di
Marta Serafini
Lo storico ucraino Yaroslav Hrytsak: concessioni territoriali a Putin? Servono garanzie
«L’incontro di Trump con Putin? Al presidente statunitense interessa solo una cosa: ricevere il Nobel per la pace. E non lo dico certo da fan di Trump». È ironia amara quella di Yaroslav Hrytsak perché — spiega lo storico più importante d’Ucraina — è difficile essere ottimisti sulla possibilità che la Casa Bianca riesca a convincere il Cremlino a siglare un cessate il fuoco duraturo.
Trump ha sempre detto di voler la pace in Ucraina e ieri ha ribadito la necessità di sostenere ogni sforzo per il dialogo, compreso questo faccia a faccia tra lui e Putin. Perché lei invece è così scettico sulle sue intenzioni?
«Perché penso che Trump persegua una sua agenda personale che non tiene conto del resto del mondo. Poi certo gli riescono anche cose buone come l’incontro tra il presidente dell’Azerbaigian e dell’Armenia di ieri. Un evento difficilmente concepibile e immaginabile solo fino a poco tempo fa. Ma non è solo una questione di organizzare incontri. Non basta. Trump ha capacità limitate, la sua comprensione di ciò che sta accadendo nel mondo è molto limitata. Non basta il marketing. La pace ha bisogno di basi solide su cui poggiare. E queste basi sono le legittime aspirazioni delle parti che la devono sostenere».
Immagino che il ragionamento sia: una pace che non tenga conto delle posizioni di Kiev non può funzionare?
«Esatto. E il fatto che non partecipi anche Zelensky all’incontro è un pessimo messaggio per noi ucraini. Al tavolo ci deve essere almeno una terza parte, ossia l’Unione Europea o la Cina. Senza questi garanti noi ucraini non ci fidiamo. Di Trump perché, come dicevo, non ha una comprensione completa del quadro. Di Putin, beh, perché è Putin».
Il possibile accordo di pace prevede concessioni territoriali a Mosca. E vediamo alcuni sondaggi indicare un incremento di opinione pubblica ucraina favorevole a una cessione di territori. È cambiato qualcosa rispetto all’anno scorso?
«Che la maggior parte della popolazione sia a favore di cessioni territoriali non è una novità di oggi. Gli ucraini non sono intransigenti. Hanno rinunciato a parti di territorio già nel 1991. Quindi non è che stiamo dicendo “ no” ma vogliamo garanzie. È questa la parola chiave: garanzie. Perché altrimenti possiamo anche firmare un cessate il fuoco ma poi ci sarà una nuova guerra tra qualche anno, se non tra pochi mesi. E qui torniamo al discorso sulle basi su cui poggia la pace».
Sarà Zelensky a firmare il cessate il fuoco o sarà necessario prima votare un nuovo presidente?
«È presto per dirlo. Molto dipende da ciò che farà Mosca e da quali saranno le tempistiche. Credo che Zelensky sia aperto al compromesso. Poi, certo, è un uomo che lavora 24 ore su 24, 7 giorni su 7, da oltre tre anni. È sicuramente provato sia dal punto di vista fisico che psicologico quindi è plausibile che non corra per un secondo mandato. Ma in Occidente circola l’errata convinzione che gli ucraini siano disposti alla pace e Zelensky invece non lo sia: questa è una sciocchezza. Sta cercando la miglior soluzione possibile. Vuole trovarla ma sa anche di non potersi piegare troppo, altrimenti ne pagherebbe lui stesso il prezzo. Sta provando a trovare un accordo che soddisfi sia le élite che l’opinione pubblica. Ma un piano — come quello diffuso dai media polacchi nelle scorse ore — che accetti tutte le condizioni di Mosca non è plausibile per nessuno in Ucraina».
E quale potrebbe essere allora un accordo di pace sostenibile per l’Ucraina?
«Un piano che preveda di accettare l’occupazione temporaneamente. Diciamo, 49 o 99 anni. Gli ucraini sono pronti a rinunciare al loro territorio ma a condizione che questo non duri per sempre. Capiscono e sanno che la situazione potrebbe cambiare in futuro. Mi spiego: Putin non durerà per sempre. Che si tratti della sua vita privata o della sua vita politica a un certo punto a Mosca ci sarà un cambio di governo e allora la situazione potrebbe cambiare per quei territori occupati illegalmente. Quindi, riassumendo, per noi è sostenibile un compromesso temporaneo ma che soprattutto preveda delle garanzie» .
9 agosto 2025 ( modifica il 9 agosto 2025 | 08:06)
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