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«Dopo sei anni di lavoro la mia ultima busta paga era di 1500 euro al mese, con gli 80 euro del bonus Renzi. Oggi guadagno 4 volte di più per lo stesso ruolo, ma sono dovuto andare via dall’Italia». Sono passati 7 anni da quando Mauro ha lasciato la sua Sardegna per trasferirsi vicino Liverpool, nel Regno Unito eppure nelle sue parole c’è ancora l’amarezza di una scelta che gli è sembrata obbligata.
APPROFONDIMENTI
Mauro si era laureato in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (CTF) nel 2011 e ha lavorato in Italia sei anni come “Persona Qualificata di officina farmaceutica” in una multinazionale: un ruolo delicato e di responsabilità che prevede, tra le mansioni, anche la certificazione di lotti di medicinali che vengono immessi sul mercato. Ma nonostante la laurea e la sua professionalità, il percorso per entrare nel mondo del lavoro non era stato facile e anche dopo anni in azienda le soddisfazioni al livello economico erano poche: anche questo lo ha spinto a cambiare vita e a lasciare il paese per trasferirsi all’estero.
«In Italia assunto dopo 8 colloqui a termpo determinato»
Dopo la laurea in CTF nel 2011, Mauro riesce ad essere assunto in una multinazionale con un contratto a tempo determinato. «Feci ben 8 colloqui» ricorda «E alla fine ottenni un contratto a tempo determinato. «Ero giovane e neolaureato, accettai con entusiasmo, fiducioso che poi la situazione sarebbe migliorata».
L’indeterminato arriva dopo un anno di lavoro (e un master di secondo livello in Clinical Pharmacy), con il Ccnl chimico – farmaceutico (uno dei più tutelanti in Italia). Tuttavia c’è un problema: il suo ruolo, quello di “Qualified Person” (Persona Qualificata) è previsto dalla legge ma non viene mensionato all’interno del CCNL. «Non essendoci un ruolo specifico nel contratto, ogni azienda inquadra questa figura un po’ come vuole.
Io ero stato inquadrato come categoria C2 che equivaleva a “capoturno di conduzione impianto”. Un inquadramento che a mio parere non corrispondeva alle effettive responsabilità del mio ruolo» conclude. La nuova vita in Inghilterra: «Stipendio quadruplicato»
La situazione non migliora con il passare degli anni. «Dopo 6 anni in azienda il mio stipendio era ancora fermo a 1500 euro, a cui arrivavo grazie al bonus Renzi. Conservo ancora la mia ultima busta paga» racconta. Dopo il tentativo di farsi riconoscere un ruolo superiore, adeguato alle effettive responsabilità del lavoro svolto, Mauro decide di cercare altrove e viene contattato da un’azienda che si occupa di gas medicinali in Galles.
«Mi ha sorpreso il fatto che sono stato io a trattare direttamente il prezzo con il datore di lavoro. Ho fatto la mia offerta ed è stata accettata, con tanto di bonus annuale e benefit come l’auto aziendale. In Italia prendevo 32mila euro lordi annui, qui arrivo quasi al quadruplo. Dopo poche settimane dal matrimonio io e mia moglie ci siamo trasferiti a Liverpool» racconta.
Prenderà la cittadinanza britannica: «Qui mi sento valorizzato»
Sette anni dopo, Mauro afferma di non essersi pentito della sua scelta, nonostante i rincari dovuti alla Brexit infatti a suo parere lo stipendio è adeguato al costo della vita nella città che ha scelto (Chester, nell’Inghilterra del nord-ovest, vicino Liverpool). Nel frattempo ha preso una laurea in Inghilterra in Business and Administration e tra poco riceverà la cittadinanza britannica. «Mi fa rabbia vedere tanti ragazzi laureati, bravi, qualificati lasciare l’Italia perché non trovano il giusto riconoscimento per il loro lavoro» afferma. In Sardegna o in Italia insomma, non tornerebbe: «Non credo ci siano possibilità professionali adeguate per me».
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