Nel 1956, sul lungomare cervese le statue in bronzo dello scultore Angelo Biancini che omaggiano Grazia Deledda, l’unica scrittrice italiana premio Nobel per la letteratura che aveva fatto di Cervia la sua seconda casa, recentemente recuperate ed illuminate. Nel 2009, la Madonna del mare dell’architetto Alessandro Savelli: una scultura molto stilizzata, in acciaio e inox e alta tre metri, collocata nella prima traversa di Milano Marittima, direttamente sul mare, a ricordo dei caduti e a protezione di chi in mare ci lavora.
E da pochi giorni, installata in modo permanente sulla banchina nord del porto canale di Cervia, lato Milano Marittima, quasi a metà tra queste prime due ‘stazioni’ artistiche, la sirena bambina dell’artista piemontese Valerio Berruti, che ha fatto del mondo sospeso dell’infanzia la sua cifra stilistica.
‘Non basta il canto delle sirene’ è un’opera imponente, realizzata in bronzo patinato e alta sei metri, che ha già cambiato il profilo della costa cervese. La sua collocazione dietro allo storico ristorante Kalumet è stata accolta con grande sorpresa dai cervesi e dai turisti anche perché la sua realizzazione è rimasta segreta quasi fino all’ultimo: quando sui social sono cominciate a girare le prime immagini del rendering, l’opera era già in viaggio verso Cervia e una squadra di ingegneri e tecnici era già al lavoro per capire come fissarla in modo permanente e in sicurezza agli scogli.
Ma cosa c’entra una sirena con Cervia e la Romagna? Non era meglio lasciarla a Copenaghen e ai danesi? Sono tra le prime domande rimbalzante sui social e alle quali Valerio Berruti – che stasera, 8 agosto, sarà a Cervia per dare luce alla sua opera – non si sottrae. “La sirena è una metafora universale, ma il suo mito è al cento per cento italiano, più italiano che danese: la sirenetta di Copenaghen si ispira alle fiabe di Andersen, ma le sirene di Omero solo al largo di Napoli e sono all’origine della città partenopea. La sirena è un essere mitologico che c’entra con il mare. La sirena bambina di Cervia è la mia unica sirena e sono molto felice di averla realizzata”.
Quanto costa? Chi paga? Sono altre domande poste dagli utenti social. La risposta è semplice quanto soddisfacente: l’opera è stata infatti donata a Cervia.
L’artista, che da alcuni giorni è protagonista a Palazzo Reale di Milano della mostra ‘More than kids’ (fino al 2 novembre), ha accettato di realizzarla gratis, un fatto abbastanza inusuale.
Ma perché? “Avevo il piacere di diventare un vostro parente. Con questa scultura perenne, il mio nome sarà legato per sempre al vostro”, spiega Berruti. “Ero molto impegnato, ma quando l’amico e curatore Gianluca Orazi mi ha proposto di realizzare un’opera che sarebbe stata collocata sugli scogli, questa cosa del mare mi ha esaltato. Ho convinto l’ingegnere a fare calcoli e pratiche bruciando tutte le tappe. Il fatto che siamo riusciti a realizzare il progetto in tempi così rapidi rispetto alla burocrazia italiana ha del miracoloso: vuol dire che è il destino che l’ha voluto”.
Andando a vedere l’opera installata, Berruti ne è rimasto commosso. “Sono andato nel pomeriggio. C’erano dei ragazzi seduti con la schiena appoggiata alla scultura. E’ stato commovente perché ho capito che la gente se n’è già appropriata. Come la grande statua ‘Alba’ che ho realizzato per la mia città, in Piemonte, la sirena bambina può diventare un luogo per gli appuntamenti, un punto di riferimento per chi abita qui. Quest’opera io l’ho pensata e fatta non per i turisti, ma per i cervesi e i milano marittimesi: solo loro che la renderanno immortale!”.
Tra i commenti, c’è chi entra nel campo delle emozioni che l’enorme bambina sirena, raggomitolata in se stessa, il viso inclinato, trasmette. Troppo triste, il suo sguardo è compassionevole, si rammarica qualcuno. “Non mi piace la parola compassione. Il suo sguardo è uno sguardo pensieroso e preoccupato, che obbliga a pensare che c’è qualcosa in più che va oltre l’aspetto estetico ed artistico. Il titolo ‘Non basta il canto delle sirene’ dà valenza e significato all’opera: quella sirena bambina sta pensando ai bimbi di Gaza, ma anche ai bimbi ucraini, ai bimbi orfani di guerra, a quelli che muoiono in mare. Il suo sguardo è rivolto a tutte le ingiustizie e si chiede – e ci chiede – cosa fare per cambiare la realtà che viviamo. La parte umana della sirena si pone delle domande e le fa porre. Un messaggio forte e contemporaneo”.
Un messaggio che l’artista piemontese ha scelto di far passare rappresentando nelle sue opere l’infanzia che è l’alba della vita, il momento più lontano dalla morte che c’è, quando tutto deve ancora avvenire.
Se i social rappresentano il sentiment della cittadinanza, si può dire che la sirena stia conquistando pian piano il cuore dei cervesi. “Ho profondo rispetto per ogni commento e sono comunque felice di aver realizzato quest’opera sul mare che è e resterà la mia unica sirena bambina”, ribadisce l’artista
Davanti allo “specchio azzurro del mare” e a quella “muraglia di cristallo turchino” dove – scriveva Grazia Deledda – “l’aria è così trasparente ed i colori intorno così iridati, che si ha l’impressione di trovarsi dentro un diamante”, la sirena ci guarda con il suo sguardo poetico e innocente, ma pieno di pensieri e di domande. Imponente, ma fragile. Immobile ma sempre mutevole, perché esposta alla luce del giorno e della notte. Per ora, ha conquistato il coastline di Cervia, modificandolo per sempre, riuscirà a conquistarne anche il cuore?
di Marisa Ostolani