di Marc Seriau/paddock-gp

Nelle ultime stagioni Aprilia ha sofferto di problemi di affidabilità della catena in MotoGP. Non sono mancati anche alcuni incidenti spettacolari, come quello dello scorso anno a Jerez. La catena si è allentata all’ultimo giro, mentre Maverick Viñales stava lottando per la vittoria. Anche Aleix Espargaró ha avuto la sua parte di battute d’arresto. La casa di Noale ha deciso di reagire quest’anno.

Di fronte a questo punto debole, il team Aprilia ha quindi introdotto un guidacatena, un componente raro in MotoGP ma ritenuto essenziale a Noale. Va detto che la catena non ha vita facile nella classe regina del Motomondiale. Da un lato un interasse pignone/perno ruota posteriore che tende ad allungarsi per contrastare l’impennata e che ora è compreso tra 760 e 780 mm. Dall’altro, ci sono dispositivi di assetto che fanno variare enormemente questa distanza tra accelerazioni in uscita di curva e frenate con la ruota posteriore in aria…

La maggior parte dei costruttori contrasta le conseguenze di questo fenomeno con guide sul forcellone che hanno le proprietà del Teflon. In Aprilia sono andati oltre, introducendo una guida nel punto in cui la catena deve ingranare con la corona.

Aprilia nei vari GP

Da quanto possiamo vedere nei nostri documenti e nella formidabile collezione di foto Michelin, fu durante il ritorno in Europa che avvennero i primi test di questo dispositivo, con un primo modello disponibile in due versioni testato da Lorenzo Savadori. Perché, sia chiaro fin da subito, nessun pilota Trackhouse ha provato e possiede questo sistema fino ad oggi: è una questione esclusivamente per i piloti ufficiali.

Nei Gran Premi successivi Marco Bezzecchi non l’ha provata spesso, nemmeno a Le Mans, dove l’on/off track ha certo messo a dura prova la catena. Al Mugello (vedi foto di copertina) invece tutte le RS-GP presentavano queste guide. In seguito nei Paesi Bassi è comparso un secondo modello, più piccolo, sempre sulla moto di Lorenzo Savadori.

Anche questo, come il primo, è composto da una parte in alluminio che funge da supporto e da una parte apparentemente in carbonio che limita il possibile spostamento della catena. Tuttavia, sembra agire un po’ più in profondità sulla corona e presenta una contropiastra in alluminio.

All’ultimo Gran Premio di Brno, Jorge Martin aveva il primo modello (vedi foto qui in basso), Marco Bezzecchi il secondo.

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    Senza vedere la maggiore escursione della sospensione posteriore della RS-GP o conoscere la geometria di pignone di uscita, perno del forcellone e perno ruota posteriore, non siamo in grado di dire perché solo l’Aprilia sia soggetta a questi problemi. In ogni caso, gli uomini di Noale hanno reagito, con due modelli di guida, e il tempo dirà quale sarà la scelta migliore.

    Insomma, il guidacatena Aprilia in MotoGP non è né una rivoluzione né un concetto sensazionale, ma una semplice soluzione hardware che ha eliminato un problema ricorrente e ha permesso alla RS-GP di guadagnare in affidabilità. E in una disciplina dove ogni dettaglio conta, questo tipo di progresso vale doppio.

    L’articolo originale su Paddock-GP