“Le cose che più mi mancano di mio padre sono la sua ironia e la sua capacità di analisi del mondo. Era veramente molto bello, qualsiasi cosa succedesse nel mondo, poterne parlare con lui, perché aveva una capacità di analisi davvero incredibile. Mi manca poi il suo idealismo e in un mondo che si fa sempre più buio è bello pensare che c’erano persone fatte così”. La regista Anna Negri, in una conversazione con l’ANSA, parla di ‘Toni mio padre’, il film – atteso alle Giornate degli Autori, sezione autonoma e parallela della Mostra di Venezia (27 agosto-9 settembre), all’interno delle Notti Veneziane in accordo con Isola di Edipo – in cui racconta il difficile rapporto con un genitore ingombrante e sempre assente, tra impegno politico, prigione e latitanza.
Un padre con un cognome, Negri, da cui comunque proteggersi, dal momento che fu ritenuto, prima di essere prosciolto, il capo occulto del terrorismo italiano. Il film, che sarà distribuito da Wanted, segue Anna, classe 1964, e Toni, sei mesi prima della sua morte (avvenuta il 16 dicembre 2023 a Parigi), che si ritrovano a Venezia di fronte a una macchina da presa. Anna, che non ha mai vissuto con lui da quando è stato arrestato (hanno condiviso in tutto solo quattordici anni della sua vita), accompagna il padre cercando di recuperare il tempo perduto e, allo stesso tempo, ha tanta voglia di fare i conti con lui che, anche per la sua vita tempestosa, l’ha trascurata e condannata a un’esistenza complicata. Perché questo film? “Era un’occasione per chiarirmi con mio padre rispetto ad alcune cose successe e ne avevo anche l’urgenza perché era ormai molto vecchio. Sentivo che se non l’avessi fatto avrei avuto il rimpianto per tutta la vita”. Cosa ha provato rivedendolo? “Forse potevo essere un po’ meno dura con lui, ma va detto che lì c’era anche la regista che tenta di fare il film in un certo modo. Però mio padre, che ha visto solo un pezzettino di montato, alla fine era molto contento e soprattutto gli devo dire grazie perché si è prestato e mi ha dato un’enorme fiducia”. Cosa direbbe suo padre della realtà di oggi? “Se n’è andato quando è iniziata la guerra israelo-palestinese ed era sconvolto da questa cosa. Era davvero molto amareggiato, ma aveva sempre la speranza e credeva nella bontà degli uomini”.
Che storia racconta davvero questo film? “Intanto quella di un uomo del Novecento e poi, sempre per quanto riguarda la storia, ci fa capire quanto questa ci determini e quanto noi, allo stesso tempo, la determiniamo. E facendo un’astrazione degna di mio padre, è un po’ come un grande romanzo familiare”. E conclude: “Dentro quest’opera c’è ovviamente la mia capacità di regista di finzione, perché in certi momenti, mentre giravamo, mi sembrava di stare dentro un pezzo di teatro in cui io stessa improvvisavo. Teatro fatto da persone vere, che dicono cose vere, insomma una cosa assurda, ma con un lato fortemente umano. Questo film è anche un documentario e ancora di più un documento”. Il film, scritto da Anna Negri in collaborazione con Stefano Savona, ha come produttori: Francesco Virga per Mir Cinematografica, Traudi Messini per Mediaart Production Coop, Fedele Gubitosi per Videa Spa. Uscirà in sala con Wanted.
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