di
Marco Calabresi

Lo spagnolo ha parlato della rivalità con l’italiano in un’intervista alla Gazzetta dello Sport: «Fuori dal campo siamo buoni amici. la mental coach mi ha migliorato molto». Entrambi non giocheranno a Toronto

Così come Jannik Sinner, Carlos Alcaraz ha scelto di rinviare di qualche giorno la partenza per il Nord America. Niente Masters 1000 di Toronto, appuntamento direttamente a Cincinnati, per riprendere la corsa al trono del tennis mondiale dove ormai da un anno siede Jannik. Troppe le scorie da smaltire dopo due mesi massacranti: meglio godersi la tranquillità di casa e preparare al meglio una seconda parte di stagione in cui Carlitos arriverà di rincorsa, dovendo difendere molti meno punti rispetto all’azzurro.

«Lo scorso anno dopo l’Olimpiade ho fatto fatica a esprimermi – ha ammesso Alcaraz in un’intervista alla Gazzetta dello Sport -. Darò il massimo nei prossimi tornei per conquistare il maggior bottino possibile. So che a Sinner non importa se avrà tanti punti da difendere, lui è un gran lottatore che gioca sempre per vincere e non si fa condizionare da questo. Ma io sono pronto per la sfida, in questo momento il mio obiettivo principale è riprendermi la prima posizione del ranking. Ora mi sto preparando per i tornei americani, in modo da arrivare al massimo della forma per gli Us Open». Dove l’anno scorso Alcaraz fu sorprendentemente eliminato dall’olandese Van de Zandschulp.



















































Alcaraz: «Siamo buoni amici, a Wimbledon è stato straordinario»

Visto il momento che stanno vivendo gli altri, quella tra Sinner e Alcaraz è una corsa a due che non sembra avere terzi incomodi. «Questa rivalità è una grande cosa per il nostro sport, perché invoglia le persone a guardare il tennis e a praticarlo. Le nostre sfide, come le ultime al Roland Garros e a Wimbledon, sono sempre molto attese. Più partite giocheremo contro e più persone coinvolgeremo in questo sport. Anche perché ogni volta che ci affrontiamo ci spingiamo entrambi oltre i nostri limiti». Una rivalità che non ha scalfito un rapporto comunque cordiale tra i due: «Il tennis è uno sport particolare che permette di essere grandi rivali in campo e, allo stesso tempo, di rispettarsi. Io e Sinner siamo buoni amici, possiamo parlare di tante cose fuori dal campo. Io ho grande rispetto per lui, è una bella persona, sono sicuro che riusciremo sempre a mantenere questo rapporto».

A Parigi ha vinto Alcaraz («Spesso ci penso e ancora non so come sia riuscito a ribaltare quella partita»), a Wimbledon ha vinto Sinner: «Jannik è stato straordinario, io ho dato quello che potevo e sono comunque contento». Un approccio alla sconfitta figlio anche di un lavoro con una mental coach, che ha aiutato lo spagnolo nei momenti di gioia ma anche nelle delusioni: «Sento davvero la differenza rispetto al passato. Perché a volte mi vengono pensieri negativi, ma lei mi aiuta a gestirli. Mi ha dato dei consigli su come affrontare lo stress della partita, e la situazione è migliorata molto. Alle critiche cerco di non pensare troppo, perché c’è stato un periodo in cui mi lasciavo davvero influenzare. In questi anni, poi, ho capito che conta ogni piccolo passo e che si può trarre insegnamento anche dalle sconfitte. Non è necessario essere fenomeni ogni giorno, l’importante è essere costanti e sforzarsi di migliorare».

22 luglio 2025