Laura Freddi è un’icona della tv italiana e per questo motivo è stata scelta come conduttrice della serata finale del Jacovella da Celano Film Festival per dare ulteriore prestigio a questa kermesse incentrata sulla valorizzare storie di figure esemplari — racconti di coraggio, rinascita e impegno sociale e umano — con l’intento di ispirare il pubblico e promuovere valori positivi.

Laura Freddi non ha certo bisogno di presentazioni. Protagonista della tv italiana dagli anni Novanta, con programmi cult come Non è la Rai, Buona Domenica, Striscia la Notizia, Tale e Quale Show e Ne vedremo delle belle, è un’artista a 360 gradi, con esperienze di successo in radio e a teatro, e uno dei volti più amati dal pubblico. Con lei abbiamo parlato della sua carriera ricchissima e degli incontri straordinari che ha avuto.

Il 26 luglio condurrai la serata finale del Jacovella da Celano Film Festival, dedicato a donne e uomini esemplari, ce ne parli? Come è nata questa collaborazione?
A dire il vero, inizialmente pensavo mi volessero come madrina, poi ho scoperto che avrei condotto l’intera serata! [ride ndr]. Mi ha contattato Paola Comini, una persona che conosco da tempo e con cui c’è sempre stato un bel rapporto. Ho accettato con entusiasmo, perché è un evento molto prestigioso. La scaletta è ricca, ci saranno ospiti interessanti e temi importanti. È il primo anno, per cui per me sarà una scoperta… ma ci metterò tutta me stessa. Sono onorato di condurre questo Festival e spero di essere all’altezza. Amo portare allegria, leggerezza e ironia, ma sempre con rispetto per ciò che si celebra.

Hai comunque una grande esperienza, ha condotto diversi eventi importanti, dal concerto di Woody Allen alla serata dedicata a Gabriella Ferri…
Sì, ho avuto la fortuna di essere vicina a grandi nomi. Il mio percorso è cominciato in giovane età e ho fatto davvero tanta gavetta, soprattutto grazie a Maurizio Costanzo. Lui è stato un maestro straordinario, severo ma giusto, che mi ha insegnato l’umiltà del mestiere. Con lui ho vissuto momenti intensi in tv, ma anche esperienze live che mi hanno formato profondamente. Credo che il palco, soprattutto quando hai il pubblico davanti, sia un banco di prova unico. Non mente.

Il Festival si concentra sulle “figure esemplari”: persone che si sono distinte per talento o umanità. Ne hai incontrate nella tua carriera?
Tante. E spesso inconsapevolmente. Ricordo un concerto di musica classica che ho presentato a Capri con il maestro Uto Ughi, avevo poco più di 30 anni. Un’emozione enorme, lui è stato un incontro esemplare in un luogo meraviglioso. Un altro incontro piuttosto tosto è stato quello di  Woody Allen, come hai ricordato prima. Devo dire che grazie a Maurizio Costanzo, ho avuto la possibilità di incontrare grandi personaggi, anche a Buona Domenica.
E naturalmente Gabriella Ferri… A lei ero legatissima, romana come me, io l’adoro proprio anche per la sua romanità. Presentai una serata in sua memoria a Piazza Navona a un anno dalla morte e cantai anche una sua canzone su quel palco, poi è andata in onda su La7. Forse è stata l’incoscienza della gioventù a farmelo fare [ride ndr], È stato un gesto di cuore. Pensa che sul palco con me c’erano grandi cantanti, come Patty Pravo.
Poi, come non citare Raffaella Carrà, lei davvero una donna esemplare. Devo dire che ho conosciuto tante persona speciali da cui ho sempre imparato cose importanti, è questo quello che mi interessa.

Qual è stato il consiglio più importante che ti ha dato Raffella Carrà?
Ho lavorato con lei, mi incuteva soggezione e rispetto, tanto che davanti a lei mi paralizzavo. Raffaella mi diceva che ero carica, che avevo una bella energia e mi ha spronato a restare sempre così: solare e autentica. E anche volenterosa, una volta, specialmente nei suoi programmi, si facevano tante prove perché fosse tutto perfetto. Adesso si prova meno, ma forse perché non ci sono più i grandi varietà con lustrini e paillettes.

A proposito di paillettes, hai già deciso il look per condurre la serata finale del Jacovella da Celano Film Festival?
Certo! Sarò elegante, ma semplice. Ho scelto un abito lungo, con uno spacco “vedo non vedo”: raffinato, leggero, perfetto per l’estate. Nulla di eccessivo. Mi piace essere femminile, ma sempre con discrezione. L’abito è di Gai Mattiolo.

Prima hai parlato del contatto con il pubblico, tra l’altro hai fatto anche teatro, che sensazione ti dà?
È come un termometro: misura ciò che hai seminato negli anni. Ogni applauso, ogni sguardo del pubblico ti restituisce qualcosa. E nelle serate estive, tra piazze e eventi, si crea una magia unica, diversa dalla tv. Sono momenti vivi, veri, dove puoi permetterti anche l’improvvisazione, la spontaneità. Io amo queste atmosfere: c’è collaborazione, sinergia, niente competizione. Finalmente si lavora in squadra, cosa sempre più rara nel nostro ambiente. Per quanto riguarda il teatro, avevo portato in scena uno spettacolo con una compagnia napoletana e poi con una tutta di donne, davvero molto brave, ma ho dovuto interrompere le tournée, perché è nata mia figlia Ginevra – l’ho avuta a 45 anni – e ho deciso di fare la mamma e dedicarmi a lei. Ma spero di poter riprendere a recitare in teatro, così come il doppiaggio.

Fare il doppiaggio non deve essere facile…
No infatti, ma essendo una peperina ho provato anche quello. Mi piace mettermi in gioco. Anche la radio mi piace molto. Ho condotto un programma tutto mio su Radio 1 che si chiamava Lido Laura e poi ho fatto Sanremo? No comment.

Recentemente in tv hai partecipato a Ne vedremo delle belle, come è andata tra voi colleghe e con Carlo Conti?
È stata una delle esperienze più faticose della mia carriera, perché era un esperimento per tutti, lo ha sempre detto anche Carlo Conti. Era un incontro con donne dello spettacolo e il format ci ha messo alla prova. Però, mi porto a casa una bella esperienza, perché siamo state molto unite. C’era un bel clima tra colleghe, ci siamo sostenute davvero. Non è scontato, spesso tra donne in tv si tende a competere. Invece lì, nella difficoltà, è emersa solidarietà. Purtroppo non ho potuto ballare, ma ho cantato con gli ostacoli. Comunque, sono convinta che ogni esperienza insegna qualcosa. E Carlo Conti ci accolto benissimo con una grande squadra, per cui ho avuto modo di lavorare con grandi professionisti. Tra l’altro con lui ho fatto anche Tale e Quale Show.

Ti rivedremo presto in tv?
Presto no. Ora ci sono le vacanze, ci ripenseremo a settembre. Però, sto lavorando a un progetto radiofonico che riguarda le mamme, i bambini e la famiglia che riguarda anche aspetti medici. Ci sto lavorando da diversi anni e penso che ormai ci siamo. L’idea è nata durante il lockdown. Oggi si parla poco dei bambini in ambito medico-informativo. Si fa tanta divulgazione sulla salute degli adulti, ma poco sui più piccoli. Vorrei creare una finestra dove specialisti come pediatri e psicologi possano aiutare, spiegare, orientare. Senza allarmismi, ma con empatia. Se tutto va bene, partiremo in autunno.