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I lettori del New York Times lo hanno inserito al novantanovesimo posto su cento dei film più belli del secolo: è Midsommar, il film che, insieme a Hereditary, ha lanciato il regista Ari Aster, lo stesso di Beau ha paura ed Eddington, il film con Jeff Bridges e Pedro Pascal che arriverà nelle sale italiane il prossimo 17 ottobre. Midsommar ha anche contribuito in maniera decisiva al successo dell’attrice protagonista Florence Pugh, che ritroviamo in Dune – Parte 2, Oppenheimer e nel film Marvel Thunderbolts.

Midsommar invece non è presente nella lista dei 100 film del secolo secondo Hollywood, anche questa pubblicata dal New York Times, alla quale hanno partecipato attori (Mickey Madison, premiata proprio quest’anno con l’Oscar), registi (Pedro Almodovar), scrittori (Stephen King) ed esponenti del mondo dello spettacolo.

Non c’è dubbio che si tratti di un film molto celebrato, che ha rilanciato il folk horror di The Wicker Man, il film del 1973 al quale si ispira. Secondo Rotten Tomatoes ha ricevuto l’83% delle recensioni professionali positive, con un voto medio di 7,54 su 10 basato su 342 critiche, mentre su Metacritic ha ottenuto un punteggio di 72 su 100 basato su 54 critiche.

Midsommar, come vedere l’horror in streaming

Il film è su Sky e NOW, ma se volete guardarlo senza pagare un abbonamento, allora c’è RaiPlay, la piattaforma della TV pubblica, dove Midsommar è appena arrivato. Premesso che è visibile solo dall’Italia e previa registrazione, il link sul quale cliccare per accedere al contenuto è questo qui.

Scrive Nanni Cobretti su Esquire: “Partiamo dalle cose belle: l’approccio di Ari Aster al concetto di morte è, nel contesto di film mainstream in cui si propone, meravigliosamente spiazzante. La morte è ancora un concetto tabù dalle nostre parti, va trattata con una certa delicatezza, con un certo galateo: o ne fai un fatto privato, elegante e rispettoso, o un plateale, violento spettacolo da popcorn”.

“E invece Ari è curioso, morboso e stronzo: ci toglie tutto il glamour intorno ma te la fa vedere bene, da vicino, con insistenza, e poi si sofferma sulle reazioni umane che non sono sempre per forza quelle che ci aspettiamo. Possono essere l’incontrollabile conseguenza di un trauma che ti manda in tilt il cervello e ti paralizza da qualsiasi presa di coscienza e responsabilità (la scena più crudele di Hereditary), o possono, ad esempio, farsi condizionate dal contesto e, in barba alla propria morale, essere sorprendentemente moderate”. La sua recensione, in controtendenza in quanto parla di “mezzo disastro”, si può leggere qui.

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cortesy of Eagle Pictures

Headshot of Giuseppe Giordano

Guardo film e gioco a videogiochi, da un certo punto della vita in poi ho iniziato anche a scriverne. Mi affascinano gli angolini sperduti di internet, la grafica dei primi videogiochi in 3D e le immagini che ricadono sotto l’ombrello per nulla definito della dicitura aesthetic, rispetto alle quali porto avanti un’attività di catalogazione compulsiva che ha come punto d’arrivo alcuni profili Instagram. La serie TV con l’estetica migliore (e quella migliore in assoluto) è comunque X-Files, che non ho mai finito per non concepire il pensiero “non esistono altre puntate di X-Files da vedere per il resto della mia vita”. Stessa cosa con Evangelion (il manga).