Ci sono sette indagati per la morte di Stefano Argentino, il ragazzo, reo confesso dell’omicidio della collega di università Sara Campanella (appena 21enne, originaria di Misilmeri) che si è suicidato in carcere, al Gazzi di Messina, mercoledì scorso.
Suicida in carcere l’assassino della giovane Sara Campanella: Stefano Argentino si è impiccato
La procura di Messina ha notificato sette avvisi di garanzia in vista dell’autopsia sul corpo del ragazzo. Il 12 agosto il pm conferirà l’incarico al proprio consulente e gli indagati potranno nominare i propri tecnici che assisteranno agli esami autoptici, atti irripetibili. Si tratta della direttrice e della vice direttrice del carcere messinese di Gazzi, l’addetto ai servizi trattamentali dell’istituto di pena e l’equipe di psichiatra e psicologi che hanno avuto in cura Argentino.
I magistrati vogliono accertare se ci siano responsabilità nella morte del ragazzo che aveva manifestato più volte la volontà di togliersi la vita e per questo era stato sottoposto a un regime di sorveglianza particolare. Poi, 15 giorni prima della sua morte, era stato riammesso alla detenzione ordinaria, tanto che condivideva la cella con altri detenuti, prima di impiccarsi.
Suicida in bagno con le lenzuola, ecco come Stefano Argentino ha scritto da solo la sua sentenza
L’avvocato che difendeva Fiorentino, Giuseppe Cultrera, dichiara: “Sette indagati è già presagio di plurime responsabilità, probabilmente fra loro correlate. Al momento è troppo presto e si possono fare soltanto supposizioni, auspico soltanto che, almeno stavolta, le indagini siano approfondite e possano portare a risultati concreti. Stefano avrebbe dovuto essere rinchiuso in una Rems o in un Istituto a custodia attenuata: il suo stato mentale – venuto a galla anche dalle indagini degli inquirenti – non era compatibile con la custodia in carcere”.