TARZO  – È stata inaugurata da qualche giorno, ma la scultura del leone alato ha già destato l’interesse di numerosi visitatori. Che per poterla osservare da vicino, però, possono andare solo a piedi o in bici. Il comune di Tarzo, infatti, ha diramato una comunicazione per spiegare come ci si può avvicinare all’opera composta da 3mila pezzi di abete dello scultore Martalar. «Non è raggiungibile di un’auto, ma solo a piedi o in bicicletta – si legge nell’avviso -. Tutte le auto parcheggiate in maniera selvaggia fuori dai parcheggi verranno sanzionate o rimosse. Le strade bianche non sono percorribili in auto».

APPROFONDIMENTI


Leone alato con il legno di Vaia a Tarzo: «È il più grande del mondo, 3mila pezzi recuperati nei boschi feriti dalla tempesta». L’inaugurazione

I PARCHEGGI

Come quelle che portano alla scultura e che i visitatori devono percorrere senza mezzi. Gli stalli, ordinati dal più vicino al più lontano, sono nel nuovo park di Fratta lungo la provinciale; in via Cesare Battisti, a ridosso dello stand della pro loco; sullo spiazzo delle scuole di Tarzo; al Va dee Femene e vicino al paro del Livelet. Quest’ultimo il più distante, ad un chilometro dall’opera, raggiungibile percorrendo parte del percorso naturalistico dei laghi.

La maggior parte dei parcheggi è situata in postazioni strategiche, per poter ammirare anche le altre parti del borgo prima di arrivare al leone alato. Come al parco va Dee Femene, dove il percorso attraversa la via dei Murales e il borgo di Fratta prima di arrivare a destinazione.

LA SCULTURA

Con il muso rivolto verso Venezia e la criniera composta dalle tralci delle viti di Glera, il felino in legno più grande al mondo si trova sulla sponda del lago a Tarzo, mostrando tutta la sua imponenza di 7 metri per 12. Lo scultore Marco Martello lo ha realizzato per l’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, assemblando insieme ben 3mila pezzi di abeti distrutti dalla furia di Vaia.

L’IDEA

La scultura di Land Art è stata inaugurata lo scorso martedì, attirando la curiosità di molti, per la sua complessa realizzazione strutturale e per ciò che rappresenta, una dedica alla bellezza, unicità e identità del paesaggio culturale delle Colline. A osservarlo da vicino tra i primi visitatori anche il governatore Luca Zaia, che «dopo aver visto il drago di “Martalar”, è stato proprio lui a darci l’idea di commissionare un leone di San Marco, emblema delle nostre radici», ha detto la presidente dell’associazione Marina Montedoro all’inaugurazione. «Il leone alato è l’emblema di una bandiera che ha 1.100 anni di storia – ha ribadito il presidente Zaia -, unica ad avere la parola “pace” in un momento in cui ci sono 60 guerre nel mondo e i bambini muoiono a Gaza».