Alimentare il confronto culturale nei territori bagnati dal mare, proponendo l’architettura quale linguaggio universale di confronto tra i popoli, in grado di superare divergenze politiche e religiose che spesso rappresentano una barriera invalicabile.

È questo lo spirito del neonato premio internazionale ideato e promosso dall’Ordine degli Architetti della Provincia di Agrigento – in collaborazione con il CNAPPC e Fondazione Architetti nel Mediterraneo-Agrigento – e rivolto a tutti gli architetti (iscritti agli ordini o associazioni della propria nazione) che operano nei Paesi nell’ambito del Bacino del Mediterraneo.

Il primo posto della prima volta è tutto di Gianluca Peluffo (Peluffo&Partners), con il progetto della Moschea realizzata a Sokhna in Egitto, proclamato all’unanimità da una giuria

“Un’opera di alto valore poetico che rende, attraverso il gioco delle forme, il tema del “Chiasma”, ovvero la connessione e dialogo fra orizzonti diversi. – recita la nota della giuria, presieduta dal critico e storico dell’architettura contemporanea Luigi Prestinenza Puglisi insieme agli architetti Maria Cristina Finucci e Michele Rossi. – La forma della Moschea è esaltata dalla luce che filtra attraverso i lucernari in cemento a vista collocati nel soffitto e che fungono da canons à lumière secondo il precedente delle chiese brutaliste disegnate da Le Corbusier. Ma anche ispirata dalla tradizione, che è trasversale rispetto alle diverse religioni, delle vetrate policrome. Edificio giocato sulle analogie e i contrasti, la Moschea è un edificio che rappresenta con vigore poetico i principi del Sacro e della pacifica convivenza tra gli uomini”.

Secondo e terzo premio rispettivamente a Massimo Basile di MAB Arquitectura per il Centro parrocchiale e la casa canonica di Reggiolo (Reggio Emilia) – e Alberto Cusumano di AM3 architetti associati per la riqualificazione del Complesso parrocchiale di Villaggio Mosè – Agrigento.

Menzione per la qualità dei progetti presentanti, infine agli architetti Domenico Canu, Richard England, Sebastiamo Fazzi, Francesca Leto, Giuseppe Pellitteri e Sandro Pittini.

“Il Premio – ha sottolineato dal presidente dell’Ordine di Agrigento, Rino La Mendola – costituisce un primo passo per la realizzazione del nostro progetto di costituire, nella Valle dei templi, una biennale di Arte e Architettura che coinvolga artisti e architetti chiamati a offrire, con cadenza biennale, il loro contributo artistico e professionale per alimentare un crescente confronto culturale tra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, stimolando contestualmente nuova Arte e nuova Architettura contemporanea di qualità”.

La cerimonia di premiazione si svolgerà il prossimo 10 ottobre, in occasione del convegno “I luoghi di culto nel Mediterraneo” in programma al teatro Pirandello ad Agrigento, che vedrà ospiti anche Mario Cucinella e Guendalina Salimei.

La Moschea di Sokhna di Gianluca Peluffo & Partners

Connessione e dialogo fra orizzonti diversi sono gli ingredienti chiave del progetto.

Il tema della luce riveste un ruolo fondamentale, esaltato dall’invenzione di una tipologia di 10 declinazioni dimensionali di lucernari in cemento prefabbricato, mentre canons à lumière rettangolari, appoggiati alla semplice struttura in cemento armato, creano la poetica del colore.

Dall’esterno i lucernari disegnano il profilo di montagne, dando vita a un linguaggio contemporaneo e carico di significato per un luogo di culto.

render: © Peluffo‹Partners

Medaglia d’argento a MAB Architettura e bronzo ad AM3 architetti associati

Al secondo ed al terzo posto si sono classificati, rispettivamente, Massimo Basile (MAB Arquitectura) con il CENTRO PARROCCHIALE E LA CASA CANONICA DI REGGIOLO (Reggio Emilia) – e Alberto Cusumano (AM3 architetti associati) con la RIQUALIFICAZIONE DEL COMPLESSO PARROCCHIALE DI VILLAGGIO MOSÈ – AGRIGENTO.

Nato da un concorso bandito dalla Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla per la ricostruzione dei locali distrutti a causa del terremoto del 2012, il progetto per il Centro parrocchiale e Casa canonica di Reggiolo si basa su un’idea di comunità che ritrova i propri valori negli spazi aperti e di incontro.

Ricomponendo il tessuto urbano frammentato dal sisma, l’edificio polifunzionale mette a sistema le attività del Centro Parrocchiale e quelle della Casa Canonica: le attività a carattere pubblico e collettivo sono organizzate al piano terra e si affacciano sulle corti interne in modo da favorire la permeabilità e i flussi di un’utenza esterna, mentre le attività relative al ministero pastorale e alla residenza sono organizzate al primo piano.

Ne deriva un luogo di incontro che promuove inclusione e senso di appartenenza, attivando al tempo stesso un processo di rigenerazione urbana integrata che, attraverso la valorizzazione degli spazi pubblici, è in grado di favorire la coesione sociale e il rafforzamento delle relazioni comunitarie.

Ne avevamo parlato qui
A Reggiolo il centro parrocchiale rinasce con il progetto di MAB Arquitectura

foto: © Andrea Martiradonna

Il Complesso parrocchiale Cuore Immacolato di Maria di AM3 rappresenta, invece, un polo di aggregazione sociale e culturale molto importante.

Il disordine edilizio di Villaggio Mosè, storicamente noto come area residenziale degli estrattori di zolfo, assegna alla chiesa il ruolo di centralità, come catalizzatore molto potente.

Il progetto parte dalla demolizione del precedente edificio e dal successivo recupero del complesso parrocchiale, con la nuova aula liturgica incastonata nell’esistente.

Nel progetto è forte il richiamo al tema della Virgo Ecclesia facta, la Vergine fatta Chiesa, che aprendo il suo manto come una tenda, accoglie sotto di esso i fedeli che formano l’unico Corpo di Cristo, appunto la Chiesa.

foto: © Davide Curatola Soprana – SOA

© RIPRODUZIONE RISERVATA

pubblicato il: 07/08/2025