ritroviamo perciò un mondiale combattuto, dove i valori in campo sono molto più livellati di quanto si possa pensare. D’altronde lo ha capito anche Gigi Dall’Igna, che al termine del GP della Repubblica Ceca ha spronato la squadra a lavorare, per recuperare margine. C’è solo un però: con un Marquez così in squadra, l’urgenza di riuscire a migliorare la Desmosedici non c’è e bisogna davvero trovare grande motivazione per andare a cercare quel qualcosa in più che possa ulteriormente fare la differenza.