È stato diagnosticato giovedì, dal Dipartimento di Malattie Infettive/Tropicali e Microbiologia dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria, un secondo caso di virus chikungunya nel Veronese. Dopo una donna di 64 anni a Negrar, è stata la volta di una 39enne di Affi, anche lei senza avere alle spalle una storia di viaggi recenti in Paesi in cui la malattia è endemica: si tratta dunque di un secondo caso autoctono. 
La donna non è ricoverata e al momento presenta sintomi lievi.

A renderlo noto è stata la Direzione Prevenzione della Regione del Veneto.

«Il secondo caso – hanno riferito i tecnici della Regione – dall’indagine preliminare svolta dall’Ulss 9 non risulta apparentemente collegato al primo caso rilevato. Verranno comunque svolti ulteriori approfondimenti di diagnostica molecolare per stabilire se vi sia o meno un collegamento. La Regione del Veneto, in stretta collaborazione con l’Ulss 9 e con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, sta monitorando costantemente la situazione, con azioni tempestive rispetto ai nuovi sviluppi».

Appena ricevuta segnalazione del nuovo caso, l’Ulss 9 Scaligera ha attivato tempestivamente le misure di sorveglianza previste: 

  • approfondimento dell’indagine epidemiologica sul caso, con valutazione tempestiva rispetto alle possibili esposizioni a rischio;
  • monitoraggio entomologico sulle zanzare;
  • attivazione della procedura di disinfestazione straordinaria;
  • misure di sorveglianza sanitaria rivolte agli altri soggetti nei luoghi di possibile esposizione;
  • rafforzamento della sorveglianza sindromica in Pronto Soccorso;
  • rafforzamento della comunicazione ai Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta e Medici di Continuità Assistenziale nei Comuni coinvolti dai casi

«La chikungunya – hanno proseguito i tecnici regionali – è una malattia virale trasmessa all’uomo attraverso la puntura di zanzare infette del genere Aedes, in particolare in Italia da Aedes albopictus (zanzara tigre, che è attiva in particolare durante le ore diurne). Si manifesta più frequentemente con febbre alta improvvisa e intensi dolori articolari che possono persistere anche per settimane o mesi. Altri sintomi comuni includono dolori muscolari, mal di testa, eruzioni cutanee, astenia e, in alcuni casi, gonfiore articolare. Sebbene la malattia abbia generalmente un decorso autolimitante, in alcune persone, soprattutto anziani o soggetti con patologie pregresse, può causare sintomi prolungati o complicanze. È importante sottolineare che la chikungunya non si trasmette da persona a persona, ma solo attraverso la puntura di zanzare Aedes infette. Il contagio avviene quando una zanzara punge una persona infetta e, dopo un periodo di incubazione nella zanzara, può trasmettere l’infezione a soggetti sani con successive punture. Si richiama l’attenzione della popolazione sull’importanza di adottare misure di prevenzione individuale e ambientale, come l’utilizzo di repellenti cutanei anche durante le ore diurne, lo svuotamento regolare dei contenitori con acqua stagnante nelle aree private (in particolare vasi e sottovasi), la cura del verde e l’uso di barriere fisiche come le zanzariere nelle abitazioni per limitare l’esposizione alle punture di zanzara».