Come ogni estate, abbiamo chiesto ai lettori e alle lettrici della nostra newsletter di consigliarci un libro da portare in vacanza. Uno solo: quello che, tra i tanti letti negli ultimi anni, li ha colpiti, coinvolti, fatti pensare. Nessun grande classico (anche se c’è chi non ha resistito a elencarne qualcuno), ma solo titoli recenti, capaci di spostare lo sguardo, almeno per un po’, altrove.
Hanno risposto in tanti. C’è chi ha scelto un romanzo per l’intensità della trama o dei personaggi, chi ha indicato un saggio che fa riflettere sul presente, chi ha proposto storie vere o autobiografie. Il risultato è un elenco vario di titoli, accomunati dal fatto di aver lasciato il segno in chi li ha letti. Ecco cosa ci avete suggerito.
Io che ti ho voluto così bene – Roberta Recchia (Rizzoli, 2025)
Sinossi: Luca non ha neanche quattordici anni, ma ha una sensibilità silenziosa che lo rende diverso dai coetanei. Con i genitori e il fratello maggiore abita in una località di mare, dove tutto sembra immutabile: un posto sicuro che con la bella stagione si popola anno dopo anno. Un’estate una ragazza piena di vita diventa il suo primo sogno d’amore. Quando però lei scompare, e i carabinieri bussano alla loro porta, l’esistenza di Luca e dei suoi viene segnata per sempre. Per sottrarre lui, con la sua innocenza di bambino, all’ombra che si propaga inesorabile sulla famiglia, la madre gli riempie in fretta una valigia e lo mette su un treno con un biglietto di sola andata: al Nord lo aspettano lo zio Umberto, professore al liceo, e la zia Mara con le cugine. In un mondo diverso, lontanissimo da quello della sua infanzia, Luca prova a ricostruirsi, cresce e mette nuove radici, cercando di restituire un senso a parole come fiducia e appartenenza. A sostenerlo ci sono lo zio Umberto, che per lui dà tutto se stesso, e Flavia, una ragazzina determinata a fargli ritrovare la speranza nel futuro. Con la sua penna delicata e profonda, Roberta Recchia mette in scena relazioni intense, dialoghi vibranti, e una storia che ci tiene stretti fino all’ultima pagina.
«Di fronte a un crimine ignobile, che muta la vita di una famiglia e di un adolescente, si affaccerà il perdono, prima rifiutato poi sentito come necessario. Che non cambierà il passato, ma darà un colore diverso al proprio cuore». (consigliato da Lorella Marchi)
Bebelplatz. La notte dei libri bruciati – Fabio Stassi (Sellerio, 2024)
Sinossi: 10 maggio 1933. A Bebelplatz, nel centro di Berlino, allo scoccare della mezzanotte migliaia di libri vengono dati alle fiamme. Joseph Goebbels proclama: «L’uomo tedesco del futuro non sarà più un uomo fatto di libri, ma un uomo di carattere». Su tutta l’Europa si sparge un odore di benzina e di cenere. 24 febbraio 2022. La Russia invade l’Ucraina, e di lì a qualche mese un nuovo conflitto devasterà la striscia di Gaza. Durante un tour negli istituti di cultura italiani da Amburgo a Monaco, Fabio Stassi attraversa le piazze delle Bücherverbrennungen, i roghi di libri, e risale a ritmo incalzante la memoria del fuoco e delle censure, dei primi bombardamenti aerei sui civili, del saccheggio di librerie e biblioteche. Studia mappe e resoconti, si interroga sul ruolo della cultura e sulla cecità della guerra, indaga l’istinto di sopraffazione degli esseri umani. Alla fine compone un piccolo atlante della letteratura «dannosa e indesiderata» e rintraccia cinque scrittori italiani destinati alle fiamme dai nazisti: Pietro Aretino, il cantore della libertà rinascimentale; Giuseppe Antonio Borgese, cittadino del mondo e inguaribile utopista; Emilio Salgari, antimperialista amato in Sudamerica; Ignazio Silone, antifascista radicale, e Maria Volpi, unica donna della lista, disinibita narratrice del piacere e dell’indipendenza femminile. Quello di Stassi è un appassionato discorso in difesa di tutto ciò che trasgredisce la norma, un viaggio ricco di corrispondenze, colpi di scena e nuove interpretazioni, da Ovidio a Cervantes, da Arendt a Canetti, Sebald, Morante, Bernhard: un invito a disseppellire la biblioteca di Don Chisciotte.
«Perché i libri sono stati scritti per renderci migliori. Tutti». (consigliato da Fabrizio Scotto di Santolo)
Amazzonia. Una vita nel cuore della foresta – Emanuela Evangelista (Laterza, 2023)
Sinossi: L’immensità è un concetto familiare per chi nasce in Amazzonia, dove lo spazio sembra non avere confini. Un’inesauribile varietà di ambienti, la più alta concentrazione di forme di vita sul pianeta, corsi d’acqua così vasti da non scorgerne la sponda opposta. Emanuela Evangelista, biologa e attivista, vive da oltre dieci anni nel cuore della foresta amazzonica e precisamente nel villaggio di Xixuaú, una manciata di palafitte ignorate dalle mappe ufficiali, come la maggioranza degli insediamenti umani situati nelle zone più remote. Nelle pagine di questo libro racconta l’Amazzonia che ha conosciuto e lo fa da un punto di vista unico: un’italiana, ormai parte integrante della comunità̀ dei popoli della foresta. Conosceremo il susseguirsi delle stagioni, l’importanza dell’acqua e dei suoi movimenti; la paura e l’incanto che scaturiscono dal contatto senza mediazioni con la natura; l’indicibile bellezza dei luoghi e dei suoi abitanti, non solo umani; i lenti viaggi lungo i fiumi a bordo di un battello, la magia degli spiriti della selva, la conoscenza delle piante medicinali, la vita quotidiana nel villaggio. Ma anche la violenza, le miniere illegali, il disboscamento, le speculazioni, il bracconaggio, la lotta dei rivieraschi per preservare le terre in cui vivono. Umanità e spazi che rendono questo luogo uno dei più̀ affascinanti del pianeta.
«Come un’italiana biologa vive nella foresta, un cambio radicale di prospettiva. Un’opportunità di riflessione del nostro modo di vivere. La foresta, un organismo vivente che detta i tempi della vita di chi la abita. Nella foresta ci si procura il cibo, si condivide profondamente la propria vita con gli altri nel villaggio.
La foresta da cui anche la nostra vita dipende e di cui non abbiamo coscienza. È un libro che apre più di una una finestra. Si legge benissimo, è discorsivo e diretto». (consigliato da Luana Rocchi)
Frattura – Andrés Neuman (Einaudi, 2019)
Sinossi: Yoshie Watanabe è vivo. È merito del caso, che da bambino lo ha fatto sopravvivere all’esplosione di Hiroshima; o della sua tenacia, che gli ha permesso di restare in piedi per decenni, nonostante le cicatrici. E per fuggire da quelle piú dolorose, quelle che non si vedono, Yoshie lascia il Giappone quando è ancora un ragazzo. Nessuna città e nessun amore, però, possono guarire le fratture dell’anima. Frattura è la storia di Yoshie, delle donne che lo hanno amato, di un secolo ferito, di un mondo lacerato; ma è anche e soprattutto un canto di resilienza in grado di illuminare la bellezza trascurata delle cose rotte.
«Oggi sono 80 anni dalla bomba di Hiroshima. Neuman tesse dall’Argentina al Giappone e all’Europa una trama emotiva profonda che lega tutto il globo, le sue culture i suoi drammi e le sue pulsioni, con il trauma della bomba a far da sfondo. Un libro corale sulla speranza, la tristezza e l’umanità. Bellissimo». (consigliato da Lucio Gussetti
Cambiare l’acqua ai fiori – Valérie Perrin (E/O, 2019)
Sinossi: Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Ricorda un po’ Renée, la protagonista dell’Eleganza del riccio, perché come lei nasconde dietro un’apparenza sciatta una grande personalità e una storia piena di misteri. Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che ha sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale.
Un giorno un poliziotto arrivato da Marsiglia si presenta con una strana richiesta: sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto. Da quel momento le cose prendono una piega inattesa, emergono legami fino allora taciuti tra vivi e morti e certe anime che parevano nere si rivelano luminose.
«Perché descrive la campagna francese, i suoi passaggi a livello e i suoi piccoli cimiteri, che ho ritrovato quest’anno attraversando la Francia fino alla Bretagna». (consigliato da Cristina Malvi)
Il problema Spinoza – Irvin D. Yalom (Neri Pozza, 2019)
Sinossi: Estonia, 1910. Il diciassettenne Alfred Rosenberg viene convocato nell’ufficio del preside Epstein. Gli occhi grigio-azzurri, il mento sollevato con un’aria di sfida, i pugni serrati, il ragazzo adduce ben poco per difendersi dall’accusa di aver proferito violenti commenti antisemiti in classe. All’ebreo Epstein non resta perciò che condannarlo a una singolare punizione: imparare a memoria alcuni passi dell’autobiografia di Goethe, il poeta che l’adolescente dichiara di venerare come emblema stesso del popolo tedesco. In particolare si tratta dei brani in cui l’autore del Faust si dichiara fervente ammiratore di Baruch Spinoza, il grande filosofo ebreo del diciassettesimo secolo. La lettura insinua nella mente del giovane un tarlo che lo accompagnerà per il resto della vita: come può Goethe aver tratto ispirazione da un uomo di razza inferiore? Un romanzo sulla vita misteriosa e controversa di Baruch Spinoza nella Amsterdam del Seicento e l’ossessione per le sue opere nella Germania antisemita.
«Pur nella cornice di un romanzo, restituisce benissimo la vera vita del filosofo e, soprattutto, compendia in modo chiaro e apprezzabile il suo pensiero». (consigliato da Silvana Krieg)
Il senso di una fine – Julian Barnes (Einaudi, 2012)
Sinossi: La vita di Tony Webster è stata un fiume relativamente tranquillo, da costeggiare al riparo di scelte ragionevoli e sistematici oblii. Ora però la lettera di un avvocato che gli annuncia un’inattesa quanto enigmatica eredità sommuove il termitaio poroso del passato, e il tempo irrompe nella noia del presente sotto forma di parole risalenti all’adolescenza, quando Tony procedeva all’educazione morale, sentimentale e sessuale che ne avrebbe fatto, inavvertitamente come spesso accade, l’adulto che è. Il percorso a ritroso nelle zone d’ombra della vita, con i suoi dolori inesplorati e i suoi segreti, diventa cosi riflessione sulla fallacia della storia, “quella certezza che prende consistenza là dove le imperfezioni della memoria incontrano le inadeguatezze della documentazione”, secondo il geniale amico dei tempi del liceo, Adrian Finn. Ed è dunque a quel punto di congiunzione, ai ricordi imperfetti come ai documenti inadeguati, che il vecchio Tony deve ora guardare per comprendere le vicissitudini del Tony giovane. Come ha potuto la ragazza di allora, Veronica Ford, preferirgli l’amico raffinato e brillante, Adrian? Ci sono solo Camus e Wittgenstein dietro l’estrema decisione di Adrian? Da che cosa ha voluto metterlo in guardia tanti anni prima la madre della ragazza? Perché a distanza di quarant’anni Veronica ritorna nella sua vita con un bagaglio di silenzi e il rifiuto di dargli ciò che è suo? Gli indizi da studiare tessono un filo d’Arianna di reminiscenze inaffidabili.
«Eccovi una delle profonde riflessioni di Tony, il protagonista, nonché io narrante: “Non è affatto vero che la storia è fatta delle menzogne dei vincitori, la storia è fatta dei ricordi dei sopravvissuti, la maggior parte dei quali non appartengono né alla schiera dei vincitori né a quella dei vinti”.
La giovinezza, i rapporti d’amore, l’amicizia. A sessant’anni è tutto affidato alla memoria il compito di andare a ritroso a cercare i fatti. E qui comincia il bello (bellissimo) del libro» (consigliato da Mariapia Guidi)
Furore – John Steinbeck (Bompiani, 2013)
Sinossi: Pietra miliare della letteratura americana, Furore è un romanzo mitico che nell’odissea della famiglia Joad, sfrattata dalla sua casa e dalla sua terra, in penosa marcia verso la California, lungo la Route 66 come migliaia e migliaia di americani, rivive la trasformazione di un’intera nazione. L’impatto amaro con la terra promessa dove la manodopera è sfruttata e mal pagata, dove ciascuno porta con sé la propria miseria “come un marchio d’infamia”. Insieme romanzo di viaggio e ritratto epico della lotta dell’uomo contro l’ingiustizia, Furore è forse il più americano dei classici americani, da leggere oggi nella traduzione basata sul testo inglese della Centennial Edition dell’opera di Steinbeck, che restituisce ai lettori la forza e la modernità della scrittura del Premio Nobel per la Letteratura 1962.
«Un libro che parla degli effetti della grande depressione del ’29 su di una famiglia ridotta alla fame che emigra in cerca di lavoro e promessa di vita. Il tema è estremamente attuale ed è trattato con riflessioni profonde ed universali». (consigliato da Anna Maria Polettini)
Quando il mondo dorme. Storie, parole e ferite della Palestina – Francesca Albanese (Rizzoli, 2025)
Sinossi: Lo spirito di un luogo è fatto dalle persone che lo abitano, dalle storie che si intersecano nelle sue strade. E questo vale in modo particolare per la Palestina, custode di passaggi storici epocali e teatro di una delle più dolorose pagine di storia contemporanea. Francesca Albanese, la Relatrice speciale ONU sul territorio palestinese occupato, una delle persone più competenti e autorevoli sullo status giuridico e sulla situazione dei palestinesi – amata (o odiata) in tutto il mondo per l’integrità e la passione con cui si batte in favore dei diritti di un popolo troppo a lungo vessato – qui ci offre storie che intrecciano informazioni, riflessioni, emozioni e vicende intime. Un viaggio scandito da dieci persone che hanno accompagnato Francesca a comprendere storia, presente e futuro della Palestina. Hind Rajab, morta a sei anni sotto le bombe che hanno distrutto Gaza, ci apre gli occhi su cosa significhi essere bambini in un Paese dove i bambini non hanno un nido che li protegga e che rispetti le loro radici. Abu Hassan ci guida tra i luoghi di fatica e sofferenza ai margini di Gerusalemme; e George, amico stretto, di Gerusalemme ci mostra meraviglia e insensatezze. Alon Confino, grande studioso dell’olocausto, ci aiuta a comprendere i contrasti che possono albergare nel cuore di un ebreo che vede l’apartheid e ne vuole la fine. Ghassan Abu-Sittah, chirurgo arrivato da Londra per entrare nel vivo dell’orrore più inimmaginabile, ci racconta ciò che ha visto; e Malak Mattar, giovane artista che ha fatto il percorso inverso, condivide la storia di chi ha dovuto lasciare Gaza per potersi esprimere o per sopravvivere. E poi Ingrid Jaradat Gassner, Eyal Weizman, Gabor Maté… fino a una delle persone più vicine a Francesca nella vita, così come nella ricerca di una consapevolezza capace di tradursi in azione. Dieci storie che si legano alle vite di molte altre, ponendoci le domande a cui è doveroso dare risposta: quali sono le conseguenze dell’occupazione? Dov’è la casa di una persona rifugiata? In che condizioni vive il popolo palestinese? Fino a che punto può arrivare la crudeltà di un genocidio? Domande a cui non possiamo sottrarci, legate a personaggi e luoghi che ci permettono di capire cosa è stata la Palestina fino al 7 ottobre 2023 e cosa è adesso.
«Relatrice speciale Onu sui territori palestinesi occupati: la situazione di quelle aree, anche prima del 7 ottobre, attraverso le storie di 6 persone. Bellissimo e illuminante». (consigliato da Paola Erba)
Il tempo e l’acqua – Andri Snær Magnason (Iperborea, 2020)
Sinossi: L’Okjökull, un ghiacciaio che da tempi immemorabili si ergeva su quasi venti chilometri quadrati di suolo islandese, oggi è una misera striscia di ghiaccio inerte, e nei prossimi duecento anni potrebbero essere dichiarati morti anche tutti gli altri ghiacciai dell’isola. Ma prima di allora, sulla terra intera, i nostri figli e nipoti vivranno già in un ambiente molto diverso da quello di innumerevoli generazioni del passato: l’aumento delle temperature e del livello dei mari e lo stravolgimento chimico delle loro acque provocati dalle attività umane avranno distrutto ecosistemi millenari, potenziato uragani e inondazioni, eroso terre abitabili e coltivabili e costretto a migrazioni di massa le specie viventi, compresa la nostra. E allora perché restiamo immobili, o quasi? Forse perché quei cento o duecento anni non li sentiamo così vicini, e perché gli appelli allarmati degli scienziati sul «riscaldamento globale» o sulla «acidificazione degli oceani» non riescono a toccarci cognitivamente ed emotivamente: resteranno rumore bianco finché il passato collettivo, i miti, la fantasia non consegneranno loro un’anima, consentendoci di interiorizzarne un’immagine e un significato. È questo il compito che si è dato Andri Snær Magnason, un narratore che alla scienza e all’attivismo ambientale ha dedicato la vita. Intrecciando storie di famiglia, conversazioni future tra figlie e pronipoti, interviste al dalai-lama, incursioni nella poesia scaldica e in quella romantica, scoperte di nessi inaspettati, come quello tra Auðhumla e Kamadhenu, mucche ancestrali di mitologie tra loro lontane, Il tempo e l’acqua «racconta» i dati scientifici, li immerge nel patrimonio culturale comune per investirli di senso, e aiutarci a fare un piccolo passo più in là.
«Perché su un ghiacciaio islandese scomparso l’autore ha lasciato su un monumento/lapide questa Lettera al futuro: “L’Okjökull è stato il primo ghiacciaio islandese a perdere il titolo di ghiacciaio. Nei prossimi 200 anni tutti i nostri ghiacciai potrebbero seguire la stessa sorte. Questo monumento è la testimonianza che sappiamo cosa sta avvenendo e cosa bisogna fare. Solo voi sapete se lo abbiamo fatto”». (consigliato da Mauro Bartoli)
Ciò che era giusto. Eredità e memoria di Alexander Langer – Goffredo Fofi (Alphabeta, 2025)
Sinossi: «Non siate tristi. Continuate in ciò che era giusto»: con queste parole si congedava dalla vita Alexander Langer (1946-1995), chiudendo, simbolicamente, un’epoca di lotte e speranze, di “buona politica”. A distanza di trent’anni, in un mondo scosso da conflitti armati e nuovi etnonazionalismi, e in un modello di sviluppo economico e sociale sempre più fondato sullo sfruttamento indiscriminato di risorse naturali e umane, la sua eredità spirituale rimane una sorgente di idee e di pratiche per immaginare e costruire un futuro differente. Goffredo Fofi, vecchio amico e sodale di Langer, ne ripercorre la vicenda politica e umana, tra utopie e contraddizioni, generosi sforzi e fragilità nascoste. Fin quasi a tracciare il ritratto di una generazione “sconfitta”, ma non “perduta”.
«In questa estate molto incerta rileggere Fofi e Alex Langer lo ritengo necessario». (consigliato da Antonella Grossi)
Suoni ancestrali – Perrine Tripier (E/O, 2025)
Sinossi: In un paese senza nome, affacciato sul mare, gli scavi archeologici riportano alla luce i resti di un’antica civiltà scomparsa da migliaia di anni: i Morgondi, eroici guerrieri le cui gesta erano state tramandate solo in ninnenanne e vecchie leggende. L’imperatore vede nella riscoperta della civiltà morgonda un’opportunità per legittimare la propria dinastia e rafforzare il prestigio del paese. A dirigere gli scavi viene chiamata Martabea, figlia di contadini dell’entroterra che si è fatta strada nella vita, ottenendo la cattedra di storia alla prestigiosa Università imperiale, e che ora ha il privilegio di ricostruire la storia dei Morgondi. Gli scavi riportano alla luce colonne immense finemente scolpite, bassorilievi, armi cesellate, trombe di conchiglia coperte d’oro e necropoli dove i guerrieri morgondi riposano, avvolti in pellicce, all’interno di enormi carcasse di balene. Non tutto però è come sembra. Gli scheletri rinvenuti, per esempio, sono esclusivamente maschili. Un’ultima, sconvolgente scoperta minaccia la narrazione della grandezza morgonda sostenuta e promossa a gran voce dall’imperatore, e pone Martabea di fronte a un terribile dilemma morale: scegliere tra l’integrità morale e il compromesso.
«Poetico e politico. Molto attuale il tema della riscrittura della storia. Non è un libro leggero». (consigliato da Giovanna Sfondrini)
L’antico amore – Maurizio de Giovanni (Mondadori, 2025)
Sinossi: Ci inseguirà per tutto il tempo del romanzo. È la voce di un poeta latino del primo secolo avanti Cristo. È la voce di un condannato all’amore di una donna che l’ha straziato e continua a straziarlo rinnovando la smagliante ossessione di un desiderio inesausto. A quella voce sembrano rispondere le vicende di un giovane professore consumato dalla vita coniugale infelice, dalla vita accademica disertata dagli studenti, ma costantemente acceso dalla passione dello studio e, un giorno, dalla lama di luce che riverbera, a sorpresa, negli occhi di una studentessa. E poi ecco la quotidianità di Oxana, la devota badante moldava che si prende cura del Vecchio, e di lui, svagato e pensoso, riconosce il vento felice di una ossessione che lo sorprende, come dovesse tutto a un tratto essere lama di luce, un limpido verso latino, e amore, antico amore.
(consigliato da Maura Martinelli)
Macaco – Simone Torino (Einaudi, 2025)
Sinossi: Macaco vive da solo, chiacchiera con le sue gatte e non riesce a dimenticare la donna che ha amato. Con Bestemmia e lo Zitto, «amici da bullone», muove la terra a mano nel suolo duro della Valle d’Aosta. La domenica, quando la terra riposa, passa dai campi di patate a quelli da basket. «Tu non confondi le parole, tu confondi la vita», gli dice qualcuno. E per confondersi di meno, Macaco comincia a raccontare. Con una lingua viva, che ci fa commuovere e ridere nello stesso giro di frase. I suoi sono pensieri che arrivano al cuore delle cose, che emozionano, svelano, coinvolgono. Perché vengono dalla sua testa speciale e sono calati in un’epica contadina schietta, contemporanea, crudele e potente come la vita.
«Una storia che sembra inattuale e inattuabile: vivere a contatto con la natura, lontano dai social media». (consigliato da Ruggiero Leone)
La fine è il mio inizio – Tiziano Terzani (Longanesi, 2014)
Sinossi: Un monaco zen siede nel silenzio della sua cella, prende un pennello e con grande concentrazione fa un cerchio che si chiude, l’ultimo gesto della mano su questa terra. Tiziano Terzani, sapendo di essere arrivato alla fine del suo percorso, parla al figlio Folco di cos’è stata la sua vita e di cos’è la vita: «Se hai capito qualcosa la vuoi lasciare lì in un pacchetto», dice. Così, all’Orsigna, sotto un albero a due passi dalla gompa, la sua casetta in stile tibetano, in uno stato d’animo meraviglioso, racconta di tutta una vita trascorsa a viaggiare per il mondo alla ricerca della verità. E cercando il senso delle tante cose che ha fatto e delle tante persone che è stato, delinea un affresco delle grandi passioni del proprio tempo. Ai giovani in particolare ricorda l’importanza della fantasia, della curiosità per il diverso e il coraggio di una vita libera, vera, in cui riconoscersi. La sua proverbiale risata e la tonalità inimitabile della sua voce, che qui si è cercato di restituire intatte, lasciano trasparire la serenità di chi non lotta più, felice di un’esistenza fortunata, ricca di avventura e amore.
«È un bellissimo libro di scoperta, sulla vita di Terzani e le sue esperienze da reporter nel mondo, con una chiave di lettura sull’oggi che stiamo vivendo». (consigliato da Alessandra Bassetti)
La vita di Shabkar. Autobiografia di uno yogin tibetano – Matthieu Ricard (Skypress Italia, 2025)
Sinossi: La Vita di Shabkar è stata a lungo riconosciuta dai tibetani come uno dei capolavori del loro patrimonio religioso. Shabkar Tsogdruk Rangdrol si dedicò per molti anni alla meditazione in ritiro solitario dopo la giovinezza ispirata e la prima formazione nella provincia di Amdo sotto la guida di diversi straordinari maestri buddisti.
(consigliato da Manfredo Torelli)
La casa della moschea – Kader Abdolah (Iperborea, 2008)
Sinossi: «Ho scritto questo libro per l’Europa. Ho scostato il velo per mostrare l’Islam come modo di vivere… un Islam moderato, domestico, non quello radicale.» È tornando all’Iran delle sue radici che l’autore migrante di Scrittura cuneiforme si fa tramite tra culture, raccontando l’epopea di un’influente famiglia persiana i cui destini s’intrecciano alla storia del suo popolo, una saga che fa vivere dall’interno e capire le trasformazioni cruciali di un paese sempre al centro degli equilibri mondiali, negli anni che vanno dallo sbarco sulla Luna alla fine della guerra con l’Iraq, dal regime dello scià al post-Khomeini. Un romanzo che ha affascinato i lettori olandesi al punto da votarlo come secondo miglior libro mai scritto nella loro lingua, e con cui Abdolah segna la sua sofferta e complessa riconciliazione con il proprio passato. È Aga Jan il personaggio centrale, ricco mercante e capo del bazar di Senjan, nel cuore della Persia, patriarca della casa della moschea, dimora secolare dove regna l’armonia delle antiche tradizioni e, all’ombra dei minareti, si annodano amori, matrimoni, sogni, tresche e preghiere come i fili dei tappeti. Finché il vento della Storia irrompe nella casa e trascina con sé i figli della moschea, rendendoli protagonisti degli eventi più drammatici. Se il nipote Ghalghal diventerà addirittura braccio destro di Khomeini, nessuno si sottrae alle responsabilità del momento: chi lotterà contro l’oppressione, chi ne sarà strumento, chi farà esplodere i cinema e chi con la sua videocamera registrerà i fatti che faranno il giro del mondo. Solo il saggio e paziente Aga Jan rimane nell’occhio del ciclone, testimone del presente e custode del passato, fedele alle sue radici e a una religiosità che offre un’immagine dell’Islam ben diversa da quella trasmessa dai media occidentali, una fede profondamente umana.
«Un’opera che racconta il mondo quotidiano dell’Islam iraniano non fondamentalista: misurato, umanissimo, permeato di buon senso, benevolenza, semplicità e fede religiosa. Un mondo ferito dal radicalismo ora imperante in Iran. Il libro è tuttavia sereno, a volte duro ma sempre pacato: un libro di pace». (consigliato da Giuseppe Montagna)
Il dolore crea l’inverno – Matteo Porru (Garzanti, 2023)
Sinossi: Intorno c’è solo neve. E bianco. La neve copre le cose, le case, le persone. Anzi, alle persone la neve cade dentro e il freddo le circonda ma, soprattutto, si diffonde nelle ossa, negli occhi e nei pensieri. Elia Legasov è nato in un paese circondato dal bianco, e da lì non è mai andato via. Il suo lavoro è spalare la neve, liberare strade su cui nessuno camminerà. La neve è sua amica, fino a quando non lo tradisce. Finché non fa emergere qualcosa dalle sue profondità. Qualcosa che ha a che fare con la sua famiglia e che doveva restare sepolto. Da quel momento, nella mente di Elia si affollano ricordi che aveva soffocato. Parlano di un padre, scomparso tanti anni prima, e di una madre, partita per sempre. Sono parole dolci, gesti delicati, sorrisi sinceri. Ma anche duri come il ghiaccio. E dolorosi. Elia capisce allora che quello che si dice dei membri della sua famiglia è vero: la neve non li protegge, ma li tenta, li provoca, per vedere se sono capaci di dimenticare, perché tutti dimenticano, ma i Legasov ricordano, sempre. Ora è venuto il suo turno di ricordare. Qualunque sia il prezzo. Qualunque cosa venga a galla. Perché è nelle case che il passato nidifica. È nelle famiglie che si riproduce, nei giorni bianchi e nei giorni neri. Perché il dolore crea l’inverno. Ma ogni inverno è diverso da quello precedente e da quello successivo.
«Lo consiglio perché ha la capacità di trasportare il lettore nel buio e nel freddo di regioni artiche ma anche del cuore umano». (consigliato da Ornella Corda)
A volte ritorno – John Niven (Einaudi, 2012)
Sinossi: Dopo una settimana di vacanza che sarebbero cinque secoli di tempo terrestre, Dio torna in ufficio, ancora col cappello di paglia e la camicia a quadri. Era andato in vacanza, a pescare, in pieno Rinascimento, quando i terrestri scoprivano un continente alla settimana, e sembrava andasse tutto a gonfie vele. Al suo ritorno, però, il quadro che gli fanno i suoi ha del catastrofico: il pianeta ridotto a un immondezzaio, genocidi come se piovesse, preti che molestano i bambini… «Che cazzo sta succedendo sulla Terra?» Dio non è solo ultradepresso, è anche furibondo. L’unica soluzione, pensa, è rispedire sulla Terra quello strafatto di suo figlio. – Sei sicuro sia una buona idea? – gli chiede Gesú. – Non ti ricordi cosa è successo l’altra volta? – Ma Dio è irremovibile. Cosí Gesú Cristo piomba a New York, tra sballoni e drop out di ogni tipo. E cerca, come può, di dare una mano agli sfigati della Terra. Il ragazzo non sa fare niente, eccetto suonare la chitarra. E riesce a finire in un programma di talenti alla tv. Un gran bel modo per fare arrivare il suo messaggio a un sacco di gente. Ma, come già in passato, anche oggi chi sta dalla parte dei marginali non è propriamente ben visto dalle autorità. Dissacrante e provocatorio, A volte ritorno demolisce con incontenibile ironia l’intero spettro delle malefatte umane, senza risparmiare santi, profeti e abitanti del paradiso… perché, in fondo, tutto quello che Dio aveva intenzione di consigliarci era un semplicissimo «FATE I BRAVI».
«Perché è esilarante, dissacrante, irriverente e fa divertire tantissimo con il suo black humour. Ma ogni tanto ci si ferma anche a pensare». (consigliato da Tiziana Meleddu)
1984 – George Orwell (Oscar Mondadori, 2024)
Sinossi: 1984. Il mondo è diviso in tre immensi superstati in perenne guerra fra loro: Oceania, Eurasia ed Estasia. In Oceania, la cui capitale è Londra, la società è governata dal Grande Fratello, che tutto vede e tutto sa anche se nessuno lo ha mai visto di persona. I suoi occhi sono le telecamere che spiano di continuo nelle case, il suo braccio la Polizia del Pensiero che interviene al minimo sospetto. Non c’è legge scritta. Niente, apparentemente, è proibito. Tranne divertirsi. Tranne pensare. Tranne amare. Tranne vivere, insomma, se non secondo gli usi e costumi imposti dall’infallibile e onnisciente Grande Fratello. Dal loro rifugio, in uno scenario desolante da Medioevo postnucleare, solo Winston Smith e Julia lottano disperatamente per conservare un granello di umanità…
«Ho dovuto leggerlo senza la fretta di arrivare alla fine, visto l’argomento trattato, che considero veritiero e molto adatto ai tempi attuali, lo consiglio perché possa fare riflettere le persone su come sia importante non lasciarsi condizionare». (Consigliato da Annita Gemelli)
Via col vento – Margaret Mitchell (Neri Pozza, 2020)
Sinossi: È il 1936 e un romanzo sudista vende negli Stati Uniti un milione di copie in sei mesi. Nel 1937 vince il Premio Pulitzer e nel 1939 diventa il più grande successo nella storia del cinema americano: è Via col vento, uno dei più eclatanti casi editoriali mondiali. Opera pressoché unica di Margaret Mitchell, Via col vento conquista i lettori di tutto il mondo grazie a una trama avvincente caratterizzata da colpi di scena, rovesci di fortuna e da un’appassionata storia d’amore; trama che portò i critici a parlare di Grande Romanzo Americano e a osare il paragone con Tolstoj. Ma a rendere straordinarie queste pagine è soprattutto l’anticonvenzionale protagonista: Scarlett O’Hara, la viziata e volubile ereditiera della grande piantagione di Tara, la quale, contando sulle sue sole forze, dovrà cavarsela mentre l’esercito nordista avanza in Georgia.
«Vi consiglio Via col vento️️️️ di Margaret Mitchell, romanzo intramontabile al di là del tempo️️️ e dello spazio, indimenticabile affresco storico di un’epoca ormai lontana. Se avete voglia di emozioni ne troverete in quantità». (consigliato da Alfredo Ciano)
Gli ultimi sondaggi
Nelle ultime settimane abbiamo chiesto ai nostri lettori e lettrici di discutere alcuni temi centrali del dibattito pubblico.
Abbiamo parlato della nuova direttiva europea sulla trasparenza retributiva: la maggioranza dei lettori è favorevole, ma molti chiedono di andare oltre: conoscere la media degli stipendi è un primo passo, utile solo se apre a un vero cambiamento nei rapporti di potere in azienda.
Poi ci siamo occupati della proposta di Forza Italia per introdurre lo ius scholae: per la maggior parte dei partecipanti si tratta di un compromesso minimo, accettabile solo come primo passo verso una riforma più ampia e inclusiva del diritto di cittadinanza.
Infine, abbiamo affrontato la proposta di Marine Le Pen di garantire condizionatori a chi non può permetterseli, che ha riacceso il dibattito anche in Italia: la maggioranza dei lettori l’ha considerata una toppa che rischia di aggravare il problema climatico.
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