“Da oggi l’Italia è inadempiente sul regolamento dei Media Europei. 

Il parlamento, pur consapevole dell’entrata in vigore delle nuove norme comunitarie,  non ha prodotto una legge in grado di garantire alla Rai autonomia e indipendenza. Resta intatto il controllo dei governi di turno sui vertici dell’azienda e sulle risorse destinate al servizio pubblico.

Una situazione di cui risente anche l’informazione che arriva ai cittadini, condizionata dai desiderata dei partiti che fanno sentire il loro peso intervenendo sulle nomine dei vertici e delle direzioni editoriali e di testata. 

L’Usigrai ha aderito alle denunce presentate Alla Commissione Europea per chiedere che il nostro Paese si adegui al nuovo regolamento.”

Esecutivo Usigrai

 

 

La Replica dell’azienda alle dichiarazioni dell’Esecutivo Usigrai

Il comunicato di Usigrai lede non solo l’immagine e la reputazione della RAI, ma anche la dignità professionale delle migliaia di donne e uomini dell’Azienda che ogni giorno, con autonomia e responsabilità, garantiscono un servizio pubblico pluralista, indipendente e di qualità.

La RAI opera nel rispetto delle procedure previste dallo Statuto, dal Contratto di Servizio e dalla normativa nazionale.

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), nei suoi più recenti rapporti di monitoraggio, ha attestato la conformità dell’offerta informativa della RAI ai principi di pluralismo e imparzialità, rilevando la presenza equilibrata delle diverse posizioni politiche e sociali.
Inoltre, il sistema delle testate giornalistiche multiple (TG1, TG2, TG3, RaiNews24, testate regionali TGR, GR Radio) garantisce la rappresentazione di punti di vista diversi, prevenendo ogni rischio di uniformità editoriale.

Le affermazioni di Usigrai rischiano di minare la fiducia dei cittadini nel Servizio Pubblico Radiotelevisivo, che rimane una delle principali fonti di informazione verificate e affidabili in Italia e in Europa.

RAI ribadisce il proprio impegno quotidiano per un’informazione corretta, equilibrata e rispettosa delle regole, respingendo qualsiasi tentativo di delegittimare il lavoro di giornaliste e giornalisti, tecnici e maestranze che, in tutte le sedi, svolgono con professionalità il proprio ruolo.