di
Vittoria Melchioni

La fotografa Nima Benati ha raccontato sui social di aver subito il furto: «Mi hanno distratta con l’inganno e solo al mio arrivo a Milano mi sono accorta di essere stata vittima dei ladri». Le indagini della Polfer

Un attimo di distrazione è costato caro alla celebre fotografa Nima Benati, vittima di un ingente furto sul Frecciarossa che la portava da Bologna a Milano. Benati in passato aveva lanciato un appello per ritrovare il gatto che le era stato rubato sull’Appennino bolognese.

Benati era di passaggio in città per motivi familiari, di ritorno da un viaggio di lavoro che l’aveva vista impegnata in eventi importanti che richiedevano look sofisticati e per questo viaggiava con i suoi abiti più belli e i suoi gioielli più importanti: «Sono dovuta ritornare a Bologna in emergenza – racconta – e quindi portavo queste cose con me quando solitamente li custodisco in posti più sicuri. Dovendo andare a Milano da Bologna, ho preso il Frecciarossa». 



















































Il furto di gioielli sul treno da Bologna a Milano: «Ero in stazione»

Un viaggio di soli 50 minuti, nulla rispetto ai voli transoceanici a cui è abituata, ma che comunque le fa prendere la decisione di spostare tutte le cose di valore dalla borsa al bagaglio a mano, ritenendo che, essendo chiuso con il codice e avendo un volume maggiore, fosse più sicuro. «Salgo sul treno in compagnia di un’amica, ripongo la valigia nella cappelliera sopra al posto a me assegnato e ci accomodiamo – prosegue Nima – dopo pochi minuti dalla partenza da Bologna, mentre chiacchieravamo serene, si avvicina al finestrino un ragazzo dai tratti ispanici e inizia a battere i pugni sul vetro con uno sguardo terrorizzato». 

La «trappola»  per distrarre la fotografa di moda Nima Benati

Il ragazzo attira così l’attenzione di Benati e dell’amica: «Continuava a dire “Milano”, il resto del discorso era incomprensibile. Mi sono preoccupata vedendo lo stato di disperazione e di grande difficoltà in cui versava un ragazzo giovane. Decido così di aiutarlo dicendo: “Tranquillo è il treno per Milano, sali, sali”. Ma lui continuava a disperarsi e ad agitare le braccia». 

Cercando comunque di trovare un modo di comunicare con il giovane in difficoltà, la fotografa gli ha chiesto di scrivere sul display del cellulare cosa volesse dirle perché, tranne il nome della città, il resto del discorso era incomprensibile. 

Il racconto: «Mi ero preoccupata per quel ragazzo»

«Mi sono avvicinata al finestrino perché mi sentisse meglio – prosegue nel racconto – Ed è stato in quel momento che un complice, ha sfilato la valigia da sopra la mia testa senza che io me ne accorgessi». Improvvisamente la disperazione del ragazzo è scomparsa e Nima avrebbe dovuto capire che qualcosa non quadrava: «Sul momento non ci ho pensato- ammette – l’ho visto perdere completamente interesse e andarsene. Io e la mia amica abbiamo pensato: Ma che strano …ce ne siamo fatte una ragione e abbiamo continuato serene il nostro viaggio». 

All’arrivo a Milano si è accorta del furto: «Un trauma»

Fino all’arrivo alla stazione centrale di Milano quando la fotografa si accorge che il suo bagaglio non c’era più: «In quel momento non avevo ancora collegato i due eventi e mi sono precipitata fuori dal treno urlando “al ladro! Al ladro!” credendo che qualcuno me lo avesse rubato in quell’istante. Solamente mentre parlavo con la polizia ho avuto una sorta di flash e ho collegato il ragazzo del finestrino al furto». 

La refurtiva che tra gioielli e diamanti vale 100.000 euro

Benati ha avuto subito l’aiuto degli agenti della polizia presenti in stazione: «Sono stati incredibili: stavo avendo un grande attacco di panico perché ero consapevole del valore economico di quanto mi era stato sottratto e mi volevano portare via in ambulanza. Ma mi sono ripresa e ho sporto denuncia che mi ha preso un po’ di tempo per fare tutto l’elenco dei beni sottratti».

Il valore dei gioielli si aggira sui 100.000 euro tra diamanti e altri preziosi, più gli abiti e le borse di Chanel. In una storia su Instagram, Nima si è detta anche un po’ pentita di aver investito così tanti soldi in beni effimeri che possono essere sottratti da un momento all’altro e ha ammesso anche di essere già stata vittima di altri furti, uno addirittura con una pistola puntata contro, ma che stavolta c’è stata la beffa di essere stata ingannata mentre cercava di prestare aiuto ad una persona in apparente difficoltà. 

«Ho voluto raccontare quanto mi è accaduto proprio perché altre persone non caschino nel tranello in cui sono caduta io». spiega. 


Vai a tutte le notizie di Bologna

Iscriviti alla newsletter del Corriere di Bologna

9 agosto 2025