Un viaggio interstellare di diversi secoli per raggiungere l’esopianeta Proxima Centauri b, situato a circa 4,2 anni luce di distanza dalla Terra. Qualcosa di impensabile con le tecnologie e i mezzi che abbiamo a disposizione oggi, ma su cui possiamo iniziare a fantasticare leggendo i dettagli del progetto “Chrysalis” (Crisalide), concepito da un gruppo tutto italiano che ha ottenuto il primo premio nel concorso “Hyperion”, lanciato dall’organizzazione no-profit britannica “Initiative for Interstellar Studies” (i4is).

Un viaggio interstellare e multigenerazionale

La sfida lanciata a novembre dello scorso anno da i4is era quella di immaginare un veicolo spaziale in grado di trasportare un equipaggio composto da un minimo di 500 e un massimo di 1.500 persone per un viaggio interstellare e (per forza di cose) multigenerazionale verso il più vicino esopianeta potenzialmente abitabile.

Fra i requisiti, quello di concepire uno spazio in grado di supportare lo sviluppo e il sostentamento di una società chiusa e con accesso a risorse estremamente limitate. In palio un montepremi di 10mila dollari, da suddividere fra i primi tre classificati.

“Il progetto Hyperion non era solo un concorso di progettazione, ma faceva parte di un’iniziativa più ampia volta a esplorare la possibilità che l’umanità possa un giorno viaggiare verso le stelle. Il progetto immagina come una civiltà potrebbe vivere, imparare ed evolversi in un ambiente con risorse altamente limitate e potrebbe anche fornire preziose informazioni sul nostro futuro sulla Terra”, spiega Andreas Hein, direttore esecutivo di i4is. “Abbiamo chiesto ai partecipanti di integrare architettura, tecnologia e sistemi sociali per concettualizzare una società funzionale che abbracciasse diversi secoli, e il risultato ha superato ogni aspettativa”.

Il progetto italiano che ha vinto il concorso

Crisalide si è aggiudicata il primo premio con la seguente motivazione: “Ha impressionato la giuria per la coerenza a livello di sistema e il design innovativo della struttura modulare dell’habitat, ma anche per l’approfondimento dei dettagli, ad esempio per quanto riguarda la preparazione della missione e la produzione”, si legge nel comunicato che annuncia i vincitori del concorso.

A proposito di preparazione della missione, il team ha immaginato un iniziale periodo di adattamento di 70-80 anni in un ambiente isolato come l’Antartide, a cui seguirebbe la costruzione di Crisalide, che potrebbe richiedere 20-25 anni. Per la fase di accelerazione il gruppo ha stimato che posa essere necessario circa un anno, e poi circa quattro secoli per il viaggio interstellare vero e proprio. Infine, un altro anno per la fase di decelerazione, poco più di un mese per inserirsi nell’orbita del pianeta e poco più di due mesi per la discesa e l’atterraggio finalmente su Proxima Centauri b.

Che aspetto avrebbe Crisalide

Il veicolo sarebbe costituito da una struttura cilindrica modulare composta da un core e da cinque “gusci” (shell) concentrici, pensati per ruotare continuamente lungo tutto il corso del viaggio in modo da generare gravità artificiale.

Ciliegina sulla torta: Crisalide sarebbe dotata di un cosiddetto “cosmos dome”, ossia una cupola di circa 130 metri di altezza e 360 metri di diametro fatta di titanio e pannelli di vetro multi-strato. La sua funzione sarebbe quella di permettere agli abitanti della navicella di contemplare il cosmo e le stelle, oltre che di “guardare indietro” verso il Sole e la Terra, dove il lungo viaggio interstellare ha avuto origine.

A ideare il progetto, ricco di moltissimi altri dettagli non solo ingegneristici ma anche riguardanti la possibile organizzazione della società che abiterebbe il veicolo per un periodo così lungo, è stato il gruppo italiano composto da Giacomo Infelise, architetto e designer, Veronica Magli, economista e social innovator, Guido Sbrogiò, astrofisico e ingegnere spaziale, Nevenka Martinello, ingegnera ambientale e artista freelance, e Federica Chiara Serpe, psicologa, attrice e artista.