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Redazione Economia

Platea 18mila società, per 109mila assunzioni. Investimenti nel biennio 2025-2026 in misura pari a 11 miliardi di euro. La strategia di Confindustria e la volontà del governo di premiare tagliando di 4 punti l’aliquota

«Chi più assume e investe meno paga» con un taglio secco di 4 punti all’aliquota sui redditi per le imprese che reinvestono gli utili ed assumono nuovo personale. Parte l’Ires premiale, la misura ispirata dagli industriali, che sarà sperimentale e valida per tutto il 2025 e che il governo punta a stabilizzare.

Le imprese interessate

Una scommessa di tutto rispetto: stando ai dati della Ragioneria generale dello Stato diffusi in occasione dell’ok della misura in Parlamento durante l’esame della manovra, la platea potenzialmente interessata è di 18mila imprese che potranno, oltretutto, mettere mano a investimenti nel biennio 2025-2026 in misura pari a 11 miliardi di euro. Forte anche la ricaduta sull’occupazione con 109mila nuove assunzioni stimate.



















































Firmato il decreto

«E’stato firmato il decreto ministeriale che dà attuazione all’Ires premiale, misura sperimentale introdotta con l’ultima legge di bilancio, la quale prevede una riduzione di 4 punti dell’aliquota Ires, dal 24 al 20 per cento, per le imprese che investono nella produzione e assumono nuovo personale», annuncia il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo.

La dichiarazione

«Fin dal suo insediamento, questo governo ha stabilito una rotta ben chiara e precisa: premiare chi scommette sulla produttività e sulla crescita della nostra Nazione. Dunque, con questo provvedimento diamo concreta attuazione a un principio semplice e chiaro: chi più assume e investe, meno paga». 

Il confronto con le imprese

Leo ricorda il confronto con le imprese ed entra più nel dettaglio tecnico:
«questo decreto è frutto di un lungo e costante confronto con il mondo produttivo» e «gestisce tutte le complesse casistiche utili per il calcolo e la concessione dell’agevolazione venendo incontro alle esigenze delle imprese. Ad esempio, sono concessi tempi più ampi per l’interconnessione dei beni strumentali, sono gestiti i casi relativi alle operazioni straordinarie e viene concessa la possibilità di utilizzare le perdite pregresse». 

Le tempistiche

E i tempi? «Si tratta di un intervento sperimentale, che verrà valutato attentamente al fine di renderlo strutturale. Puntiamo a dare alle imprese strumenti utili per crescere e innovare, creando nuova occupazione e rafforzando la competitività del sistema Italia».

La relazione del Parlamento

La relazione fornita al Parlamento dalla Ragioneria spiegava che «rispettano tutte le condizioni (sugli utili, sugli investimenti e sull’occupazione), circa 18 mila imprese che hanno complessivamente accantonato utili in pari a 8 miliardi a fronte di utili civilistici complessivi pari a 11 miliardi». 

Le stime

Inoltre si stima che queste imprese «effettuino investimenti nel biennio 2025-2026 in misura pari a 11 miliardi di euro, su un totale degli investimenti Transizione 4.0 di 27 miliardi di euro (42%), e 109mila nuove assunzioni». E i costi? la misura vale 349,9 milioni nel 2025 e 116,6 milioni nel 2026. La relazione considera «potenziali beneficiarie della norma le imprese che hanno effettuato nuove assunzioni in misura tale da garantire un incremento occupazionale pari ad almeno l’1% rispetto all’anno precedente, con minimo una nuova assunzione, e il cui numero di lavoratori
non sia diminuito rispetto alla media del triennio precedente».

La volontà di Confindustria

La misura è stata ispirata da Confindustria: «Nella manovra – diceva prima dell’approvazione il presidente, Emanuele Orsini – stiamo spingendo per l’Ires premiale». «La parola chiave – spiegava – sono gli investimenti. Bisogna mettere nelle condizioni le nostre imprese di essere competitive rispetto alle altre aziende europee». Un’urgenza che oggi, anche alla luce dei
dazi Usa, è ancora più cogente. 

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9 agosto 2025 ( modifica il 9 agosto 2025 | 09:17)