Il punto sui temi di attualità, ogni lunedì
Iscriviti e ricevi le notizie via email
L’assalto comincia all’alba, nel silenzio dei boschi tra Oleksiivka e Bilopillia. Le forze russe avanzano convinte di trovare un varco nella regione di Sumy. Invece, finiscono in una trappola. L’incursione delle forze speciali ucraine, guidata dall’intelligence militare (HUR), colpisce con precisione chirurgica dietro le linee nemiche, distruggendo otto compagnie e lasciando sul terreno almeno 330 soldati russi. A confermare la portata dell’operazione è il materiale video diffuso da Kiev, che mostra blindati bruciati, postazioni sventrate e colonne in ritirata. Il Telegraph rilancia la notizia: l’azione dimostra che la Russia, in questa zona, ha fallito.
APPROFONDIMENTI
Il raid dietro le linee
Il blitz è stato preparato con settimane di ricognizioni e droni in volo notturno.
Poi l’attacco fulmineo, sostenuto da artiglieria e operatori addestrati a colpire obiettivi mobili. I soldati di Mosca non se l’aspettavano, ed è proprio questo l’elemento che ha cambiato tutto: l’imprevisto. In un solo giorno, le linee logistiche sono state tagliate, i depositi distrutti e le truppe rimaste isolate. «Il nemico è stato fermato. Le loro rotte di rifornimento non esistono più», dicono da Kiev. Le immagini termiche mostrano centinaia di corpi e mezzi distrutti: un colpo che pesa più di un’intera settimana di guerra di posizione. La mappa che non si muove
Mosca cercava da mesi di aprire un fronte stabile su Sumy, dopo i limitati successi a Kharkiv. Ma la pressione si è trasformata in impasse. Il fronte resta congelato, la città di Sumy è ancora distante una ventina di chilometri e ogni passo in avanti costa centinaia di vite. L’incursione ucraina ha fatto deragliare l’intera operazione, rallentando le brigate russe e obbligando il comando a spostare rinforzi da altri settori. È la guerra di logoramento che si rovescia: ora è l’Ucraina a prendere l’iniziativa. E la mappa lo dice chiaramente: le frecce rosse si sono fermate.
L’inventiva che frena l’esercito più grande
La guerra non si gioca solo con i numeri. In mezzo a una disparità di uomini e mezzi, Kiev risponde con creatività e audacia tattica. Droni incendiari che sciolgono i bunker, reti anti-drone tese tra gli alberi, e ora, incursioni dietro le linee che spezzano la catena del comando russo. «Non si aspettavano che arrivassimo lì», spiegano fonti militari ucraine. Ed è proprio questo che sta cambiando la guerra a nord-est.
© RIPRODUZIONE RISERVATA