Se pensi che il futuro del trasporto aereo passi solo dai grandi hub, preparati a ricrederti: in Italia, a fare scintille sono soprattutto i piccoli scali. La loro importanza per il turismo locale è cruciale – basti pensare al recente “caso Montalbano”, le cui location starebbero perdendo visitatori e soldi proprio a causa delle difficoltà dell’aeroporto di Siracusa – ma quando funzionano bene possono trasformare intere destinazioni.

E i numeri lo confermano. Nel primo semestre del 2025, il traffico passeggeri negli aeroporti europei è cresciuto del +4,5% rispetto allo stesso periodo del 2024, superando addirittura del +5,1% i livelli pre-Covid del 2019. Ma la vera sorpresa? I protagonisti di questa corsa non sono gli aeroporti da decine di milioni di passeggeri, bensì quelli che, a malapena, ne gestiscono un milione all’anno. Tutti questi dati sono riportati da Aci Europe che ha di recente pubblicato un’analisi completa sul trend

Gli scali più piccoli vincono

Gli scali sotto il milione di passeggeri, gli small secondo la classificazione internazionale, hanno registrato un incremento medio del +5,2% in Europa. Un ritmo che surclassa quello dei giganti oltre i 40 milioni di passeggeri, fermi a un +2,4%. E in Italia, i piccoli e medi aeroporti stanno vivendo una vera e propria primavera con Trieste, Genova e Bari che segnano un aumento importante dal 15 al 31,8%.

Ma cosa c’è dietro questo balzo? Innanzitutto, il boom delle rotte low cost e l’esplosione della domanda leisure e VFR (visiting friends and relatives), cioè chi vola per raggiungere amici e parenti. I viaggiatori cercano comodità e prezzi competitivi, e i piccoli aeroporti spesso offrono entrambe le cose: meno code, parcheggi più vicini e tariffe più allettanti.

Chi nell’anno utilizza spesso gli aeroporti sa bene che i grandi hub presentano spesso file infinite ai controlli, attese lunghe per i bagagli e coincidenze da raggiungere di corsa. Nei piccoli scali, invece, i procedimenti sono più veloci e per questo molte compagnie aeree investono trovando un’opportunità dal punto di vista economico e di servizi.

Gli aeroporti italiani in classifica

In Italia, i numeri parlano chiaro: Trieste +31,8%, Genova +18% e Bari +15,7% sono in vetta alla classifica delle crescite più impressionanti tra i piccoli e medi scali. Questi aeroporti stanno beneficiando di una combinazione vincente: nuove rotte low cost, aumento dei viaggi leisure e VFR (visiting friends and relatives), oltre a un’esperienza di viaggio più snella rispetto ai grandi hub. L’Italia nel complesso segna un +5,7% nel semestre, posizionandosi tra i mercati leader in Europa insieme alla Spagna (+4,5%). Un risultato che supera nettamente Francia (+3,6%), Germania (+2,3%) e Regno Unito (+2,3%).

I piccoli aeroporti possono influenzare le rotte turistiche; è di questi giorni la notizia che la location di Montalbano stia registrando un danno da 100 milioni a causa del flop dell’aeroporto di Siracusa che viene servito da pochissime tratte.

Altri piccoli scali europei in classifica

Il boom non è solo italiano. In tutta Europa, i piccoli scali (sotto il milione di passeggeri) hanno messo a segno un +5,2% medio, distaccando nettamente i grandi hub oltre i 40 milioni di passeggeri, fermi al +2,4%. Tra i campioni del semestre spiccano l’aeroporto di Bucharest BBU, che a giugno ha registrato un incredibile +403,4% rispetto allo stesso mese del 2024, e i successi di Wroclaw (+15,6%) e Girona (+17,1%). Geograficamente, è il Sud-Est Europa a trainare la crescita, con performance record in Slovacchia (+19,2%), Polonia (+14,9%), Ungheria (+14,2%), Malta (+11,7%) e Cipro (+10,8%). Al contrario, il Nord-Ovest segna passi più lenti, con risultati deboli in Estonia, Islanda e Lussemburgo, e addirittura un calo in Svezia (-0,9%).

I piccoli scali italiani ed europei devono investire e continuare a credere nel progetto offrendo ottimi servizi ed infrastrutture, puntando anche sulla digitalizzazione e sostenibilità per continuare a registrare una curva positiva.