I vertici del Miulli, della Regione Puglia e della Lum siglano il protocollo d’intesa – Ufficio stampa Miulli
È stato sottoscritto all’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti (Bari), il protocollo d’intesa tra Regione Puglia, Lum (Libera Università Mediterranea “G. Degennaro”) e lo stesso ente ecclesiastico Miulli, che regola i rapporti in materia di attività sanitaria tra il sistema universitario e il Servizio sanitario nazionale. Un accordo che valorizza la sinergia fra i tre pilastri che contraddistinguono i nosocomi universitari: assistenza sanitaria, formazione e, elemento non secondario soprattutto nel futuro del Miulli, la ricerca.
Lo storico ospedale pugliese, che affonda le radici addirittura nel XII secolo, quando era conosciuto come “Ospedale dei soldati”, e che divenne ospedale dei pellegrini e dei poveri nel 1546, è al centro di profonde trasformazioni strategiche: è infatti giunto alla conclusione l’iter che lo trasformerà, da qui all’inizio del 2026, da ospedale regionale a policlinico universitario. Inoltre, il già deciso e importante ampliamento dell’ospedale, la cui progettazione sarà ultimata a fine settembre, prevede anche un polo didattico, il cui cantiere sarà inaugurato tra pochi mesi.
Alla firma del protocollo – che sancisce il perseguimento della qualità dell’assistenza sanitaria, dell’eccellenza nella formazione dei professionisti della salute, e dell’impegno nella ricerca e nell’innovazione – sono intervenuti, tra gli altri, il governatore dell’ospedale, monsignor Giuseppe Russo, vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il vicepresidente della giunta regionale e assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese, il presidente del cda della Lum, Emanuele Degennaro. Le attività formative, è spiegato in una nota dell’ente, riguardano l’intero ciclo dell’educazione medica e sanitaria: corsi di laurea triennale e magistrale, scuole di specializzazione, master e dottorati, fino alla formazione continua in medicina. Tutte le strutture coinvolte nel protocollo diventano «parte integrante della rete formativa universitaria, mettendo a disposizione casi clinici, professionalità e ambienti formativi». La firma del protocollo «è motivo di grande soddisfazione – ha dichiarato monsignor Russo -. È un passo che rafforza la nostra identità di ospedale ecclesiastico al servizio del bene comune, in dialogo con le istituzioni e in apertura alla formazione e alla ricerca. Guardiamo al futuro con fiducia, radicati nella missione di cura integrale della persona».
L’ospedale sarà presto interessato da lavori di ampliamento – Ufficio stampa Miulli
Emiliano ha rimarcato l’importanza della «sintesi tra l’ospedale e l’università», che «ha preso rapidamente velocità: in pochi mesi sono state bruciate le tappe, avviando un percorso formativo che rafforza una vera e propria scuola di medicina, integrandosi con il lavoro già svolto dall’ospedale nella formazione di infermieri e operatori sanitari». Per Antonello Garzoni, rettore della Lum, «l’accordo rende sempre più operativo il polo universitario nelle professioni sanitarie avviato 5 anni fa dalla Lum e dal Miulli con i corsi in Medicina e chirurgia, in Infermieristica e in Odontoiatria. Ad oggi sono 450 gli studenti che vi si iscrivono annualmente, e quest’anno avremo i primi laureati in Infermieristica, mentre la prima coorte di medici si laureerà nel 2027. Il progetto vuole rappresentare un polo di eccellenza in tutto il Sud». Una finalità ambiziosa, per il raggiungimento della quale si è speso, in questi anni, il delegato del vescovo alla direzione dell’ospedale, monsignor Domenico Laddaga: «Questa intesa – ha osservato – rappresenta il raggiungimento di un obiettivo importante: integrare formazione universitaria e attività clinica in modo virtuoso, per garantire al paziente cure sempre più qualificate e offrire ai futuri medici un percorso formativo di eccellenza, ancorato alla realtà sanitaria del territorio». A proposito di territorio, quello di riferimento del Miulli, da tempo, si è ulteriormente allargato, visto che i pazienti arrivano anche dalle regioni vicine.
Ecco perché, nell’idea iniziale di questo salto di qualità, lo sguardo è andato lontano: «La Regione Puglia ha ben compreso che non si trattava di un progetto limitato nel tempo e nelle risorse – ha evidenziato Emanuele Degennaro, presidente del cda della Lum -, ma di un programma di sviluppo del sistema dei servizi legati alla sanità pensato e realizzato sulla base di una chiara visione. Ampliare numericamente e qualitativamente la disponibilità di servizi assistenziali territoriali e integrarli in un più largo contesto di crescita delle attività didattiche e di ricerca universitaria – ha aggiunto Degennaro – è il mezzo attraverso cui, non solo dare più possibilità ai cittadini di usufruire delle risorse del sistema sanitario regionale, ma anche ai giovani di aumentare le possibilità di studiare e specializzarsi nelle discipline medico-sanitarie senza dover allontanarsi dalla Regione». Insomma, è la conclusione di Degennaro, «se si vogliono realizzare politiche di costruzione di ambiti di eccellenza sanitaria, cosa che in altri contesti regionali ha portato non solo servizi, ma anche ricchezza per il territorio, non si può prescindere dall’operare coinvolgendo in maniera unitaria, organica ed efficiente sia il sistema pubblico sia gli operatori privati. E la firma odierna può segnare un punto di svolta nel sistema della sanità pugliese».