Il torneo ha visto confrontarsi i migliori Large Language Model esistenti Musk minimizza: «Effetto collaterale, non era allenata». Al terzo posto Gemini
Il modello d’intelligenza artificiale di Sam Altman, ChatGpt-o3, ha battuto a scacchi Grok, l’AI sviluppata da xAI, la società di Elon Musk. Il Kaggle Game Arena AI Chess Exhibition Tournament, primo duello hi-tech di scacchi tra i principali sistemi di intelligenza artificiale, organizzato da Google, si è svolto dal 5 al 7 agosto, con una formula a eliminazione diretta. A commentare le sfide, trasmesse in streaming su YouTube, due grandi campioni «umani»: il giapponese Hikaru Nakamura e il norvegese Magnus Carlsen.
Le sfide: Grok in testa, poi il cappotto
Per arrivare alla finale, entrambi i modelli hanno dovuto superare avversari del calibro di Anthropic, DeepSeek, Google e Moonshot AI. Fino alle semifinali sembrava che Grok 4 fosse lanciata verso la vittoria ed è apparsa subito la più forte tra le intelligenze artificiali in competizione, ma contro Gpt-3 ha sbagliato spesso il suo gioco (perdento un alfiere in apertura della prima partita), è stata irriconoscibile rispetto alle giocate precedenti. Solo la quarta sfida ha fatto tremare OpenAI, che ha perso la regina nelle prime fasi, ma è poi riuscita a mantenere lucidità sfruttando gli errori dell’avversaria, chiudendo con un incredibile cappotto. Nel match per il terzo posto, Gemini 2.5 Pro di Google ha superato o4-mini di OpenAI.
Musk minimizza i risultati
Musk ha minimizzato il risultato con un post su X, definendolo «un effetto collaterale», perché «xAI non si è dedicata quasi per niente agli scacchi», suggerendo che la sconfitta potrebbe essere stata influenzata dalla mancanza di un «allenamento» specifico nel gioco da parte della sua AI. Altman non ha commentato la notizia, probabilmente perchè concentrato sul lancio del nuovo modello di linguaggio Gpt-5.
Lo scontro tra i due titani: Altman e Musk
Un risultato che però va ben oltre la scacchiera: è lo scontro tra due titani della Silicon Valley, un tempo alleati e oggi rivali. Sam Altman ed Elon Musk co-fondarono OpenAI dieci anni fa, prima che il patron di Tesla abbandonasse il progetto per lanciare la sua azienda personale nel campo dell’intelligenza artificiale con xAI. Da allora i rapporti si sono interrotti, e si sono ulteriormente raffreddati negli ultimi mesi, quando Musk ha tentato, senza successo, di acquistare OpenAI, mettendo sul tavolo un’offerta da 97,4 miliardi di dollari. La risposta di Altman fu secca: «No, grazie. Ma, se vuoi, possiamo comprare noi Twitter per 9,74 miliardi», aveva scritto in un post su X, spostando di una cifra la virgola rispetto all’offerta arrivata dal magnate sudafricano, per sottolineare la distanza nel valore delle due aziende. Musk replicò con una sola parola: «Truffatore».
Macchine contro uomini
I computer hanno perfezionato nel tempo la loro abilità negli scacchi. Uno dei momenti più celebri resta la vittoria del supercomputer Deep Blue di Ibm contro l’allora campione del mondo Garry Kasparov, in un match di sei partite nel 1997. Da allora, Google DeepMind ha sviluppato intelligenze artificiali in grado di apprendere autonomamente scacchi, Go e altri giochi complessi. Eppure, nonostante questi progressi, a luglio di quest’anno l’attuale numero uno al mondo, Magnus Carlsen, ha dimostrato che l’uomo può ancora avere la meglio, battendo Chatgpt in una partita online senza perdere un solo pezzo.
L’insospettabile campione
Eppure, c’è un insospettabile «campione imbattuto»: Atari 1977. Proprio a giugno di quest’anno, l’ingegnere software Robert Caruso ha condotto un esperimento, raccontato poi sui social, in cui ha messo uno contro l’altro i due sistemi, in una fida all’ultimo sangue. Alla fine, Chatgpt è stato «distrutto» dall’Atari, o meglio dal suo celebre software-gioco Video Chess, pubblicato nel 1979 e oggi emulato su PC tramite Stella.
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8 agosto 2025 ( modifica il 8 agosto 2025 | 15:55)
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