TARZO (TREVISO) – Non solo maestro del legno: a Martalar ora tocca fare anche il vigile urbano. «Alcune informazioni logistiche», scrive lo scultore cimbro, al secolo Marco Martello, nella pagina social che aggiorna la mappa delle sue installazioni a Nordest. L’ultima in ordine di tempo è il “Leone alato”, inaugurato martedì 5 agosto in prossimità del lago di Lago in provincia di Treviso, dove sta già registrando flussi tali da costringere il Comune di Tarzo a ventilare possibili multe: «Tutte le auto parcheggiate in maniera selvaggia fuori dai parcheggi verranno sanzionate e rimosse». Una situazione che ridà fiato alla protesta del comitato “Salviamo i laghi di Revine”: «Pur riconoscendo il valore artistico dell’opera, espressione del talento di un artista riconosciuto e apprezzato, non possiamo tacere sul fatto che è stata collocata in un’area protetta inserita nella rete Natura 2000 con un habitat naturale delicato e fragile che richiede una tutela rigorosa della biodiversità».

APPROFONDIMENTI


  I POSTEGGI

L’imponente esemplare è stato realizzato con 3.000 pezzi di abeti schiantati da Vaia e i tralci delle viti di glera, su invito dell’Associazione per il patrimonio delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene: 7 metri per 12 su un basamento di calcestruzzo di 30 metri quadrati, situati su un prato in prossimità dello specchio d’acqua, a cui si accede da un sentiero che scende dal borgo di Fratta. Inizialmente la richiesta più gettonata, fra gli ammiratori di Martalar, è stata per la condivisione della geolocalizzazione. Ma a quanto pare la posizione si è diffusa a macchia d’olio, visto l’appello lanciato dallo stesso artista a rispettare le indicazioni del municipio: «Importante per non creare disagio durante la visita all’opera!». Il fenomeno non è una novità: lo scultore ha un seguito di affezionati estimatori che programmano itinerari di viaggio alla scoperta della ventina di installazioni fisse e itineranti disseminate principalmente sulle montagne fra l’Altopiano di Asiago e le Dolomiti, ma anche in Lombardia e in Toscana. Tuttavia l’impatto della curiosità è stato particolarmente rilevante nel paese trevigiano di 4.100 abitanti, al punto che l’amministrazione comunale ha dovuto pubblicizzare l’elenco dei posteggi: «Ricordiamo ai visitatori che l’opera non è raggiungibile in auto ma solamente a piedi o in bicicletta. Sono a disposizione dei visitatori parcheggi nella zona, i più distanti posizionati a massimo 1 kilometro a piedi dal Leone alato. Le strade bianche non sono percorribili in auto!».

  I VISITATORI

Gli ambientalisti hanno citato i numeri e le valutazioni presenti sul sito dello stesso Martalar: «Si stima che queste istallazioni abbiano generato flussi turistici superiori alle 200.000 unità a dimostrazione che l’Arte, quella bella, può diventare un volano per il turismo e stimolare emozioni sui spettatori. Ogni opera nuova nel primo periodo ha registrato afflussi turistici tra 500 e 4.000 persone al giorno». Un utente ha avvertito l’artista: «Ieri ovviamente c’era gente che arrivava in auto fin sotto al leone, nonostante i divieti». Al che il vicentino ha risposto: «Ti garantisco che conosco lì uno che gli buca tutte le gomme…».