Tra raid missilistici, colloqui più o meno proficui e minacce nucleari, la Russia sta conducendo una guerra elettronica che rischia di minare la stabilità dell’Europa. La minaccia soffia forte sui Paesi Baltici, che da mesi ormai le maggiori intelligence europee indicano come primo possibile obiettivo di Putin in caso di un attacco alla Nato. Dal 2022 ad oggi sono infatti aumentati gli atti di sabotaggio, prima attraverso il danneggiamento di cavi sottomarini, poi attaccando i Gps di voli commerciali e navi. E nelle ultime settimane i disturbi elettronici sono incrementati. A fine luglio è stata segnalata la presenza di un nuovo jammer russo vicino al confine orientale dell’Estonia. Le interferenze Gps hanno subito fatto alzare l’allerta nell’area del Mar Baltico, tanto da spingere l’Autorità per la tutela dei consumatori e la regolamentazione tecnica (TTJA) a sconsigliare i voli con droni nei pressi della città di confine di Narva. Secondo quanto riporta la testata estone Forte Delfi però, sarebbe confermata Kaliningrad come base operativa dell’arma segreta capace di mettere in crisi le comunicazioni satellitari. E tra i nuovi obiettivi ci sarebbe anche Starlink. Il giornale cita come fonte Vladimir Ossetshkin, un dissidente russo residente in Francia, che giunto a conoscenza delle ultime interferenze in Estonia ha contattato la testata e ha fornito i documenti top secret che svelano tutti i dettagli dell’arma, che viene chiamata Tobol.
Russia, la guerra elettronica alla Nato
«I russi si stanno esercitando». In una situazione di guerra con la Nato, la Russia utilizzerebbe il sistema Tobol nell’area del Mar Baltico come arma strategica per paralizzare le capacità di navigazione, comunicazione e intelligence dell’Allenza Atlantica, indirizzando potenti e mirati segnali di disturbo e falsi segnali verso i satelliti Gps e i ricevitori delle forze nemiche. Ciò creerebbe caos nel coordinamento, distorcerebbe i sistemi di puntamento di droni e missili, interromperebbe la logistica e ostacolerebbe elettronicamente le operazioni terrestri, aeree e navali della Nato. L’impatto di tale interruzione si diffonderebbe rapidamente in tutta la regione, dove il sistema Tobol, insieme alle unità mobili, creerebbe una zona di guerra elettronica stratificata in cui la tecnologia di precisione verrebbe resa non funzionale.
Tobol, l’arma segreta
I documenti visionati da Forte Delfi forniscono una visione molto rara e dettagliata della natura, degli obiettivi e della struttura tecnica del sistema di guerra elettronica russo Tobol e del suo “compagno” Sledopyt, progettato per monitorare i segnali. Questi materiali sono stati preparati nell’ambito della cooperazione contrattuale tra l’industria della difesa russa e le istituzioni militari e contengono informazioni sullo sviluppo e l’implementazione di specifiche strutture militari. I documenti specificano che la missione di Tobol è proteggere i sistemi di comunicazione satellitare e di navigazione russi da potenziali attacchi Nato mediante jamming e interferenze dei segnali Gps, inclusa la capacità di indirizzare le interferenze direttamente sui satelliti in orbita. Lo scopo di Sledopyt è passivo: rilevare, monitorare e analizzare l’uso delle comunicazioni satellitari e radio della Nato. Sebbene le loro applicazioni siano diverse, lavorano insieme come un unico tandem integrato.