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La dipendenza dai farmaci, la guarigione e la rinascita. Attraverso immagini d’archivio rare, ricostruzioni e interviste esclusive, Eminem ha ripercorso in un film le diverse tappe della sua carriera, iniziata alla fine degli anni ’80. «Ho dovuto reimparare a camminare, a parlare e a rappare di nuovo». Così Marshall Bruce Mathers si racconta nel documentario autobiografico “Stans”, nelle sale cinematografiche dal 7 al 10 agosto, descrivendo la sua vita e la sua “rinascita” dopo un periodo oscuro durato quasi 20 anni tra il 1990 e il 2007.


APPROFONDIMENTI

Il documentario

Tra i diversi temi affrontati dal 52enne, anche quello dell’abuso di droghe ma soprattutto di medicinali, che lo portava ad assumere in quantità spropositate psicofarmaci e antidolorifici quali Vicodin, Valium o Xanax, usati inizialmente per alleviare dolori o eccesso di ansia, dai quali poi – verso la fine degli anni ’90 – era divenuto totalmente dipendente.

Nel 2008, dopo un periodo molto duro, aggravatosi da una quasi fatale overdose, nonchè dalla scomparsa dell’amico Proof nel 2006, il rapper di Detroit decide di disintossicarsi, e nel documentario racconta di aver dovuto ricominciare e reimparare tutto da capo, «a camminare, a parlare e a rappare di nuovo». E ricorda uno dei momenti più difficili di quel periodo, ovvero il giorno in cui ha mancato il compleanno di sua figlia Hailie Jade. «Ho pianto e continuavo a pensare: “Vuoi perderti di nuovo questo? Vuoi perderti tutto? Se non puoi farlo per te stesso, stro**o, fallo almeno per loro”». Questo doloroso ricordo lo ha portato a curarsi e a promettere a se stesso che non sarebbe mai più accaduto. Oggi, nel documentario, Eminem si rallegra di aver vinto questa dipendenza: «Uscirne ha illuminato la mia vita. Ho capito che non avevo più vergogna della sobrietà. Ho cominciato a considerarla come un superpotere ed ero orgoglioso di essere riuscito a smettere».


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