Il nuovo modello di linguaggio lanciato da OpenAI, Gpt-5, è di base il cervello che d’ora in poi digerirà le nostre richieste a ChatGpt e proporrà delle risposte. Ma non solo: Gpt-5 rappresenta anche un osservato speciale, da cui possiamo iniziare a capire se l’entusiasmo spasmodico che sta accompagnando negli ultimi mesi la corsa all’intelligenza artificiale generativa è giustificato o meno. È un nuovo, importante, capitolo nella storia del chatbot più utilizzato al mondo (700 milioni di utenti su base settimanale). Il precedente aggiornamento risale al 2023, appena pochi mesi dopo il suo debutto ufficiale. Avremo tempo e modo di capire se qualcosa è davvero cambiato, se abbiamo – come ha dichiarato il Ceo Sam Altman – fatto un passo in più verso l’intelligenza artificiale generale (o Agi), quella che dovrebbe eguagliare l’essere umano nelle capacità di ragionamento. Intanto, abbiamo iniziato a fare qualche prova. Con un’utenza gratuita e con una a pagamento (versione Plus), perché Gpt-5 è stato reso disponibile a tutti. Per gli account che non pagano, ci sono dei limiti nel numero di prompt, superati i quali si passa a un modello precedente. Nella finestra di dialogo viene ben spiegato e viene indicato l’orario dopo il quale si potrà tornare a utilizzare Gpt-5.
Intanto le principali novità, annunciate: ChatGpt ora dovrebbe essere più veloce, scrivere meglio ed essere in grado di capire quando non ha gli strumenti per rispondere alle nostre domande. Una soluzione su cui a OpenAI hanno lavorato molto per ridurre le allucinazioni. Viene dotato di diverse personalità, risponde in modo più serio e preciso alle questioni sulla salute e – forse la novità più importante – è in grado di creare codice anche da un semplice prompt.
