Sorprese dietro l’angolo: una curiosità enigmatica che non tutti i faentini conoscono e che potrebbe configurarsi come un’interessante opera di street art da inserire nel Map (Museo all’aria aperta). Parliamo di un’opera misteriosa di cui solo di recente è stato individuato l’autore.

Si tratta del volto scolpito nella pietra dell’edificio in angolo tra le vie monsignor Battaglia e Sarti, in pieno centro storico, realizzato da Mauro Mamini Ferucci: almeno di questo ne sono convinti gli storici Luigi Solaroli e Marco Santandrea.

Il volto potrebbe sembrare medioevale, se non fosse che è comparso solo una decina di anni fa, irridente a chiunque a piedi o in bici si trovi a passare di lì. Ebbene i due ricercatori si sono sbilanciati sull’autore e addirittura su chi rappresenti il soggetto raffigurato.

Di certo il dilemma incuriosiva. La convinzione che ad averlo realizzato sia lo stimato artista e ceramista faentino, scomparso nel 2019 con lo studio proprio in via Battaglia, deriva dal fatto che di simili sculture ne avrebbe disseminate altre in giro per l’Europa. Non solo: si suppone che il volto potrebbe addirittura essere il suo autoritratto, in quanto la collocazione così inusuale ne ricalca il carattere.

Non sarebbe la prima volta che gli artisti si divertono a lanciare messaggi criptici celati nelle forme delle loro opere per contestazione al potere (Leonardo da Vinci, Giuseppe Verdi) oppure per vezzo, sfida ai posteri o scherzo. A Faenza di tali burleschi manufatti, che fanno pensare ai pesci d’aprile, visibili all’aperto ne esistono anche altri: per esempio una mosca nascosta sul sopracciglio (che è una sfida trovarla) e una rana sul mento (che invece hanno trovato tutti) in due dei 48 bronzi della Fontana Monumentale.

Oppure il piede sinistro del beato Bernardino da Feltre con sei dita, sul grande pannello in ceramica realizzato nel 1940 di fianco al duomo sul muro dell’ex Monte di Pietà.

Tornando al volto che sbircia pettegolo dietro l’angolo, l’attribuzione a Mamini Ferucci gli conferisce, pur nella sua semplicità, un alto valore specifico.

Questo artista, forse sottovalutato in città, per decenni ha invece contribuito in modo fondamentale allo sviluppo artistico e culturale, formando generazioni di allievi nel suo trentennale insegnamento presso la Scuola Comunale Tommaso Minardi. Era un artista individualista, libertario e bizzarro che si è espresso con costanza, per più di 40 anni, seguendo un personale cammino filosofico, pittorico e materico. Lui stesso fu allievo di artisti quali Morigi, Matteucci e Gaeta. Si diplomò all’Istituto d’arte Ballardini e poi all’Accademia di Belle Arti di Bologna, prima in pittura, poi in scultura.

Nel 1981 fondò a Faenza l’Associazione Artistica “Aut Art”, promotrice di dibattiti, incontri e mostre.

Fu conduttore di “Punto Arte” su Tele 1 Faenza e in carriera ha ottenuto diversi riconoscimenti, tutti però fuori dalla sua città: in Francia, a Francoforte, in Brasile. Suoi lavori si trovano in diverse collezioni e musei in Italia, in Europa (Francia, Grecia, Spagna) e in paesi extraeuropei, soprattutto in Brasile. Risulta perlomeno strano che ora nella sua città il suo nome emerga grazie ad un volto burlesco scolpito in un angolo nascosto.