YouTube ha rimosso quasi 11mila canali e account nel secondo trimestre del 2025 collegati a campagne di propaganda e disinformazione orchestrate da Paesi come Russia, Cina, Iran e altri
YouTube ha rimosso quasi 11.000 canali e account nel secondo trimestre del 2025, collegati a campagne di propaganda e disinformazione orchestrate da attori statali di Paesi come Russia, Cina, Iran e altri. Lo ha reso noto Google, proprietaria della piattaforma, attraverso il suo Threat Analysis Group, che monitora le operazioni di influenza straniera online. Secondo quanto confermato da Google, oltre 2.000 canali erano legati a campagne filo-russe che promuovevano narrazioni a sostegno del Cremlino, screditando al contempo Ucraina, NATO e Paesi occidentali. Alcuni account rimossi erano direttamente collegati a RT (Russia Today), emittente controllata dallo Stato russo, inclusi 20 canali YouTube, quattro account pubblicitari e un blog su Blogger. RT è stata anche accusata di finanziare influencer conservatori americani ù tra cui Tim Pool, Dave Rubin e Benny Johnson ù tramite la società Tenent Media, con l’obiettivo di diffondere contenuti favorevoli alla Russia in vista delle elezioni presidenziali statunitensi del 2024. Parallelamente, oltre 7.700 account rimossi risultano riconducibili alla Cina. Le campagne cinesi, condotte principalmente in cinese e in inglese, promuovevano l’immagine del Partito Comunista Cinese, la leadership di Xi Jinping e attaccavano le politiche estere statunitensi, cercando di proiettare Pechino come attore responsabile della governance globale. Ma Russia e Cina non sono gli unici attori coinvolti. Secondo il rapporto, Google ha individuato e smantellato operazioni di influenza provenienti anche da Azerbaigian, Iran, Israele, Romania, Turchia e Ghana. Tali campagne includevano contenuti mirati a destabilizzare governi rivali o a influenzare il dibattito internazionale su conflitti geopolitici, come la guerra tra Israele e Palestina. Un portavoce di YouTube ha sottolineato che queste operazioni rientrano nel lavoro costante di contrasto alla disinformazione, affermando: «I risultati dell’ultimo aggiornamento sono in linea con quanto ci aspettavamo da queste attività regolari e in corso». (ITALPRESS)