Spa-Francorchamps è il circuito più amato dai piloti oltre che essere il più lungo nel calendario di F1. La pista belga è un tracciato molto impegnativo anche per la meccanica: la power unit è sottoposta a grandi sforzi perché ci sono due tratti molto veloci.
Per saperne di più chiediamo a Roel Sourbron, motorista Ferrari nato e cresciuto in Belgio, vicino al circuito di Zolder, dove la F1 aveva corso l’ultima volta nel 1984. È dal 2012 a Maranello come ingegnere della calibrazione del motore termico. Con lui cerchiamo di scoprire alcune caratteristiche speciali dell’impegnativo circuito delle Ardenne.
Spa-Francorchamps è una pista di motore: quali sono le insidie?
“Con i suoi 7,004 km, il tracciato è il più lungo del calendario. Dal punto di vista della power unit, la caratteristica più importante del circuito sono i suoi due lunghi “rettilinei”. Nel primo dei due si trovano le famose curve Eau Rouge e Raidillon, che si affrontano a pieno gas, quindi con la power unit sollecitata al massimo per 23 secondi: 1,8 km senza mai alzare il piede dall’acceleratore! Questo lungo tratto inizia dopo la curva più lenta del circuito, ed è pertanto fondamentale ottimizzare il potenziale della power unit dalla bassa velocità per arrivare a quella massima. Dopo l’Eau Rouge, poi, la pista sale in maniera molto ripida, con una pendenza fino al 14%. La curva e la salita sollecitano così tanto la PU che la vettura in realtà rallenta nonostante eroghi più di 900 CV”.
Lewis Hamilton, Ferrari
Foto di: Erik Junius
Non c’è solo il rettilineo del Kemmel…
“Il secondo lungo “rettilineo” include anch’esso una curva ad altissima velocità, Blanchimont, che si percorre a pieno gas. In questo caso, i piloti non alzano il piede per 20 secondi, per una distanza di 1,6 km. Questi tratti sono collegati da una combinazione di curve molto veloci e una chicane lenta. Questo rende molto importante ottimizzare l’energia e il carburante disponibili per i lunghi rettilinei senza compromettere le prestazioni nelle altre sezioni. A causa della lunghezza del circuito, il consumo di benzina è elevato, ma le salite e le discese rendono il tempo sul giro sensibile al peso. Pertanto, è necessario stimare con precisione il consumo e quindi la quantità di benzina da imbarcare, per essere il più leggeri possibile”.
Il circuito delle Ardenne è famoso per i cambiamenti meteo improvvisi: quanto incidono sulle prestazioni dei motori?
“A Spa bisogna sempre essere pronti a tutto! Dal punto di vista del meteo, può esserci pioggia e temperature basse come sole e alte temperature, condizione quest’ultima in cui il circuito diventa particolarmente impegnativo per il motore a combustione perché la power unit lavora al massimo delle potenzialità e richiede la massima prestazione. Tuttavia, in condizioni di freddo e umidità, i componenti interni del motore sono sollecitati in modo diverso, essendo soggetti per più tempo a pressioni di combustione estremamente elevate”.
Charles Leclerc, Ferrari
Foto di: Glenn Dunbar / LAT Images via Getty Images
“Inoltre, a causa della posizione del circuito – il cui punto più alto è a 461 m sul livello del mare e presenta un dislivello totale di oltre 100 m – le fluttuazioni nella pressione atmosferica possono mettere ulteriormente alla prova il turbo. Come in Austria e ancor di più in Messico, la bassa pressione richiede un aumento della velocità del turbo, portando i componenti al limite. In caso di pioggia, invece, il circuito cambia completamente carattere. Più che la pura prestazione della power unit, diventano fondamentali guidabilità e gestione dell’energia. Le curve veloci, Eau Rouge e Blanchimont, non si affrontano più a pieno carico e la risposta dell’acceleratore deve essere fluida per garantire la guidabilità in condizioni di scarsa aderenza”.
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