Il faccia a faccia tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il presidente della Russia Vladimir Putin potrebbe tenersi alla fine della prossima settimana. Lo dice l’agenzia di stampa di Stato russa Tass, lo conferma il capo della Casa Bianca in un punto stampa. Sul tavolo c’è la fine della guerra in Ucraina, a tre anni e mezzo dall’invasione dell’esercito di Mosca. “Avrebbe potuto accedere prima – sottolinea Trump – ma suppongo che purtroppo c’erano delle misure di sicurezza da prendere in considerazione altrimenti lo avrei fatto molto prima”.

La notizia arriva nel giorno della scadenza dell’ultimatum di Trump – l’ultimo di una serie a dire la verità – che aveva minacciato nuove sanzioni per la Russia. Il presidente americano la prende larga, anzi larghissima: “L’Europa vuole vedere la pace. Credo che Putin voglia vedere la pace. E Zelensky vuole vedere la pace”. E’ chiaro che non è sufficiente tutto questo e allora, per andare sul concreto, Trump ha attirato Putin tenendo a distanza dai colloqui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, almeno finché non si vedranno i capi di Stato statunitense e russo. Gli elementi concreti non sono naturalmente contenuti nelle frasi pronunciate in pubblico.

E’ il Wall Street Journal che racconta su cosa si sostiene l’eventualità di una tregua, cessate il fuoco o comunque termine delle ostilità: il Cremlino questa settimana ha inviato alla Casa Bianca una proposta in cui chiede – in cambio della fine dei combattimenti – la cessione del Donbass e un impegno per il riconoscimento globale delle sue rivendicazioni. Trump stesso davanti ai giornalisti ha parlato di “scambi di territori“. I funzionari europei e ucraini che fanno da fonte di questa notizia non nascondono il sospetto che Putin stia solo prendendo tempo per evitare sanzioni e dazi.

Dove si vedranno Trump e Putin? In campo neutro, verosimilmente. Il presidente Usa promette che “più tardi” sarà annunciata la sede che è – dice – “molto popolare per una serie di motivi”. Un identikit che amplia molto il ventaglio di opzioni, ma come fa a non combaciare con l’ipotesi che sia Roma? Lo dice Fox News, citando fonti vicini ai negoziati. La smentita non è arrivata da Palazzo Chigi ma dalla Tass: “Non in Europa” è la linea di Mosca. E a maggior ragione in Italia che la Russia – viene detto – considera “troppo schierata con Kiev“. Morale: nelle ultime ore a crescere sono le quotazioni degli Emirati Arabi e quindi di Dubai.


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Zelensky da parte sua reclama la partecipazioni ai colloqui e chiede un posto anche per l’Europa. “Tutti sanno per certo che in Russia le decisioni chiave sono prese da una sola persona. E che questa persona teme le sanzioni degli Stati Uniti. E che è giusto che l’Ucraina partecipi ai negoziati. Quindi il formato degli incontri dei leader è, in particolare, un formato trilaterale. Ne abbiamo discusso in dettaglio ieri: diversi formati bilaterali e uno trilaterale”. “Sono grato al presidente Trump per la sua apertura nella ricerca di soluzioni veramente efficaci”, ha aggiunto Zelensky. “Qui in Ucraina siamo fiduciosi che questa guerra possa essere conclusa con una pace duratura. Ma ogni passo deve essere attentamente valutato per raggiungere l’obiettivo”.

Zelensky è tornato a chiedere nei negoziati per la tregua: “Tutti concordano sul fatto che la guerra della Russia contro l’Ucraina è una guerra in Europa e contro l’Europa. Ecco perché la voce dell’Europa deve avere peso nei processi. Stiamo programmando alcuni incontri nel continente”. Tuttavia la giornata finisce e la voce dell’Europa non si sente mai.