In Italia il prelievo di organi è possibile solo dopo verifiche cliniche e strumentali di almeno sei ore, effettuate da medici indipendenti, che escludono ogni rischio di intervento su un paziente vivo
Il 20 luglio 2025, il New York Times ha pubblicato un’inchiesta sul sistema statunitense che coordina il prelievo e l’assegnazione degli organi destinati ai trapianti, riportando casi in cui pazienti con segni di recupero neurologico erano stati avviati alla procedura di donazione. Tra questi, quello di Danella Gallegos che, nel settembre 2022, denuncia di essersi risvegliata mentre l’équipe del New Mexico Donor Services stava predisponendo il prelievo dei suoi organi. Una notizia che potrebbe invogliare i cittadini italiani a non esprimere il proprio consenso per la donazione, intimoriti dal fatto che un episodio come quello di Danella possa verificarsi anche nel nostro Paese. Di fatto, non può succedere e spieghiamo perché.
Per chi ha fretta
- L’episodio è parte di un’inchiesta sulle possibili violazioni delle procedure di sicurezza in più organizzazioni americane.
- In Italia, il prelievo di organi a cuore battente è consentito soltanto dopo l’accertamento della morte cerebrale o cardiocircolatoria, seguendo protocolli estremamente rigorosi e indipendenti dall’équipe dei trapianti.
- La legge italiana impone verifiche cliniche e strumentali per almeno sei ore consecutive, con parere unanime di tre specialisti, prima di autorizzare qualsiasi espianto.
Perché in Italia non può accadere
Le regole italiane in materia di trapianti sono tra le più severe al mondo e non lasciano margini di interpretazione. Infatti, non si può procedere se il paziente mostra ancora segni di attività cerebrale. Il prelievo a cuore battente è consentito solo dopo che un collegio di tre medici (un neurologo, un anestesista-rianimatore e un medico legale o un anatomopatologo) ha certificato la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo, come stabilito dalla Legge 578/1993 («La morte si identifica con la cessazione irreversibile di tutte le funzioni dell’encefalo», art.1 “Definizione di morte”) e dal Decreto ministeriale 582/1994.
Come spiega anche l’Istituto Superiore di Sanità, l’accertamento è indipendente dall’équipe che effettuerà il trapianto e prevede, per almeno sei ore di osservazione continua, la verifica simultanea di stato di incoscienza, assenza di respiro spontaneo, assenza di riflessi dei nervi cranici e tracciato elettroencefalografico piatto. Basta che uno solo di questi elementi non sia confermato per interrompere immediatamente la procedura e proseguire le cure.
Il caso Gallegos e la sorveglianza negli USA
La testimonianza di Danella Gallegos è stata raccolta in un documento disponibile sul sito ufficiale del Congresso USA, acquisito nell’ambito dell’udienza del 22 luglio 2025 dedicata alla supervisione del sistema americano di approvvigionamento e trapianto di organi. La lettera di Danella, cofirmata dalle due sorelle testimoni, risulta datata 28 gennaio 2025 e presentata al Congresso dalla democratica Alexandria Ocasio-Cortez.
Secondo il New York Times, che a inizio 2025 aveva dedicato un’altra inchiesta sull’argomento, la vicenda non riguarda un singolo ospedale. Pratiche discutibili sarebbero state riscontrate in diverse “organ procurement organizations”, gli enti incaricati negli Stati Uniti di coordinare la donazione e la distribuzione degli organi.